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Difensore sequestro probatorio: le garanzie

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato che lamentava la nullità di un sequestro probatorio. Secondo la difesa, la polizia giudiziaria avrebbe violato la procedura non chiedendo preventivamente se l’indagato avesse un difensore di fiducia. La Corte ha chiarito che, per gli ‘atti a sorpresa’ come perquisizioni e sequestri, non è richiesto un avviso preventivo al legale né la sospensione delle operazioni. L’aver informato l’indagato della facoltà di farsi assistere e aver nominato un difensore d’ufficio in assenza di uno di fiducia è stato ritenuto sufficiente a garantire il diritto di difesa, rendendo il ricorso infondato.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difensore e Sequestro Probatorio: Quali Garanzie per l’Indagato?

La presenza del difensore durante il sequestro probatorio rappresenta un caposaldo del diritto di difesa, ma le sue modalità sono spesso oggetto di dibattito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulle garanzie spettanti all’indagato durante gli ‘atti a sorpresa’, come perquisizioni e sequestri. Vediamo nel dettaglio cosa è stato deciso e quali sono le implicazioni pratiche per la tutela dei diritti nel procedimento penale.

I Fatti del Caso: La Perquisizione e il Sequestro

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Palermo, che aveva confermato un decreto di sequestro probatorio emesso dal Pubblico Ministero. L’oggetto del sequestro era un indumento, una polo, ritenuta pertinente a un reato di furto aggravato contestato a un individuo. Il provvedimento era stato eseguito nell’ambito di una perquisizione volta a ricercare ‘cose costituenti reato o ad esso pertinenti’.

L’Eccezione della Difesa: Violazione delle Garanzie

L’indagato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la nullità del sequestro. La tesi difensiva si basava su una presunta violazione procedurale: gli agenti di polizia giudiziaria, al momento dell’esecuzione, non avrebbero chiesto all’indagato se fosse assistito da un difensore di fiducia, procedendo direttamente alla nomina di un difensore d’ufficio. Secondo il ricorrente, questo comportamento avrebbe violato l’art. 365 del codice di procedura penale, che impone tale richiesta come garanzia fondamentale del diritto di difesa.

In sostanza, la difesa lamentava che l’indagato fosse stato semplicemente informato della facoltà di farsi assistere da un legale, senza che gli venisse posta la domanda preliminare sulla preesistenza di un mandato difensivo.

La Posizione della Cassazione sul Difensore e il Sequestro Probatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno chiarito la natura e i limiti delle garanzie difensive nel contesto di atti investigativi urgenti e ‘a sorpresa’.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: perquisizioni e sequestri sono atti che, per la loro efficacia, si basano sull’elemento sorpresa. Di conseguenza, il difensore ha la facoltà di assistere, ma non il diritto a un preavviso. L’operazione non può essere sospesa o ritardata in attesa dell’arrivo del legale, sia esso di fiducia o d’ufficio, per non compromettere l’esito delle indagini.

Le motivazioni

La decisione della Corte si fonda su una distinzione cruciale tra le diverse norme che regolano l’assistenza del difensore. L’art. 365 c.p.p., specifico per perquisizioni e sequestri disposti dal PM, prevede che si chieda all’indagato presente se ha un difensore di fiducia e, in caso negativo, se ne designi uno d’ufficio. Questa è una garanzia diversa e meno intensa rispetto a quella prevista per altri atti (art. 364 c.p.p.), dove il difensore ha diritto a un preavviso.

Nel caso specifico, la polizia giudiziaria non solo ha adempiuto alla sostanza della garanzia, ma ha fatto anche di più. Informando l’indagato della facoltà di farsi assistere, lo ha implicitamente sollecitato a dichiarare se avesse già nominato un difensore di fiducia. In assenza di tale nomina, ha correttamente proceduto alla designazione di un legale d’ufficio indicato nel decreto del PM. La Corte ha definito questa procedura ‘più garantista’ rispetto a quella strettamente richiesta, in quanto ha fornito un’informazione esplicita del diritto all’assistenza.

La mancata formulazione della domanda esplicita (‘È assistito da un difensore di fiducia?’) non è stata ritenuta una violazione tale da inficiare la validità dell’atto, poiché l’intera procedura ha comunque garantito concretamente il diritto di difesa dell’indagato.

Le conclusioni

La sentenza riafferma che, nel bilanciamento tra l’efficacia delle indagini e il diritto di difesa, per gli atti a sorpresa come il difensore sequestro probatorio, la legge privilegia la celerità per non vanificare l’acquisizione della prova. La garanzia difensiva si concretizza nella facoltà del difensore (di fiducia o d’ufficio) di essere presente se prontamente reperibile, ma non in un diritto a bloccare l’operato della polizia giudiziaria. La sostanza prevale sulla forma: se l’indagato è messo in condizione di esercitare i propri diritti, una mera imprecisione formale nella comunicazione non determina la nullità dell’atto.

Durante una perquisizione o un sequestro a sorpresa, la polizia deve attendere l’arrivo del mio avvocato?
No. La sentenza chiarisce che il difensore ha la facoltà di assistere, ma il compimento dell’atto non può essere sospeso o bloccato in attesa del suo eventuale arrivo, per non compromettere la genuinità e l’efficacia dell’operazione.

Cosa succede se la polizia non mi chiede esplicitamente se ho un avvocato di fiducia prima di una perquisizione?
Secondo la Corte, la mancata richiesta esplicita non determina automaticamente la nullità dell’atto, a condizione che le garanzie difensive siano state sostanzialmente rispettate. Se l’indagato viene informato del suo diritto a farsi assistere e, in assenza di un legale di fiducia, viene nominato un difensore d’ufficio, il diritto di difesa è considerato tutelato.

Qual è la differenza tra un sequestro delegato dal PM e uno eseguito di iniziativa dalla polizia giudiziaria?
La sentenza evidenzia che le garanzie possono avere un’intensità diversa. Per gli atti delegati dal PM, come nel caso di specie, si applica l’art. 365 c.p.p. Per gli atti compiuti di iniziativa dalla polizia giudiziaria (ai sensi dell’art. 356 c.p.p.), la garanzia prevista dall’art. 114 disp. att. c.p.p. (avvertimento della facoltà di farsi assistere) è più intensa, data la maggiore necessità di controllo sull’operato della polizia stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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