Ricorso in Cassazione Inammissibile: Il Ruolo Cruciale del Difensore Abilitato
Nel complesso mondo della giustizia, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto sia determinante la scelta di un difensore non abilitato per l’esito di un ricorso. L’inosservanza di questo requisito essenziale può portare a conseguenze gravi e irreversibili, come la declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione e l’imposizione di sanzioni economiche. Questo caso evidenzia l’importanza di affidarsi a professionisti con le qualifiche specifiche richieste per ogni grado di giudizio.
Il Contesto del Caso Giudiziario
La vicenda trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Locri per un reato previsto dal Codice della Navigazione. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha deciso di impugnare la sentenza proponendo ricorso direttamente alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento.
Il ricorso mirava a ottenere l’annullamento della condanna, ma il suo percorso si è interrotto prima ancora che i giudici potessero esaminarne il merito.
La Decisione della Corte: un Vizio Formale Insanabile
La Corte di Cassazione, con una sintetica ma perentoria ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel vivo delle questioni sollevate dall’imputato, ma si è fermata su un aspetto puramente procedurale: il difetto di qualifica del legale che ha presentato l’atto. Il ricorso, infatti, era stato proposto da un avvocato non iscritto nell’apposito albo dei patrocinanti in Cassazione. Questa iscrizione è un requisito indispensabile per poter rappresentare e difendere una parte dinanzi alle giurisdizioni superiori (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti).
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un principio cardine della procedura penale. La legge richiede che, per presentare un ricorso in Cassazione, il difensore debba possedere una specifica abilitazione, che si ottiene dopo anni di esperienza e il superamento di un esame o per meriti insigni. Questa regola è posta a garanzia della qualità della difesa tecnica in un grado di giudizio molto complesso, dove non si riesaminano i fatti ma si valuta solo la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).
La mancanza di tale abilitazione al momento della presentazione del ricorso costituisce un vizio insanabile. Di conseguenza, l’atto è stato considerato come se non fosse mai stato validamente proposto. La Corte ha quindi applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina le conseguenze della declaratoria di inammissibilità. Questa norma prevede che la parte privata che ha proposto il ricorso sia condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata dal giudice. In questo caso specifico, la somma è stata quantificata in tremila euro.
Le Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: nel diritto, la forma è sostanza. La scelta di un avvocato deve essere ponderata non solo sulla base della fiducia e della competenza nella materia, ma anche verificando il possesso dei requisiti formali necessari per il grado di giudizio che si intende adire. Un errore di questo tipo, come l’affidarsi a un difensore non abilitato per un ricorso in Cassazione, preclude ogni possibilità di far valere le proprie ragioni e comporta un ulteriore esborso economico. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di informarsi attentamente e di richiedere sempre al proprio legale la conferma delle sue specifiche abilitazioni professionali, per evitare di vanificare i propri sforzi e le proprie speranze di giustizia.
Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato da un avvocato che, al momento della presentazione, non era abilitato al patrocinio davanti alla Corte di Cassazione.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Contro quale decisione era stato presentato il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Locri in data 16/12/2020.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7139 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7139 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 18/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ARDORE il 16/01/1944
avverso la sentenza del 16/12/2020 del TRIBUNALE di RAGIONE_SOCIALE
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udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso (convertito ai sensi dell’art. 606 cod. proc. pen.) proposto da NOME Paolo avverso sentenza di condanna del Tribunale di Locri per il reato di cui all’art. 1 del R.D. 327/1942 è inammissibile in quanto proposto da difensore non abilitato al patrocinio cassazione al momento della presentazione;
che alla declaratoria dell’inammissibilità medesima consegue, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., l’onere delle spese del procedimento nonché quello del versamento della somma, in favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 18/10/2024
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