Difensore Cassazionista: Perché il Fai-da-Te è Vietato in Cassazione
L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma nelle aule dei tribunali, specialmente quelle di ultima istanza come la Corte di Cassazione, le regole formali diventano cruciali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda un principio cardine della procedura penale: il ricorso in Cassazione non può essere presentato personalmente, ma richiede obbligatoriamente l’assistenza di un difensore cassazionista. L’inosservanza di questa regola porta a una conseguenza drastica: l’inammissibilità dell’atto.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale è molto semplice ma emblematica. Un soggetto, condannato in precedenza, decideva di impugnare un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza. Anziché affidarsi a un legale specializzato, presentava personalmente il ricorso per cassazione, sottoscrivendolo di suo pugno. Questo atto, apparentemente un esercizio del proprio diritto di difesa, si è scontrato con una norma procedurale inderogabile.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile senza un Difensore Cassazionista
La Corte di Cassazione, operando con una procedura snella e documentale detta de plano, ha esaminato il ricorso e ne ha immediatamente rilevato un vizio insanabile. La decisione è stata netta: il ricorso è inammissibile.
Il Principio di Diritto Sancito dall’Art. 613 c.p.p.
Il fulcro della decisione risiede nell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi presentati in Corte di Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della corte di cassazione. Si tratta, appunto, dei cosiddetti avvocati cassazionisti, professionisti che hanno maturato una specifica anzianità ed esperienza per poter patrocinare davanti alla giurisdizione più alta.
Le Motivazioni
Le motivazioni dell’ordinanza sono lapidarie e si basano su un puro rilievo di diritto processuale. I giudici hanno constatato che l’atto era stato presentato “dal condannato personalmente”. Questa circostanza, da sola, è sufficiente a integrare la causa di inammissibilità prevista dalla legge. La Corte non è entrata nel merito delle ragioni del ricorrente, poiché il difetto formale ha impedito qualsiasi valutazione sul contenuto dell’impugnazione. La ratio della norma è quella di garantire che i ricorsi presentati alla Suprema Corte, giudice della legittimità e non dei fatti, posseggano un elevato standard tecnico-giuridico, filtrando le impugnazioni e assicurando che solo le questioni di diritto rilevanti vengano esaminate.
Le Conclusioni
Le conseguenze per il ricorrente sono state duplici e onerose. Oltre alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: il percorso verso la Corte di Cassazione è strettamente regolamentato e non ammette improvvisazioni. La figura del difensore cassazionista non è un’opzione, ma un requisito indispensabile per garantire che il proprio diritto di difesa sia esercitato in modo efficace e non si infranga contro le barriere procedurali.
Una persona può presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. L’ordinanza in esame conferma che, ai sensi dell’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale dei difensori cassazionisti, pena l’inammissibilità.
Cosa accade se un ricorso viene presentato senza un difensore cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte. Ciò comporta che i motivi dell’impugnazione non vengono esaminati nel merito e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Perché è necessaria la firma di un avvocato specializzato?
La legge richiede un difensore cassazionista per assicurare che gli atti presentati alla Suprema Corte abbiano la necessaria qualità tecnica e giuridica. La Cassazione è un giudice di legittimità, che valuta la corretta applicazione della legge, e non riesamina i fatti; pertanto, i ricorsi devono essere formulati con precisione e competenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3630 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3630 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 19/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME (CUI 0005E8T) nato il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 04/07/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di VENEZIA
[ – dato avviso alle parti udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Rilevato che si procede de plano;
Rilevato che il ricorso è stato presentato dal condannato personalmente, e che, pertanto, lo stesso incorre nella causa di inammissibilità prevista dall’art. 613, comma 1, primo periodo, cod proc. pen., secondo cui “l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscri a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della corte di cassazione”,
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 19 dicembre 2023.