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Deposito telematico: vale l’invio o l’accettazione?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un ricorso per rescissione del giudicato, ritenendolo tardivo. La Corte ha stabilito che, nel contesto del deposito telematico, ai fini del rispetto dei termini, fa fede il momento dell’invio dell’atto tramite il portale e non il successivo momento dell’accettazione da parte della cancelleria. Questa decisione tutela il diritto di difesa contro i ritardi del sistema informatico.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Telematico: la Cassazione Fa Chiarezza sul Momento del Deposito

Con la crescente digitalizzazione della giustizia, il deposito telematico degli atti processuali è diventato la norma. Tuttavia, questa transizione solleva questioni pratiche di fondamentale importanza, come quella relativa al momento esatto in cui un atto si considera depositato ai fini del rispetto dei termini perentori. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale, stabilendo un principio a tutela del diritto di difesa.

Il Caso: Un Ricorso Dichiarato Tardivo

Un imputato, attraverso il suo difensore, presentava un’istanza di rescissione del giudicato. L’atto veniva inviato telematicamente l’ultimo giorno utile, il 28 febbraio 2024, come attestato dalla ricevuta di invio del Portale del processo penale telematico. Tuttavia, la cancelleria della Corte d’Appello accettava formalmente il deposito solo due giorni dopo, il 1° marzo 2024.

Basandosi sulla data di accettazione, la Corte d’Appello dichiarava l’istanza inammissibile per tardività, ritenendo superato il termine di trenta giorni previsto dalla legge. Contro questa decisione, il difensore proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la data rilevante dovesse essere quella dell’invio e non quella dell’accettazione da parte dell’ufficio giudiziario.

La Questione della Tempestività nel Deposito Telematico

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione delle norme che regolano il deposito telematico. La difesa sosteneva che far ricadere sul cittadino le conseguenze dei ritardi del sistema informatico ministeriale nel processare e accettare un atto tempestivamente inviato costituisse una violazione del diritto di accesso alla giustizia.

La normativa di riferimento stabilisce che il deposito si intende eseguito al momento del rilascio della ricevuta di accettazione. Sebbene questa norma miri a garantire la certezza giuridica per l’ufficio ricevente, la sua applicazione rigida può produrre effetti pregiudizievoli per la parte che ha agito correttamente e nei termini.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza di inammissibilità. I giudici hanno chiarito che, sebbene la ricevuta di accettazione perfezioni il deposito, non si può ignorare la prova fornita dallo stesso sistema telematico riguardo al momento dell’invio. La ricevuta di invio, che attesta data e ora della trasmissione, costituisce la prova che la parte ha compiuto l’attività a suo carico entro il termine previsto.

La Corte ha sottolineato che eventuali ritardi nell’elaborazione e accettazione da parte dei sistemi ministeriali non possono essere imputati al depositante. Un’interpretazione contraria comprometterebbe la sostanza del diritto di accesso a un organo giurisdizionale. Inoltre, richiamando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la Cassazione ha ribadito la necessità di una certa flessibilità nell’applicazione dei requisiti formali, specialmente durante la fase di transizione dal processo cartaceo a quello telematico, per non vanificare le garanzie difensive.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione stabilisce un principio fondamentale per la prassi quotidiana: ai fini della tempestività, ciò che conta è il momento in cui l’atto viene correttamente inviato attraverso il portale telematico. La data di invio, attestata dalla relativa ricevuta, prevale sulla successiva data di accettazione da parte della cancelleria.

Questa sentenza rafforza la tutela del diritto di difesa nell’era digitale, offrendo agli avvocati e ai loro assistiti una maggiore certezza e proteggendoli da disservizi tecnici che non dipendono dalla loro volontà. La Corte ha quindi annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per l’esame nel merito dell’istanza di rescissione, che dovrà ora essere valutata.

Ai fini della tempestività di un atto, quale momento conta nel deposito telematico?
Nel deposito telematico, per valutare la tempestività di un atto, fa fede il momento dell’invio al portale, attestato dalla relativa ricevuta, e non il successivo momento dell’accettazione da parte dei sistemi ministeriali o della cancelleria.

Perché la Corte di Cassazione ha dato ragione al ricorrente?
La Corte ha accolto il ricorso perché il ritardo tra l’invio e l’accettazione dell’atto non era imputabile al difensore, ma a dinamiche interne del sistema informatico. Far ricadere le conseguenze di tale ritardo sulla parte avrebbe leso il suo diritto di accesso alla giustizia, specialmente nella fase di transizione al processo telematico che richiede flessibilità.

Cosa succede ora nel procedimento dopo la decisione della Cassazione?
L’ordinanza di inammissibilità è stata annullata. Gli atti sono stati trasmessi nuovamente alla Corte d’Appello di Firenze, la quale dovrà procedere con l’esame del merito dell’istanza di rescissione del giudicato, che era stata erroneamente bloccata per un vizio formale insussistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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