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Deposito telematico tardivo: l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di un appello a causa di un deposito telematico tardivo. Nonostante un primo invio tempestivo ma irregolare, il file corretto e completo è stato depositato oltre la scadenza. La Corte ha ribadito la perentorietà dei termini processuali, sottolineando che la regolarizzazione successiva alla scadenza non sana il vizio, rendendo l’impugnazione non valida.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Telematico Tardivo: Quando un Errore di un Giorno Costa l’Appello

Nel processo penale digitalizzato, il rispetto dei termini è fondamentale. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione mette in luce le conseguenze di un deposito telematico tardivo, anche a fronte di un tentativo di sanatoria. Questa sentenza offre una lezione cruciale sulla perentorietà delle scadenze procedurali e sull’impossibilità di regolarizzare un atto dopo la sua scadenza.

I Fatti di Causa: Un Appello Depositato in Due Tempi

Il difensore di un imputato proponeva appello avverso una sentenza di condanna del Tribunale. L’impugnazione veniva trasmessa telematicamente tramite posta elettronica certificata. Entro il termine di scadenza, il legale inviava due file che, tuttavia, presentavano delle irregolarità: in particolare, il file principale era incompleto, mancando di una pagina.

Il giorno successivo alla scadenza, il difensore, accortosi dell’errore, procedeva a un nuovo invio, questa volta depositando un file completo, corretto e regolarmente firmato digitalmente. Nonostante questo tentativo di correzione, il Tribunale dichiarava l’appello inammissibile, poiché l’unico atto valido e completo era pervenuto alla cancelleria fuori tempo massimo.

La Decisione della Corte sul Deposito Telematico Tardivo

L’imputato, tramite il suo difensore, ricorreva in Cassazione, sostenendo che il primo invio, seppur irregolare, manifestava chiaramente la volontà di impugnare e che una rigida applicazione delle norme avrebbe violato il diritto di difesa.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno stabilito che l’appello era effettivamente inammissibile. Il principio chiave affermato è che la tempestività del deposito telematico si valuta con riferimento al momento in cui l’atto, formalmente valido, viene accettato dal sistema informatico dell’ufficio giudiziario. Nel caso di specie, l’unico deposito valido era avvenuto il giorno dopo la scadenza, rendendolo un deposito telematico tardivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 87-bis del D.Lgs. n. 150/2022, che disciplina il deposito telematico degli atti. La norma stabilisce che un atto è considerato tempestivo se viene eseguito entro le ore 24 del giorno di scadenza. La condizione per la tempestività è l’accettazione da parte del sistema informatico del tribunale entro tale orario.

Nel caso specifico, i primi file inviati, pur essendo tempestivi, erano viziati da irregolarità. L’unico documento formalmente corretto e completo, e quindi l’unico deposito ammissibile, è pervenuto alla cancelleria il giorno successivo alla scadenza. La Cassazione ha chiarito che i vizi formali di un atto depositato telematicamente non possono essere sanati con un nuovo deposito effettuato dopo la scadenza del termine perentorio per l’impugnazione. La volontà di impugnare, pur evidente, non può prevalere sul requisito formale del rispetto dei termini.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Difensori

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: i termini per le impugnazioni sono perentori e non ammettono sanatorie tardive. L’introduzione del processo telematico, se da un lato semplifica le comunicazioni, dall’altro richiede una cura ancora maggiore nella preparazione e nell’invio degli atti. I difensori devono assicurarsi non solo di rispettare l’orario di scadenza, ma anche che i file inviati siano completi, correttamente formattati e firmati digitalmente. Qualsiasi errore materiale deve essere corretto prima della scadenza del termine. La decisione della Corte serve da monito: un errore formale nel deposito telematico, se non rettificato in tempo, può precludere irrimediabilmente l’esercizio di un diritto fondamentale come quello all’impugnazione.

Un deposito telematico è considerato tempestivo se inviato entro la mezzanotte del giorno di scadenza?
Sì, secondo l’art. 87-bis del D.Lgs. n. 150/2022, il deposito è tempestivo se l’accettazione da parte del sistema informatico dell’ufficio giudiziario avviene entro le ore 24 del giorno in cui scade il termine.

È possibile correggere un atto di appello depositato telematicamente con errori dopo la scadenza del termine?
No, la sentenza chiarisce che un atto formalmente viziato non è suscettibile di regolarizzazione dopo la scadenza del termine perentorio per l’impugnazione. L’unico atto valido deve pervenire entro i termini.

L’intenzione di impugnare, dimostrata da un primo invio irregolare ma tempestivo, è sufficiente a salvare l’appello?
No, secondo la Corte, la mera volontà di impugnare, anche se desumibile da un primo deposito irregolare, non è sufficiente a superare il vizio di inammissibilità derivante dal deposito tardivo dell’atto formalmente corretto e completo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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