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Deposito telematico appello: la PEC fa fede

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un appello per tardività. La Corte ha stabilito che, in caso di deposito telematico appello, la data che attesta la tempestività è quella di ricezione della PEC da parte del sistema informatico del tribunale, come certificato dalla ricevuta di consegna, e non la data successiva in cui la cancelleria apre e processa l’atto.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Telematico Appello: Vale la Data della PEC, non quella della Cancelleria

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale. La presentazione di un’impugnazione oltre il termine stabilito ne comporta l’inammissibilità, con conseguenze gravissime per l’imputato. Con la digitalizzazione del processo, il deposito telematico appello tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) è diventato la prassi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22986/2024) ha fatto chiarezza su un punto cruciale: qual è il momento esatto in cui un atto inviato via PEC si considera legalmente depositato?

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Tardivo

Il caso nasce da un ricorso contro la decisione della Corte d’Appello di Bologna, che aveva dichiarato inammissibile, perché tardivo, l’appello proposto da un imputato avverso una sentenza di condanna per furto aggravato. La sentenza di primo grado era stata depositata il 7 ottobre 2021, e il termine di quindici giorni per l’impugnazione scadeva il 22 ottobre 2021.

Il difensore aveva trasmesso l’atto di appello via PEC proprio il 22 ottobre 2021, come dimostrato dalle ricevute di accettazione e di avvenuta consegna del sistema. Tuttavia, la cancelleria del Tribunale aveva registrato l’atto come depositato il giorno successivo, il 23 ottobre 2021. Basandosi su questa attestazione della cancelleria, la Corte d’Appello aveva erroneamente concluso per la tardività dell’impugnazione.

La Questione Giuridica sul Deposito Telematico Appello

La questione sottoposta alla Corte di Cassazione era netta: ai fini della tempestività del deposito telematico appello, prevale la data certificata dalla ricevuta di consegna della PEC o la data in cui il personale di cancelleria apre la mail e procede alla sua iscrizione nei registri?

La difesa dell’imputato ha sostenuto che l’interpretazione della Corte d’Appello fosse errata, in quanto ignorava la normativa speciale introdotta per la gestione dell’emergenza Covid-19 e i principi generali che regolano il funzionamento della Posta Elettronica Certificata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e chiarendo in modo definitivo i principi applicabili. I giudici hanno sottolineato che la normativa di riferimento (in particolare l’art. 24 del D.L. 137/2020) stabilisce che ‘il deposito è tempestivo quando è eseguito entro le ore 24 del giorno di scadenza’.

La Corte ha specificato che il concetto di ‘deposito’ in un contesto telematico si perfeziona con la generazione della ricevuta di avvenuta consegna da parte del sistema informatico del destinatario. Questa ricevuta fornisce la prova legale, con data e ora certe, del momento in cui l’atto è entrato nella sfera di disponibilità dell’ufficio giudiziario. Nel caso di specie, le ricevute attestavano inequivocabilmente che l’atto era stato consegnato al sistema del Tribunale alle ore 20:13 del 22 ottobre 2021, quindi ben all’interno del termine di scadenza.

L’attestazione della cancelleria, che riportava la data del 23 ottobre, è stata considerata errata. La Corte ha spiegato che tale data si riferiva al momento meramente interno e amministrativo dell’apertura della mail e dell’iscrizione a registro, un’attività che non ha alcuna rilevanza giuridica ai fini del computo dei termini per l’impugnazione. La cancelleria, attestando una data diversa da quella della ricevuta PEC, ha compiuto una valutazione giuridica sulla tempestività che spetta esclusivamente all’autorità giudiziaria.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza è di fondamentale importanza perché offre certezza giuridica agli avvocati che utilizzano gli strumenti telematici. Viene stabilito un principio chiaro: la prova della tempestività del deposito telematico appello è costituita dalla ricevuta di consegna della PEC. Le prassi interne degli uffici giudiziari o i ritardi nella lavorazione delle pratiche da parte della cancelleria non possono pregiudicare il diritto di difesa dell’imputato.

Gli avvocati possono quindi fare pieno affidamento sulle certificazioni del sistema di posta elettronica, avendo la sicurezza che un atto inviato entro le ore 24:00 del giorno di scadenza sarà considerato tempestivo, indipendentemente da quando verrà materialmente ‘aperto’ dall’ufficio. La decisione riafferma la piena validità legale delle comunicazioni telematiche e tutela le parti processuali da errori procedurali derivanti da una non corretta interpretazione delle norme sul processo penale telematico.

Quando si considera depositato un atto di appello inviato tramite PEC?
L’atto si considera depositato nel giorno e nell’ora in cui il sistema di posta certificata del destinatario genera la ricevuta di avvenuta consegna, indipendentemente da quando la cancelleria apre materialmente la comunicazione.

L’orario di invio della PEC nel giorno di scadenza ha importanza?
No, l’importante è che il deposito, inteso come ricezione da parte del sistema del destinatario, avvenga entro le ore 24:00 del giorno di scadenza, come previsto dalla normativa.

L’attestazione della cancelleria che indica una data di deposito successiva a quella di ricezione della PEC è valida?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale attestazione è da considerarsi errata. Il giudice ha il dovere di controllare le ricevute di attestazione della PEC, che costituiscono la prova legale del momento del deposito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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