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Deposito tardivo conclusioni: quando è inammissibile?

Un imputato per tentato furto aggravato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando il deposito tardivo delle conclusioni del Procuratore Generale durante il giudizio d’appello scritto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione si basa su due principi: in primo luogo, un’eventuale nullità procedurale deve essere eccepita tempestivamente e non per la prima volta in Cassazione; in secondo luogo, il deposito tardivo conclusioni non causa nullità in assenza di un effettivo pregiudizio per la difesa. La Corte ha quindi confermato la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Deposito Tardivo delle Conclusioni del PM è Sempre Causa di Nullità?

Nel processo penale, il rispetto dei termini è fondamentale per garantire il corretto svolgimento del giudizio e i diritti delle parti. Ma cosa succede se una parte, in questo caso il Procuratore Generale, deposita le proprie conclusioni oltre il termine stabilito? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 6542/2024) offre importanti chiarimenti, stabilendo che il deposito tardivo conclusioni non è un vizio che porta automaticamente all’annullamento della sentenza. Analizziamo insieme la decisione.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per tentato furto aggravato. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena. L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la violazione delle norme procedurali relative al giudizio d’appello “cartolare”, introdotto durante l’emergenza pandemica. In particolare, la difesa lamentava che le conclusioni scritte del Procuratore Generale erano state depositate tardivamente, violando così il diritto di replica e il contraddittorio.

La Questione Giuridica: Conseguenze del Deposito Tardivo Conclusioni

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte riguardava le conseguenze del deposito tardivo conclusioni da parte della pubblica accusa nel contesto del giudizio d’appello celebrato con rito cartolare. L’imputato sosteneva che tale ritardo costituisse una nullità insanabile, tale da inficiare la validità dell’intero procedimento di secondo grado. La Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, basando la sua decisione su due distinti orientamenti giurisprudenziali e sul principio del pregiudizio effettivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato il ricorso, spiegando perché il ritardo del PM non fosse determinante. I giudici hanno richiamato due importanti precedenti:

1. L’onere della tempestiva eccezione (Sent. n. 21066/2022): Secondo un primo orientamento, la tardività nel deposito delle conclusioni genera una nullità “a regime intermedio”. Questo significa che la parte che si ritiene danneggiata (in questo caso, la difesa) ha l’onere di eccepire, cioè contestare formalmente, il vizio non appena ne viene a conoscenza. Se la difesa riceve le conclusioni, anche se in ritardo, e non solleva subito l’eccezione, perde il diritto di farlo in un momento successivo, come davanti alla Cassazione. Nel caso di specie, la difesa non aveva sollevato alcuna contestazione dinanzi alla Corte d’Appello.

2. L’assenza di nullità (Sent. n. 8131/2023): Un secondo e più recente orientamento è ancora più netto. Esso stabilisce che il deposito tardivo delle conclusioni del PM non è causa di nullità, ma semplicemente esime il giudice dall’obbligo di prenderle in considerazione. In pratica, l’atto tardivo è come se non fosse mai stato depositato, senza però invalidare il resto del procedimento.

Oltre a questi principi, la Corte ha aggiunto una considerazione di carattere pratico: la difesa non aveva subito alcun pregiudizio concreto. Le conclusioni del Procuratore Generale erano, infatti, “estremamente laconiche”, e il loro ritardo non aveva in alcun modo compromesso le strategie difensive.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: non tutte le irregolarità formali comportano l’invalidità di un atto o di un intero giudizio. Per dichiarare una nullità, è necessario che essa sia prevista dalla legge, che sia stata eccepita nei termini corretti e, soprattutto, che abbia causato un danno effettivo ai diritti della parte. Nel caso del deposito tardivo conclusioni, la Suprema Corte chiarisce che la difesa non può rimanere inerte per poi lamentare il vizio solo in caso di esito sfavorevole. Questo approccio mira a prevenire un uso strumentale delle norme procedurali, garantendo al contempo che il processo si concentri sulla sostanza delle questioni e non su meri formalismi.

Il deposito tardivo delle conclusioni del Procuratore Generale nel giudizio d’appello cartolare causa sempre la nullità della sentenza?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è una causa automatica di nullità. A seconda dell’orientamento seguito, può essere considerata una nullità intermedia da eccepire subito, oppure un’irregolarità che non produce alcuna nullità.

Cosa deve fare la difesa se riceve tardivamente le conclusioni del Procuratore Generale?
Secondo un primo orientamento citato dalla Corte, la difesa ha l’onere di sollevare tempestivamente un’eccezione di nullità. Se non lo fa, non può lamentarsene per la prima volta in Cassazione, poiché il vizio si considera sanato.

Qual è la conseguenza se il deposito tardivo non causa un danno effettivo alla difesa?
La Corte ha specificato che, anche in presenza di un’irregolarità, se la parte non ha subito alcun effettivo pregiudizio, la doglianza è infondata. Nel caso esaminato, le conclusioni erano talmente concise da non aver influenzato in alcun modo la difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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