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Deposito tardivo conclusioni: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione, con ordinanza 26001/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sul deposito tardivo delle conclusioni del Procuratore Generale nel giudizio d’appello. La Corte ha stabilito che tale ritardo procedurale, nel contesto del rito cartolare emergenziale, non costituisce causa di nullità, ma esime solamente il giudice dall’obbligo di esaminare tali conclusioni, confermando la condanna della ricorrente.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Tardivo Conclusioni PM: Quando il Ritardo non Invalida il Processo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione penale (n. 26001/2024) offre un importante chiarimento sulla validità degli atti processuali, in particolare riguardo al deposito tardivo delle conclusioni del Procuratore Generale nel contesto del giudizio d’appello celebrato con rito “cartolare”, una modalità introdotta durante l’emergenza sanitaria. La Suprema Corte ha stabilito un principio netto: il ritardo non è causa di nullità.

I Fatti del Caso: Un Vizio Procedurale al Centro del Ricorso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano. L’unico motivo di doglianza era di natura puramente procedurale. La difesa sosteneva la nullità della sentenza d’appello perché il Procuratore Generale aveva depositato le proprie conclusioni scritte oltre il termine di legge, fissato a dieci giorni prima dell’udienza. Secondo la tesi difensiva, questa violazione del termine avrebbe inficiato la validità dell’intero giudizio di secondo grado.

La Questione del Deposito Tardivo nel Rito Emergenziale

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione delle norme emergenziali che hanno disciplinato il cosiddetto “giudizio cartolare”. Questa procedura, ideata per evitare assembramenti nei tribunali, prevede la trattazione del processo sulla base di atti scritti, senza un’udienza in presenza. La legge stabilisce termini precisi per il deposito delle conclusioni delle parti, inclusa la Procura Generale, per garantire il corretto svolgimento del contraddittorio.

La ricorrente lamentava che il mancato rispetto di tale termine da parte dell’accusa avesse violato le regole processuali a pena di nullità. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha adottato un’interpretazione differente, basandosi su un orientamento giurisprudenziale già consolidato.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo infondato in diritto. I giudici hanno spiegato che, nel giudizio cartolare d’appello, il deposito tardivo delle conclusioni del Procuratore Generale non è causa di nullità. La conseguenza di tale ritardo non è l’invalidità della sentenza, ma semplicemente l’esonero per il giudice dall’obbligo di prendere in esame tali conclusioni.

In altre parole, l’atto depositato fuori termine si considera come non presentato, ma questo non produce alcun effetto invalidante sul procedimento nel suo complesso. La Corte ha inoltre sottolineato che, nel caso specifico, il vizio dedotto era rimasto privo di effetti concreti. La Corte d’Appello, infatti, aveva ampiamente e dettagliatamente motivato le ragioni per cui non riteneva applicabile la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto (ex art. 131-bis c.p.), dimostrando che la decisione non era stata in alcun modo influenzata dalle tardive conclusioni della Procura.

le conclusioni

La decisione della Suprema Corte ribadisce un principio di economia processuale e di tassatività delle nullità. Non ogni irregolarità formale comporta l’invalidità di un atto o di un intero giudizio, ma solo quelle espressamente previste dalla legge come tali. La pronuncia chiarisce che il termine per il deposito delle conclusioni nel rito cartolare ha una funzione ordinatoria, volta a garantire un ordinato svolgimento del processo, ma la sua violazione non lede i diritti fondamentali della difesa al punto da determinare una nullità. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Il deposito tardivo delle conclusioni scritte del procuratore generale nel giudizio d’appello ‘cartolare’ causa la nullità della sentenza?
No, secondo la Corte di Cassazione, il deposito tardivo delle conclusioni del procuratore generale nel giudizio cartolare non è causa di nullità della sentenza.

Qual è la conseguenza del deposito tardivo delle conclusioni da parte del procuratore generale?
La conseguenza è che il giudice viene esonerato dall’obbligo di prendere in esame tali conclusioni. L’atto tardivo è, in pratica, considerato come non depositato, ma non invalida il procedimento.

Perché il ricorso è stato comunque dichiarato inammissibile nonostante la questione procedurale sollevata?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo era infondato in diritto. La Corte ha ritenuto che il vizio procedurale dedotto (il deposito tardivo) fosse privo di effetti concreti, dato che la Corte d’Appello aveva già ampiamente motivato la sua decisione su altri presupposti di fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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