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Deposito impugnazione: valido in cancelleria diversa

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un appello per tardività. Il motivo era il deposito impugnazione cartaceo presso una cancelleria diversa da quella del giudice che emise la sentenza. La Corte ha stabilito che la normativa emergenziale sul deposito telematico non ha abrogato le modalità tradizionali, rendendo valido il deposito effettuato nei termini, sebbene presso un ufficio giudiziario differente.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Impugnazione: La Cassazione Conferma la Validità del Deposito Cartaceo in Altra Sede

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26122/2024, ha affrontato una questione cruciale in materia di procedura penale, sorta nel contesto della normativa emergenziale Covid-19. La decisione chiarisce che il deposito impugnazione effettuato in formato cartaceo presso la cancelleria di un tribunale diverso da quello che ha emesso la sentenza è pienamente legittimo, anche durante il periodo in cui era stata introdotta la modalità telematica. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa, annullando una declaratoria di inammissibilità per tardività che si basava su un’interpretazione restrittiva delle norme.

I Fatti del Caso: La Controversia sul Deposito dell’Appello

Il caso trae origine da una sentenza di condanna per lesioni personali emessa dal Giudice di Pace di Brescia. Il difensore dell’imputato aveva depositato l’atto di appello in formato cartaceo presso la cancelleria del Tribunale di Bergamo, luogo in cui il legale si trovava. Il deposito era avvenuto il 24 giugno 2022, quindi nel pieno rispetto del termine di trenta giorni, che sarebbe scaduto il 30 giugno 2022.

Tuttavia, il Tribunale di Brescia, in funzione di giudice d’appello, aveva dichiarato l’impugnazione inammissibile perché tardiva. Secondo i giudici di merito, l’atto era pervenuto alla loro cancelleria oltre il termine previsto, e il deposito presso un ufficio giudiziario diverso (Bergamo) non era più consentito dalla normativa emergenziale, che avrebbe imposto l’uso esclusivo della Posta Elettronica Certificata (PEC) per il deposito telematico.

La Normativa Emergenziale e il Deposito Impugnazione

La questione ruotava attorno all’interpretazione dell’art. 24 del D.L. n. 137/2020. Questa norma, introdotta per gestire l’emergenza sanitaria, prevedeva la possibilità di depositare le impugnazioni tramite PEC. Nel contempo, stabiliva che, in caso di invio telematico, non si applicasse la disposizione dell’art. 582, comma 2, cod. proc. pen., che consente appunto il deposito presso la cancelleria del tribunale o del giudice di pace del luogo in cui la parte o il difensore si trovano.

Il Tribunale di Brescia aveva interpretato questa normativa come un’abrogazione tacita delle forme tradizionali di deposito, considerandole superate dalla nuova modalità telematica, ritenuta obbligatoria. Il difensore, invece, ha sostenuto nel suo ricorso per cassazione che la norma emergenziale avesse introdotto una facoltà aggiuntiva e non un obbligo, lasciando impregiudicata la validità del deposito cartaceo tradizionale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le ragioni del ricorrente, annullando l’ordinanza impugnata. I giudici hanno affermato un principio di diritto già espresso in precedenti pronunce: la normativa emergenziale sul deposito impugnazione in via telematica non è stata introdotta a pena di inammissibilità e non ha mai escluso l’utilizzo delle forme tradizionali previste dagli artt. 582 e 583 del codice di procedura penale.

La Corte ha specificato che la procedura speciale telematica era un’alternativa, non l’unica via percorribile. L’inciso della norma emergenziale che escludeva l’applicazione dell’art. 582, comma 2, c.p.p. doveva essere interpretato in modo logico e sistematico: tale esclusione valeva solo nel caso in cui l’impugnante avesse scelto la modalità telematica. In quel caso, l’invio PEC doveva essere indirizzato unicamente all’ufficio che aveva emesso il provvedimento. Se, invece, l’impugnante optava per la modalità ordinaria cartacea, la facoltà di depositare l’atto presso la cancelleria del luogo in cui si trovava rimaneva pienamente valida ed efficace.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa riafferma il principio del favor impugnationis, secondo cui le norme processuali in materia di impugnazioni devono essere interpretate nel modo più favorevole all’esercizio del diritto di difesa. La scelta di introdurre una modalità telematica non può tradursi in una trappola processuale per gli avvocati, soprattutto quando la legge non prevede espressamente l’esclusività del nuovo strumento o l’abrogazione di quelli esistenti.

Di conseguenza, il deposito dell’appello effettuato dal difensore presso la cancelleria del Tribunale di Bergamo era legittimo e tempestivo. L’atto è stato correttamente depositato il 24 giugno 2022, rendendo l’impugnazione ricevuta nei termini. L’annullamento con rinvio al Tribunale di Brescia impone ora a quest’ultimo di procedere con il giudizio di merito, sanando l’errore procedurale precedentemente commesso.

Durante il periodo della normativa emergenziale Covid-19, era obbligatorio depositare le impugnazioni penali esclusivamente tramite PEC?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la modalità di deposito telematico tramite PEC, introdotta dalla normativa emergenziale, era una facoltà alternativa e non un obbligo. Le forme tradizionali di deposito cartaceo, previste dal codice di procedura penale, rimanevano pienamente valide.

Era valido il deposito cartaceo di un appello presso la cancelleria di un tribunale diverso da quello che aveva emesso la sentenza?
Sì. Secondo la sentenza, il deposito dell’atto di impugnazione in forma cartacea presso la cancelleria del tribunale del luogo in cui si trovava il difensore era legittimo, in applicazione dell’art. 582, comma 2, cod. proc. pen. Questa facoltà non è stata abrogata dalla legislazione emergenziale.

Perché la normativa emergenziale affermava di non applicare l’art. 582, comma 2, cod. proc. pen.?
Quella disposizione si applicava solo nel caso in cui l’impugnante avesse scelto la modalità di deposito telematico. In tale ipotesi, l’invio tramite PEC doveva essere effettuato esclusivamente all’indirizzo dell’ufficio giudiziario che aveva emesso il provvedimento impugnato, senza possibilità di inviarlo ad altri uffici. Se si sceglieva il deposito cartaceo, invece, la regola tradizionale rimaneva valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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