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Deposito impugnazione penale: vale la data di invio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava inammissibile un appello perché ritenuto tardivo. Il ricorso era stato depositato entro i termini presso la cancelleria del tribunale del luogo di residenza del difensore, ma era pervenuto oltre la scadenza alla cancelleria del giudice competente. La Suprema Corte ha chiarito che, per il deposito impugnazione penale effettuato prima della Riforma Cartabia, fa fede la data di presentazione all’ufficio giudiziario ‘locale’, come previsto dalle norme all’epoca vigenti.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Impugnazione Penale: Fa Fede la Data di Spedizione o di Ricezione?

Il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale del processo penale. Un ritardo, anche di un solo giorno, nel deposito impugnazione penale può comportare la drastica conseguenza dell’inammissibilità, precludendo la possibilità di far valere le proprie ragioni in un grado di giudizio superiore. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 1774/2025) ha affrontato un caso emblematico, chiarendo quale data sia da considerarsi valida quando l’atto viene depositato in una cancelleria diversa da quella del giudice che ha emesso la sentenza, secondo le norme vigenti prima della Riforma Cartabia.

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Tardivo

Il caso trae origine da un appello proposto avverso una sentenza di condanna del Tribunale di Matera. Il termine per il deposito dell’atto scadeva il 7 gennaio 2021. Il difensore dell’imputato aveva provveduto a depositare l’impugnazione il 22 dicembre 2020, quindi ampiamente nei termini, presso la cancelleria del Tribunale di Catanzaro, luogo dove il legale era iscritto.

Tuttavia, l’atto perveniva materialmente alla cancelleria della Corte di Appello di Potenza, l’organo competente a decidere, solo il 19 gennaio 2021, ben oltre la scadenza. La Corte di Appello, basandosi unicamente sulla data di ricezione, dichiarava l’appello inammissibile per tardività.

La Normativa sul Deposito Impugnazione Penale all’Epoca dei Fatti

La difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione degli articoli 582 e 583 del codice di procedura penale, nel testo in vigore al momento del deposito. Queste norme, successivamente abrogate dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), offrivano una facoltà importante per le parti e i difensori.

In particolare:

* Art. 582, comma 2, c.p.p. consentiva di presentare l’atto di impugnazione anche nella cancelleria del tribunale del luogo in cui le parti private o i difensori si trovavano.
* Art. 583, comma 2, c.p.p. specificava che, in caso di spedizione, l’impugnazione si considerava proposta nella data di invio della raccomandata o del telegramma.

Queste disposizioni erano state concepite per agevolare l’esercizio del diritto di difesa, evitando che la distanza geografica dal giudice che aveva emesso il provvedimento potesse diventare un ostacolo. Pertanto, la data rilevante per la tempestività era quella del deposito presso l’ufficio ‘locale’, non quella di arrivo presso l’ufficio di destinazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, annullando la decisione della Corte di Appello. I giudici di legittimità hanno stabilito che la Corte territoriale ha commesso un errore nel dichiarare l’inammissibilità, ignorando la data in cui l’appello era stato effettivamente depositato presso il Tribunale di Catanzaro (22 dicembre 2020).

Il principio cardine applicato è quello del tempus regit actum, secondo cui la validità di un atto giuridico deve essere valutata sulla base delle leggi in vigore nel momento in cui è stato compiuto. Al momento del deposito, la Riforma Cartabia non era ancora entrata in vigore e, di conseguenza, la facoltà di depositare l’atto presso un ufficio diverso era pienamente legittima. La successiva abrogazione di tali norme non può avere effetto retroattivo e pregiudicare la validità di atti compiuti in conformità alla legge allora vigente.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio di garanzia fondamentale: la legge applicabile è quella del momento in cui si agisce. Per tutti i casi di deposito impugnazione penale avvenuti prima del 30 dicembre 2022, la data che attesta la tempestività del ricorso è quella di presentazione presso la cancelleria del tribunale dove si trovava il difensore o la parte, anche se diverso da quello che ha emesso la sentenza. La Corte d’Appello ha quindi errato a considerare solo la data di arrivo dell’atto, e dovrà ora procedere all’esame del merito dell’appello. Questa decisione serve da monito sull’importanza di applicare correttamente le norme processuali nel tempo, tutelando il diritto di difesa da interpretazioni eccessivamente formalistiche.

Se deposito un appello penale presso la cancelleria di un tribunale diverso da quello che ha emesso la sentenza, quale data fa fede per il rispetto dei termini?
Secondo la disciplina vigente prima della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), fa fede la data di deposito presso la cancelleria del tribunale del luogo in cui la parte o il difensore si trovavano, anche se diverso da quello che ha emesso il provvedimento. La data di arrivo presso l’ufficio competente non rileva ai fini della tempestività.

Le nuove norme della Riforma Cartabia, che hanno modificato le modalità di deposito, si applicano agli appelli presentati prima della loro entrata in vigore?
No. La sentenza chiarisce che la successiva abrogazione delle norme che consentivano il deposito in un ufficio diverso non può avere effetti retroattivi. Gli atti di impugnazione devono essere giudicati secondo le regole vigenti al momento in cui sono stati compiuti (tempus regit actum).

Cosa succede se una Corte d’Appello dichiara inammissibile un ricorso per tardività, senza considerare che era stato tempestivamente depositato in un’altra cancelleria secondo le vecchie regole?
La decisione di inammissibilità è errata e può essere annullata dalla Corte di Cassazione. In tal caso, la sentenza viene annullata e gli atti vengono ritrasmessi alla Corte d’Appello affinché proceda a giudicare l’appello nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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