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Deposito atto di impugnazione: dove e come farlo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che aveva depositato l’atto di appello presso la cancelleria del Tribunale anziché presso quella del Giudice di Pace che aveva emesso la sentenza. La Corte ha ribadito che la facoltà di depositare l’impugnazione in un ufficio diverso è un’eccezione che si applica solo se il luogo è differente da quello del giudice che ha emesso il provvedimento. Il successivo inoltro d’ufficio non sana l’originaria irritualità del deposito atto di impugnazione.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Atto di Impugnazione: l’Errore che Costa l’Inammissibilità

Il corretto deposito atto di impugnazione è un passaggio cruciale nel processo penale. Un errore, anche se apparentemente solo formale, può avere conseguenze definitive, come l’inammissibilità del ricorso, precludendo ogni possibilità di riesame della decisione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 36183/2024, torna su questo tema fondamentale, chiarendo le regole e le eccezioni in materia.

La Vicenda Processuale: un Errore Formale Fatale

Nel caso esaminato, un imputato aveva proposto appello contro una sentenza emessa dal Giudice di Pace di una determinata città. Tuttavia, invece di depositare l’atto presso la cancelleria dello stesso Giudice di Pace, come previsto dalla regola generale, lo aveva presentato presso la cancelleria del Tribunale della medesima sede giudiziaria.

Il Tribunale, accortosi dell’errore, aveva trasmesso d’ufficio l’atto alla cancelleria competente del Giudice di Pace. Ciononostante, in un secondo momento, lo stesso Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ha dichiarato l’impugnazione inammissibile proprio a causa dell’originario errore nel deposito. L’imputato ha quindi presentato ricorso per Cassazione, sostenendo un’errata interpretazione della norma.

Il corretto deposito dell’atto di impugnazione e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale e dichiarando l’appello inammissibile. I giudici hanno fornito una chiara disamina della normativa applicabile, basata sull’articolo 582 del codice di procedura penale.

La Regola Generale e l’Eccezione

La regola generale, stabilita dal primo comma dell’art. 582 c.p.p., è chiara: l’atto di impugnazione deve essere presentato nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato. Questa norma risponde a esigenze di celerità e concentrazione processuale.

Il secondo comma dello stesso articolo (nella versione vigente all’epoca dei fatti, poi abrogato) prevedeva una deroga. Le parti private e i loro difensori potevano presentare l’atto anche nella cancelleria del tribunale del luogo in cui si trovavano, ma solo a una condizione precisa: "se tale luogo è diverso da quello in cui è stato emesso il provvedimento impugnato".

L’Interpretazione Restrittiva della Deroga

Nel caso di specie, l’imputato aveva depositato l’atto presso il Tribunale della stessa città del Giudice di Pace che aveva emesso la sentenza. Di conseguenza, il luogo non era ‘diverso’ e la deroga non era applicabile. L’unico ufficio competente per il deposito era la cancelleria del Giudice di Pace. L’errore ha quindi reso l’impugnazione irrituale e, pertanto, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio consolidato e pacifico in giurisprudenza. Le forme e i termini per la presentazione delle impugnazioni sono tassativi e inderogabili. La deroga prevista era un’eccezione da interpretare restrittivamente, volta a facilitare la parte che si trovasse fisicamente in un luogo diverso da quello del giudice ‘a quo’.

I giudici hanno inoltre precisato che la successiva trasmissione d’ufficio dell’atto dalla cancelleria del Tribunale a quella del Giudice di Pace non sana in alcun modo il vizio originario. La spedizione, per avere valore, avrebbe dovuto essere effettuata dalla parte stessa, non dall’ufficio che aveva irritualmente ricevuto l’atto. Trattandosi di un’impugnazione presentata con modalità non consentite dalla legge, la sua inammissibilità era inevitabile.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per avvocati e assistiti: nel processo penale, la forma è sostanza. Le regole procedurali, in particolare quelle sul deposito atto di impugnazione, non sono meri formalismi, ma garanzie di ordine, celerità e certezza del diritto. Un errore nella scelta dell’ufficio giudiziario a cui presentare un’impugnazione può compromettere irrimediabilmente il diritto di difesa. La decisione impone quindi la massima attenzione nel rispetto delle norme procedurali, sottolineando che le eccezioni previste dalla legge devono essere applicate solo nei casi espressamente contemplati, senza possibilità di estensioni analogiche o sanatorie ‘d’ufficio’.

Dove va depositato l’atto di appello contro una sentenza del Giudice di Pace?
Di regola, l’atto di impugnazione deve essere depositato presso la cancelleria dello stesso Giudice di Pace che ha emesso la sentenza, come stabilito dall’art. 582, comma 1, del codice di procedura penale.

È possibile depositare l’appello presso la cancelleria del Tribunale della stessa città?
No. Secondo la sentenza, questa possibilità è esclusa. La deroga che consentiva di depositare l’atto presso la cancelleria del tribunale del luogo in cui ci si trova era applicabile solo se tale luogo era diverso da quello in cui il giudice aveva emesso il provvedimento.

Se l’ufficio sbagliato trasmette l’atto a quello giusto, l’errore viene sanato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la trasmissione d’ufficio dell’atto da parte della cancelleria che lo ha ricevuto per errore non sana l’inammissibilità. L’atto è considerato irritualmente presentato sin dall’origine e la successiva trasmissione non può rimediare al vizio iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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