LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Deposito appello penale: vale il luogo di invio

La Corte di Cassazione ha chiarito che, anche durante la vigenza della normativa emergenziale Covid, il deposito appello penale effettuato presso la cancelleria di un tribunale diverso da quello che ha emesso la sentenza è da considerarsi tempestivo se avvenuto entro i termini. La normativa che introduceva il deposito telematico non ha abrogato le modalità tradizionali. Pertanto, la Corte ha annullato la declaratoria di inammissibilità per tardività emessa dalla Corte d’Appello, rinviando gli atti per il giudizio di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Deposito Appello Penale: la Cassazione fa chiarezza sulla normativa transitoria

Il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale della procedura penale, e la sua violazione può portare a conseguenze drastiche come l’inammissibilità di un’impugnazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico relativo al deposito appello penale durante il periodo di transizione normativa legato all’emergenza sanitaria e alla Riforma Cartabia. La pronuncia chiarisce che le nuove modalità telematiche non hanno soppiantato quelle tradizionali, salvaguardando così il diritto di difesa dell’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Milano che dichiarava inammissibile, perché tardivo, l’appello proposto da un imputato condannato in primo grado per associazione per delinquere e appropriazione indebita aggravata.

L’atto di appello era stato depositato in forma cartacea il 23 giugno 2022 presso la cancelleria del Tribunale di Crotone, rispettando quindi il termine ultimo fissato per il 27 giugno 2022. Tuttavia, l’atto era pervenuto alla cancelleria competente, quella del Tribunale di Milano, solo il 6 luglio 2022, a termine ormai scaduto. La Corte territoriale aveva ritenuto che la normativa emergenziale, che spingeva verso la digitalizzazione del processo, avesse reso inapplicabile la facoltà, prevista dall’art. 582, comma 2, del codice di procedura penale, di depositare l’impugnazione presso la cancelleria del luogo in cui ci si trova.

Il Principio Contestato: l’errata interpretazione del deposito appello penale

La Corte d’Appello aveva fondato la sua decisione di inammissibilità su un’interpretazione restrittiva della legislazione emergenziale (D.L. n. 137/2020). Secondo i giudici di secondo grado, l’introduzione del deposito telematico come modalità principale aveva di fatto abrogato la possibilità di utilizzare le forme tradizionali, come il deposito cartaceo presso un ufficio giudiziario diverso da quello che aveva emesso il provvedimento. Di conseguenza, l’unico momento rilevante per verificare la tempestività sarebbe stato quello dell’arrivo dell’atto alla cancelleria del giudice competente, avvenuto in questo caso oltre i termini.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno stabilito un principio di diritto fondamentale per orientare l’interpretazione delle norme procedurali nel periodo di transizione. La Corte ha chiarito che la disciplina emergenziale, pur introducendo il deposito telematico, non lo aveva previsto a pena di inammissibilità e non aveva esplicitamente derogato agli articoli 582 e 583 del codice di procedura penale.

Il deposito telematico era, quindi, una modalità alternativa e non esclusiva. Le forme tradizionali, tra cui il deposito personale presso la cancelleria del luogo in cui le parti o i difensori si trovavano (cosiddetto deposito analogico), rimanevano pienamente valide ed efficaci. La norma dell’art. 582, comma 2, c.p.p. è chiara: in tali casi, fa fede la data di presentazione dell’atto all’ufficio che lo riceve, il quale ha poi l’onere di trasmetterlo immediatamente a quello competente. Poiché l’appello era stato depositato a Crotone entro i termini di legge, doveva essere considerato tempestivo.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante baluardo a tutela del diritto di difesa. La Cassazione ha riaffermato che le norme procedurali, specialmente quelle che introducono nuove tecnologie, devono essere interpretate in modo da non creare oneri eccessivi o trappole per i difensori, soprattutto in una fase di transizione normativa. L’introduzione di una nuova modalità di deposito (telematica) non può significare l’automatica e implicita abrogazione delle modalità preesistenti, a meno che il legislatore non lo preveda espressamente. La decisione della Corte d’Appello è stata quindi annullata e gli atti sono stati ritrasmessi alla stessa Corte per la celebrazione del giudizio d’appello nel merito.

Durante il periodo della normativa emergenziale COVID, era ancora possibile depositare un appello penale presso la cancelleria di un tribunale diverso da quello che ha emesso la sentenza?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la facoltà prevista dall’art. 582, comma 2, del codice di procedura penale è rimasta in vigore. La normativa emergenziale ha introdotto il deposito telematico come modalità alternativa, ma non ha eliminato le forme di deposito tradizionali, incluso quello cartaceo presso un ufficio giudiziario diverso da quello competente.

Perché la Corte d’Appello aveva dichiarato l’appello inammissibile?
La Corte d’Appello lo aveva dichiarato inammissibile perché tardivo, ritenendo erroneamente che la normativa emergenziale avesse abrogato la possibilità di deposito in una cancelleria diversa. Di conseguenza, aveva considerato come unica data valida quella di ricezione dell’atto da parte del Tribunale competente, che era successiva alla scadenza del termine.

Qual è l’esito finale della decisione della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello che dichiarava l’inammissibilità. Ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello di Milano affinché proceda con il giudizio di merito, avendo riconosciuto che l’appello era stato presentato tempestivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati