Delega VPO: Quando è Troppo Tardi per Contestare?
La partecipazione del Vice Procuratore Onorario (VPO) al processo penale è un tema che solleva spesso questioni procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i termini per contestare la validità della delega VPO, stabilendo che l’eccezione di nullità deve essere sollevata tempestivamente, pena la sua inammissibilità. Analizziamo insieme questa importante pronuncia per comprendere le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un imputato, dopo essere stato condannato nei primi due gradi di giudizio, ha proposto ricorso per Cassazione affidandosi a due principali motivi. In primo luogo, ha lamentato una violazione di legge processuale, sostenendo che l’eccezione di nullità per mancato deposito della delega da parte del VPO fosse stata erroneamente respinta. Secondo la difesa, mancava la prova che il VPO fosse legittimato a rappresentare l’accusa. In secondo luogo, l’imputato ha censurato la mancata applicazione di una pena sostitutiva.
La Questione della Delega VPO e i Limiti dell’Eccezione
La Corte di Cassazione ha respinto entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Per quanto riguarda la questione della delega VPO, i giudici hanno fornito una duplice motivazione.
In primo luogo, il motivo è stato considerato generico ed esplorativo. La Corte ha sottolineato che è onere del ricorrente, in base al principio di vicinanza della prova, dimostrare l’assenza della delega. Nel caso di specie, l’imputato non solo non ha fornito tale prova, ma non ha neppure specificato quale dei vari VPO alternatisi nel processo sarebbe stato privo di legittimazione.
La Nullità e la Sanatoria
In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Cassazione ha qualificato la mancanza della delega al VPO come una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, comma 1, lett. b) del codice di procedura penale, relativa alla partecipazione necessaria del pubblico ministero. Tuttavia, tale nullità deve essere eccepita nei termini previsti dall’art. 180 c.p.p. Poiché l’eccezione non era stata sollevata nel corso del giudizio di primo grado, la Corte ha concluso che la presunta nullità si sarebbe comunque sanata, rendendo la doglianza tardiva e, quindi, inammissibile.
La Richiesta di Pena Sostitutiva in Cassazione
Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla mancata applicazione di una pena sostitutiva, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha rilevato che l’imputato non aveva mai formulato una richiesta in tal senso, né con l’atto di appello né durante il relativo giudizio. È un principio consolidato che non si possano introdurre per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione richieste che dovevano essere formulate nei gradi di merito.
Le Motivazioni
La decisione della Corte si fonda su principi cardine della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso, l’onere della prova e la tempestività delle eccezioni. Per quanto riguarda la delega VPO, la Cassazione ribadisce che le nullità, anche quelle di ordine generale, non possono essere fatte valere senza limiti di tempo. Il sistema processuale prevede specifici momenti e termini per sollevare tali vizi, superati i quali si verifica una sanatoria per garantire la stabilità delle decisioni e la ragionevole durata del processo. Sulla pena sostitutiva, la Corte riafferma la natura del giudizio di legittimità, che non può trasformarsi in una sede per presentare istanze o richieste omesse nei precedenti gradi di giudizio.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni pratiche. Primo: chi intende contestare la legittimità della partecipazione di un VPO per un vizio di delega deve farlo tempestivamente, già nel giudizio di primo grado, e deve supportare la propria eccezione con elementi concreti. Attendere il giudizio di Cassazione rende l’eccezione irrimediabilmente tardiva. Secondo: le richieste, come quella di applicazione di pene sostitutive, devono essere formulate nel corso del giudizio di merito. La Corte di Cassazione non è la sede adatta per rimediare a omissioni difensive avvenute in appello.
Cosa succede se l’eccezione sulla mancanza di delega VPO non viene sollevata in primo grado?
Secondo la Corte, la mancata delega al VPO integra una nullità di ordine generale che, se non eccepita nel corso del giudizio di primo grado, si considera sanata e non può essere fatta valere successivamente.
A chi spetta l’onere di provare l’assenza della delega del VPO?
La Corte ha stabilito che, in base al principio di vicinanza della prova, è onere del ricorrente dimostrare che il VPO era effettivamente privo della prescritta delega. Non è sufficiente una contestazione generica.
È possibile chiedere l’applicazione di una pena sostitutiva per la prima volta in Cassazione?
No, non è possibile. La Corte ha dichiarato inammissibile tale richiesta, poiché l’imputato non l’aveva mai formulata né nell’atto di appello né nel corso del relativo giudizio di merito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10639 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10639 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato il 17/11/1977
avverso la sentenza del 20/05/2024 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME
scrivere meglio ritenuto che il primo motivo di ricorso, che deduce violazione di legge processuale per avere erroneamente respinto l’eccezione di nullità dedotta in relazione al mancato deposito della delega da parte del VPO, sostenendo che la censura si riferiva all’assenza di prova in ordine al conferimento della delega al VPO, è generico poiché tale censura risulta avere carattere esplorativo, mentre è onere del ricorrente, in base al principio di vicinanza della prova, dimostrare che il VPO era privo della prescritta delega, considerato peraltro che dai verbali di udienza emerge che nel processo si sono alternati diversi VPO e il ricorrente neppure indica chi sarebbe stato privo di legittimazione ;
Che il motivo è comunque manifestamente infondato poiché il mancato conferimento della delega, da parte del Procuratore della Repubblica, al vice procuratore onorario integra la nullità di ordine generale prevista dall’art. 178, comma 1, lett. b) cod. proc. pen., concernente la violazione delle disposizioni relative alla partecipazione necessaria del pubblico ministero al procedimento ed è, pertanto, rilevabile nei modi e nei termini prescritti dall’art. 180 cod. proc. pen. (Sez. 5, n. 37524 del 14/10/2020, COGNOME Rv. 280077 – 01) e la relativa eccezione, che non è stata neppure sollevata nel corso del giudizio di in primo grado, sarebbe comunque sanata.
osservato che il secondo motivo di ricorso, con cui si formula censura in ordine alla mancata applicazione della pena sostitutiva non è consentito poiché il ricorrente non ha mai formulato una richiesta in tal senso né con l’atto di appello, né nel corso del giudizio di appello;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 18 febbraio 2025.