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Delega Vice Procuratore: valida anche se generale

Un individuo, condannato per lesioni personali dal Giudice di Pace, ha contestato la validità dell’azione penale, sostenendo che la delega conferita al Vice Procuratore Onorario fosse solo generale e non specifica per il suo caso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la delega al Vice Procuratore Onorario è valida anche se conferita in via generale per i procedimenti davanti al Giudice di Pace, non essendo richiesta una delega nominativa per ogni singolo fascicolo.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Delega Vice Procuratore Onorario: Quando è Valida l’Azione Penale?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1151/2024, si è pronunciata su una questione procedurale di grande rilevanza: la validità dell’azione penale esercitata da un magistrato onorario. Il caso offre l’occasione per chiarire i requisiti della delega vice procuratore onorario nei procedimenti davanti al Giudice di pace, stabilendo un principio fondamentale per la funzionalità degli uffici giudiziari.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Lesioni al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da una sentenza del Giudice di pace di Vallo della Lucania, che aveva condannato un uomo per il reato di lesioni personali, infliggendogli una multa di 1.500 euro. L’imputato, ritenendo viziato l’intero procedimento, ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un’unica, ma cruciale, obiezione di carattere procedurale.

Il Motivo del Ricorso: La Questione sulla Delega Vice Procuratore Onorario

Il ricorrente sosteneva che l’azione penale nei suoi confronti fosse stata illegittimamente esercitata. A suo dire, il vice-procuratore onorario (V.P.O.) che aveva curato la fase iniziale del processo non era munito di una delega specifica per quel determinato procedimento. Secondo la tesi difensiva, l’ordine di servizio generale con cui il Procuratore della Repubblica aveva assegnato le funzioni ai vari V.P.O. non era sufficiente a legittimare l’azione, essendo necessario un atto di delega ad hoc.

La Decisione della Corte: Validità della Delega Generale

La Suprema Corte ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno chiarito che, nel contesto dei procedimenti penali davanti al Giudice di pace, la delega vice procuratore onorario non deve essere necessariamente specifica e nominativa per ogni singolo caso. È sufficiente un provvedimento organizzativo di carattere generale con cui il Procuratore della Repubblica assegna i magistrati onorari a un determinato ufficio e alle relative funzioni.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su diversi punti cardine:

1. Natura della Delega: La delega è l’atto con cui il Procuratore, titolare dell’azione penale, affida a soggetti esterni (i V.P.O.) determinate attività e la rappresentanza in udienza. Questo non sposta la titolarità della funzione, che rimane in capo al Procuratore.
2. Precedenti Giurisprudenziali: La Cassazione ha richiamato un proprio precedente (sentenza n. 35882/2009), con cui aveva già stabilito la validità della citazione a giudizio sottoscritta dal V.P.O. delegato. Di conseguenza, anche una delega rilasciata per l’esercizio di tutte le funzioni ammesse dalla legge processuale deve considerarsi valida.
3. Interpretazione Normativa: La legge che disciplina il processo penale davanti al Giudice di pace (D.Lgs. 274/2000) non prevede che la delega debba essere nominativa. A differenza di altre norme dell’ordinamento giudiziario (come l’art. 72), l’articolo 50 del citato decreto non impone tale requisito. Ciò significa che è legittimo un atto che delega le funzioni a tutti i procuratori onorari in servizio presso un determinato ufficio.
4. Onere della Prova: Infine, la Corte ha sottolineato che, pur ammettendo la necessità di un’indicazione specifica del procedimento, la difesa non aveva prodotto in giudizio l’atto di delega oggetto di censura. L’assenza di tale documento ha impedito alla Corte di esercitare un controllo effettivo, rendendo il motivo di ricorso infondato.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di efficienza e pragmatismo nell’organizzazione degli uffici giudiziari. Imporre una delega nominativa per ogni singolo fascicolo assegnato a un vice-procuratore onorario comporterebbe un appesantimento burocratico sproporzionato. La decisione della Cassazione conferma che l’atto di assegnazione generale delle funzioni è sufficiente a legittimare l’operato dei V.P.O. nei procedimenti di competenza del Giudice di pace, garantendo così la validità degli atti da loro compiuti. Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Una delega generale conferita a un vice-procuratore onorario è sufficiente per esercitare l’azione penale davanti al Giudice di pace?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che una delega rilasciata per l’esercizio di tutte le funzioni proprie del pubblico ministero, per cui la legge processuale lo ammette, è da considerarsi valida e sufficiente.

La delega al vice-procuratore onorario deve essere nominativa, cioè specificare il nome del magistrato per ogni singolo procedimento?
No. Secondo la sentenza, la normativa specifica per il procedimento davanti al Giudice di pace (art. 50 del d.Lgs. n. 274 del 2000) non richiede che la delega sia nominativa, a differenza di quanto previsto da altre disposizioni dell’ordinamento giudiziario.

Cosa succede se l’atto di delega, di cui si contesta la validità, non viene prodotto in giudizio?
La Corte ha chiarito che la mancata produzione dell’atto oggetto di censura non permette un valido esercizio del sindacato di legittimità. Se la parte che solleva l’eccezione non fornisce il documento su cui si basa la sua contestazione, il motivo di ricorso non può essere accolto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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