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Decreto Penale: GIP non può assolvere per tenuità

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), a seguito di una richiesta di decreto penale di condanna da parte del Pubblico Ministero, non può pronunciare una sentenza di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa decisione, infatti, richiede l’instaurazione di un contraddittorio tra le parti, che è assente nel rito monitorio. La sentenza del GIP è stata quindi annullata, riaffermando i limiti procedurali del giudice in questa fase.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decreto Penale di Condanna: I Limiti del Giudice secondo la Cassazione

La richiesta di un decreto penale di condanna da parte del Pubblico Ministero apre a scenari procedurali ben definiti. Ma cosa succede se il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), anziché emettere il decreto, ritiene che il fatto sia di ‘particolare tenuità’ e decide di prosciogliere l’imputato? Con la sentenza n. 10910 del 2024, la Corte di Cassazione traccia una linea netta, annullando una decisione di questo tipo e chiarendo i poteri del GIP in questa delicata fase processuale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta del Procuratore della Repubblica di Pavia di emettere un decreto penale di condanna nei confronti di un imputato per un reato previsto dalla legge sulle armi (L. 110/1975). Il GIP del Tribunale di Pavia, invece di accogliere o respingere la richiesta, ha emesso una sentenza di non punibilità, applicando la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale.

Il Pubblico Ministero ha immediatamente impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il provvedimento del GIP fosse ‘abnorme’ e in violazione della legge processuale. L’accusa ha evidenziato che una declaratoria di particolare tenuità del fatto richiede necessariamente l’instaurazione di un contraddittorio tra le parti, elemento del tutto assente nel procedimento monitorio del decreto penale.

Il Ruolo del GIP di Fronte al Decreto Penale di Condanna

L’articolo 459 del codice di procedura penale definisce chiaramente le opzioni a disposizione del GIP quando riceve una richiesta di decreto penale di condanna. Le alternative sono tre:

1. Accoglimento della richiesta: Il giudice emette il decreto penale, condannando l’imputato alla pena pecuniaria richiesta.
2. Mancato accoglimento: Il giudice rigetta la richiesta e restituisce gli atti al Pubblico Ministero, qualora non ritenga sussistenti le condizioni per l’emissione del decreto.
3. Proscioglimento immediato: Il giudice può pronunciare una sentenza di proscioglimento, ma solo per le cause previste dall’art. 129 del codice di procedura penale (ad esempio, se il fatto non sussiste, l’imputato non lo ha commesso, o il fatto non costituisce reato).

La sentenza in esame chiarisce che l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. non rientra in quest’ultima categoria.

La Differenza tra Art. 129 c.p.p. e Art. 131-bis c.p.

La distinzione è cruciale. Le cause di proscioglimento dell’art. 129 c.p.p. sono evidenti e possono essere dichiarate de plano, ovvero senza necessità di un approfondimento dibattimentale. Al contrario, la valutazione sulla particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) è più complessa. Essa implica un accertamento completo della sussistenza del fatto, della sua illiceità e della sua attribuibilità all’imputato, oltre a considerazioni sulla minima offensività del comportamento. Questo tipo di valutazione, sottolinea la Corte, non può prescindere dal contraddittorio tra accusa e difesa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza del GIP. I giudici supremi hanno ribadito un principio fondamentale: l’istituto della particolare tenuità del fatto è una causa speciale di non punibilità di natura sostanziale, non una mera condizione di procedibilità. La sua applicazione richiede garanzie procedurali precise, tra cui il confronto tra le parti, che include anche la persona offesa, se presente.

Il rito monitorio, che porta all’emissione del decreto penale di condanna, è per sua natura privo di contraddittorio preventivo, essendo finalizzato alla celerità e alla deflazione del carico processuale. Consentire al GIP di prosciogliere autonomamente l’imputato ex art. 131-bis in questa sede creerebbe una scorciatoia procedurale non prevista dalla legge, ledendo le prerogative dell’accusa e le garanzie difensive.

La Corte ha richiamato anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (sent. Ksouri, 2018), la quale aveva già chiarito che la strada corretta per il GIP che intraveda una possibile tenuità del fatto è quella di rigettare la richiesta di decreto e restituire gli atti al Pubblico Ministero. Sarà poi quest’ultimo a valutare se procedere con una richiesta di archiviazione per la medesima causa.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio di diritto processuale: il GIP non ha il potere di emettere una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto nell’ambito del procedimento per decreto. Tale decisione è preclusa dalla natura stessa del rito monitorio, che non garantisce il necessario contraddittorio. L’annullamento della sentenza impugnata ripristina la corretta sequenza procedurale, riconducendo i poteri del GIP entro i binari tracciati dal legislatore e garantendo il rispetto dei ruoli di accusa e difesa.

Può il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) assolvere un imputato per ‘particolare tenuità del fatto’ dopo aver ricevuto una richiesta di decreto penale di condanna?
No. Secondo la sentenza, il GIP non può emettere una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) in questa fase, perché tale decisione richiede l’instaurazione di un contraddittorio tra le parti, assente nel procedimento per decreto.

Quali sono le opzioni del GIP di fronte a una richiesta di decreto penale di condanna?
Il GIP ha tre possibilità: 1) accogliere la richiesta ed emettere il decreto; 2) non accogliere la richiesta e restituire gli atti al Pubblico Ministero; 3) pronunciare una sentenza di proscioglimento immediato solo nei casi previsti dall’art. 129 c.p.p. (es. il fatto non sussiste).

Qual è la procedura corretta se il GIP ritiene che il fatto sia di particolare tenuità?
La procedura corretta, come indicato dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite citata nella sentenza, è rigettare la richiesta di decreto penale e restituire gli atti al Pubblico Ministero, affinché quest’ultimo valuti la possibilità di chiedere l’archiviazione del procedimento per particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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