LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Decorrenza termine misura alternativa: notifica decisiva

La Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza del termine per la richiesta di una misura alternativa alla detenzione inizia solo dopo la notifica sia al difensore sia al condannato. Un’istanza presentata dal legale non può essere considerata tardiva se il suo assistito non ha mai ricevuto la notifica formale della sospensione dell’ordine di esecuzione, anche se l’istanza contiene l’elezione di domicilio. La Corte ha annullato il provvedimento che aveva revocato la sospensione, ritenendo la domanda tempestiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decorrenza termine misura alternativa: quando parte il countdown?

La corretta individuazione della decorrenza del termine per la misura alternativa è un aspetto cruciale nella fase di esecuzione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: il termine di trenta giorni per presentare l’istanza non inizia a decorrere fino a quando la notifica della sospensione dell’ordine di esecuzione non sia stata perfezionata nei confronti sia del difensore sia del condannato. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenza definitiva a una pena detentiva, si vedeva sospendere l’ordine di esecuzione da parte del Pubblico Ministero. Tale provvedimento, finalizzato a consentirgli di richiedere una misura alternativa al carcere, veniva notificato unicamente al suo difensore. L’avvocato depositava l’istanza per la misura alternativa, ma oltre trenta giorni dopo aver ricevuto la notifica.

Il Pubblico Ministero, ritenendo la domanda tardiva, revocava la sospensione e dava corso all’esecuzione della pena. Il Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, confermava questa decisione, sostenendo che la notifica al difensore fosse sufficiente a far scattare il termine e che la presentazione dell’istanza, contenente l’elezione di domicilio, dimostrasse la conoscenza dell’atto anche da parte del condannato. Contro questa ordinanza, la difesa proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e disponendo l’immediata scarcerazione del condannato. I giudici hanno chiarito che, in assenza di una notifica formale al condannato, il termine per la presentazione della domanda di misura alternativa non era mai iniziato a decorrere. Di conseguenza, l’istanza del difensore doveva considerarsi pienamente tempestiva.

Le Motivazioni: la decorrenza del termine e il principio della doppia notifica

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite nel 2021. La legge prevede che, per atti che devono essere notificati a più soggetti (in questo caso, il condannato e il suo difensore), il termine per compiere un’attività processuale decorre per tutti a partire dall’ultima notifica effettuata.

Questo principio garantisce che entrambe le parti abbiano a disposizione l’intero lasso di tempo previsto dalla legge per esercitare i propri diritti. Nel caso specifico, la notifica era stata effettuata solo al difensore e mai al diretto interessato. Pertanto, secondo la Cassazione, il termine di trenta giorni non aveva mai iniziato il suo corso. L’interpretazione del giudice dell’esecuzione è stata ritenuta errata, in quanto la presentazione dell’istanza e la contestuale elezione di domicilio, pur indicando una conoscenza di fatto del provvedimento, non possono sanare il vizio di una notifica mai avvenuta. La notifica è un atto formale il cui compimento è condizione imprescindibile per la decorrenza dei termini processuali.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza le garanzie difensive nella fase esecutiva. Stabilisce in modo inequivocabile che il diritto a richiedere una misura alternativa non può essere pregiudicato da un’omissione procedurale dell’organo dell’accusa. La conoscenza ‘di fatto’ di un provvedimento non può mai sostituire la conoscenza ‘legale’ che solo una notifica formale può garantire. La Corte, annullando il provvedimento e ripristinando la sospensione del titolo esecutivo, ha riaffermato la centralità del rispetto delle regole processuali come fondamento dello stato di diritto, assicurando che il condannato possa effettivamente giocarsi la possibilità di accedere a un percorso di reinserimento alternativo al carcere.

Da quando inizia a decorrere il termine di 30 giorni per chiedere una misura alternativa alla detenzione?
Il termine decorre ‘per entrambi’ i soggetti (condannato e difensore) a partire dalla data in cui viene eseguita l’ultima notifica del provvedimento di sospensione dell’ordine di esecuzione.

Se solo l’avvocato riceve la notifica, la domanda di misura alternativa può essere considerata tardiva?
No. Se il condannato non viene formalmente notificato, il termine di trenta giorni non inizia a decorrere. Pertanto, la domanda presentata dal difensore deve essere considerata tempestiva, indipendentemente da quando venga depositata.

L’elezione di domicilio fatta dal condannato all’interno della domanda di misura alternativa sostituisce la notifica formale?
No. Secondo la Corte, l’elezione di domicilio non può essere considerata un atto equipollente alla notifica. La sua efficacia si produce dal momento del deposito dell’istanza, ma non può sanare la mancata notifica precedente, che è il presupposto indispensabile per la decorrenza del termine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati