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Datore di lavoro: chi è nelle aziende complesse?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22584/2025, ha confermato l’assoluzione del presidente di una grande società cooperativa, stabilendo che in organizzazioni complesse il ruolo di datore di lavoro per la sicurezza può essere ricoperto da manager a capo di singole unità produttive. Condizione essenziale è che questi soggetti dispongano di piena autonomia decisionale e di spesa. La Corte ha distinto tale investitura originaria dalla semplice delega di funzioni, chiarendo che gli obblighi non delegabili, come la valutazione dei rischi, ricadono direttamente su tali figure apicali di unità.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Datore di lavoro: chi è nelle aziende complesse?

Identificare correttamente chi sia il datore di lavoro ai fini della sicurezza sul lavoro è una delle questioni più delicate e cruciali per le aziende, specialmente per quelle di grandi dimensioni e con una struttura articolata. La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 22584 del 2025, è tornata su questo tema, offrendo chiarimenti fondamentali sulla figura del cosiddetto “datore di lavoro decentrato” e sulla sua distinzione rispetto alla mera delega di funzioni. La pronuncia analizza il caso del presidente di un consiglio di amministrazione di una grande cooperativa, accusato di non aver adempiuto agli obblighi di valutazione dei rischi.

I Fatti del Caso

Il presidente del Consiglio di Amministrazione di una nota società cooperativa operante nel settore della grande distribuzione veniva accusato di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. In particolare, gli veniva contestato di non aver effettuato la valutazione di tutti i rischi e di non aver designato il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per le due principali divisioni aziendali: Ipermercati e Supermercati.

La Decisione del Tribunale di Primo Grado

Contrariamente alle richieste dell’accusa, il Tribunale ha assolto l’imputato. La motivazione si fondava su un’attenta analisi della struttura organizzativa della società. I giudici hanno accertato che le due divisioni (Ipermercati e Supermercati) non erano semplici ripartizioni interne, ma vere e proprie “unità produttive” autonome. A capo di ciascuna di esse erano stati posti due dirigenti, dotati, tramite procure speciali, di pieni poteri decisionali e di spesa. Per il Tribunale, questi due manager erano i veri datori di lavoro ex lege per le rispettive unità, e su di loro gravavano gli obblighi di sicurezza, che di fatto avevano correttamente adempiuto.

Il Ricorso del Pubblico Ministero

Il Pubblico Ministero ha impugnato la sentenza di assoluzione, sostenendo che il Tribunale avesse commesso un errore di diritto. Secondo l’accusa, l’unico datore di lavoro originario era il Consiglio di Amministrazione o il suo presidente. I due manager, essendo esterni al CdA, non potevano essere considerati datori di lavoro a titolo originario. Le procure speciali, a parere del ricorrente, dovevano essere interpretate come mere “deleghe di funzioni” ai sensi dell’art. 16 del D.Lgs. 81/2008. Di conseguenza, gli obblighi non delegabili, come la valutazione dei rischi (art. 17), sarebbero rimasti in capo al presidente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Pubblico Ministero, confermando la sentenza di assoluzione. Le motivazioni della Corte sono di grande interesse perché tracciano una linea netta tra l’individuazione del datore di lavoro e l’istituto della delega di funzioni.

Il Principio Sostanziale per l’Identificazione del Datore di Lavoro

La Corte ribadisce un principio consolidato: per la normativa sulla sicurezza, il datore di lavoro non è identificato da una qualifica formale, ma da un criterio sostanziale. È colui che, di fatto, esercita i poteri decisionali e di spesa. La legge stessa (art. 2, co. 1, lett. b), D.Lgs. 81/2008) prevede che, in base all’organizzazione dell’impresa, la responsabilità possa ricadere sul soggetto a capo dell’unità produttiva.

La figura del datore di lavoro apicale e dei datori di lavoro decentrati

Nelle organizzazioni complesse, è possibile la coesistenza di più figure datoriali. Esiste un datore di lavoro “apicale” (al vertice dell’intera organizzazione) e uno o più datori di lavoro “sottordinati” o “decentrati”, che gestiscono singole unità produttive autonome. Questi ultimi sono i garanti originari della sicurezza per la loro specifica unità, purché siano dotati di reale autonomia gestionale, decisionale e di spesa.

Delega di Funzioni vs. Investitura Originaria

La Cassazione chiarisce che il caso in esame non riguarda una delega di funzioni. La delega (art. 16) è un atto con cui un datore di lavoro già individuato trasferisce alcuni compiti a un delegato. L’individuazione del manager come datore di lavoro dell’unità produttiva è, invece, un’operazione logica precedente: si riconosce che, per quella specifica articolazione aziendale, il garante originario è proprio quel soggetto. Di conseguenza, gli obblighi non delegabili previsti dall’art. 17 (come la redazione del DVR) gravano direttamente su di lui, non in virtù di una delega, ma in forza della sua posizione.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio per la gestione della sicurezza nelle aziende strutturate. La responsabilità penale non risale automaticamente al vertice aziendale, come il Presidente del CdA o l’Amministratore Delegato. Se l’azienda è organizzata in unità produttive autonome, e i manager preposti a tali unità sono dotati di effettivi e autonomi poteri decisionali e di spesa, essi assumono la qualifica di datori di lavoro a tutti gli effetti per l’ambito di loro competenza. Questo comporta che su di loro ricadono direttamente tutti gli obblighi, inclusi quelli che la legge definisce “non delegabili”. Per le imprese, ciò significa che una corretta strutturazione organizzativa, con procure e poteri chiaramente definiti, è fondamentale non solo per l’efficienza gestionale ma anche per una corretta attribuzione delle responsabilità in materia di sicurezza.

In una grande azienda, il presidente del CdA è sempre il datore di lavoro responsabile per la sicurezza?
No. Secondo la sentenza, se l’azienda è articolata in unità produttive dotate di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale, il datore di lavoro per la sicurezza è il soggetto preposto a tale unità, a condizione che eserciti effettivi poteri decisionali e di spesa. La responsabilità non ricade automaticamente sul vertice aziendale.

Che differenza c’è tra una “delega di funzioni” e l’individuazione di un “datore di lavoro decentrato”?
La delega di funzioni (ex art. 16 D.Lgs. 81/2008) è un atto con cui un datore di lavoro, già identificato, trasferisce compiti a un altro soggetto. L’individuazione di un datore di lavoro decentrato è invece il riconoscimento che, a causa della struttura aziendale, un manager a capo di un’unità produttiva è il garante originario della sicurezza per quell’area, non per delega ma per investitura diretta derivante dalla sua posizione e poteri.

Quali poteri deve avere un manager per essere considerato datore di lavoro di un’unità produttiva?
Deve essere titolare di autonomi poteri decisionali e di spesa, adeguati a far fronte a tutte le esigenze di prevenzione e protezione richieste dalla legge per la sua unità produttiva. Deve avere la capacità di organizzare il lavoro e di stanziare le risorse economiche necessarie per garantire la sicurezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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