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DASPO tardivo: ricorso inammissibile per tardività

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro la convalida di un DASPO. La decisione si fonda sulla tardività dell’impugnazione, presentata oltre il termine di 15 giorni. La Corte ha inoltre chiarito, a titolo di completezza, che la procedura di convalida del DASPO tardivo era stata comunque corretta, rispettando il termine complessivo di 96 ore dalla notifica al soggetto interessato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO tardivo: la Cassazione chiarisce i termini per l’impugnazione

Recentemente, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso riguardante un DASPO tardivo, offrendo importanti chiarimenti sui termini procedurali per l’impugnazione di tali provvedimenti. La sentenza evidenzia un principio fondamentale: il rispetto delle scadenze legali è un requisito imprescindibile per poter accedere alla giustizia. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni a cui sono giunti i giudici.

I Fatti del Caso: un DASPO e il ricorso

Il caso ha origine da un provvedimento di DASPO emesso dal Questore nei confronti di un soggetto. La misura non solo gli vietava l’accesso a manifestazioni sportive per cinque anni, ma gli imponeva anche l’obbligo di presentarsi in caserma durante lo svolgimento delle partite di due specifiche squadre di calcio. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) convalidava successivamente tale provvedimento.

L’interessato, ritenendo la procedura irregolare, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua tesi difensiva si basava su un presunto vizio procedurale: a suo dire, erano trascorse più di 48 ore tra la notifica del DASPO e la trasmissione degli atti dal Pubblico Ministero al GIP per la convalida. Questo ritardo, secondo il ricorrente, avrebbe dovuto causare la decadenza della misura.

La Decisione della Corte di Cassazione sul DASPO tardivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una ragione puramente procedurale: la tardività del ricorso stesso. I giudici hanno constatato che il ricorso era stato depositato ben oltre il termine di 15 giorni previsto dalla legge, rendendo impossibile qualsiasi valutazione nel merito delle doglianze sollevate.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si articola su due livelli, uno principale e decisivo, e uno secondario, offerto per completezza argomentativa (per mero tuziorismo).

Inammissibilità per Tardività dell’Impugnazione

Il punto centrale della decisione è il mancato rispetto dei termini per impugnare. L’articolo 585 del codice di procedura penale stabilisce che il termine per presentare un’impugnazione contro un’ordinanza emessa in camera di consiglio è di 15 giorni dalla notificazione del provvedimento. Nel caso specifico, l’ordinanza del GIP era stata notificata al ricorrente il 4 maggio, fissando la scadenza per l’impugnazione al 19 maggio. Tuttavia, il ricorso è stato depositato solo il 24 giugno, un mese dopo la scadenza. Questa tardività ha reso il ricorso irricevibile, precludendo alla Corte l’esame delle questioni sollevate.

L’Argomento sul DASPO tardivo: una Chiarificazione per Tuziorismo

Nonostante l’inammissibilità fosse già sufficiente a chiudere il caso, la Corte ha voluto comunque affrontare, seppur brevemente, la questione del presunto DASPO tardivo. I giudici hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: il termine rilevante per la validità della convalida non è quello delle 48 ore tra notifica e richiesta del PM, ma il termine complessivo di 96 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato, entro cui il GIP deve intervenire. Nel caso di specie, questo termine complessivo era stato rispettato, rendendo la doglianza del ricorrente manifestamente infondata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione ribadisce due concetti cruciali nel diritto processuale penale. In primo luogo, la perentorietà dei termini per le impugnazioni: il mancato rispetto delle scadenze processuali comporta l’inammissibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza delle ragioni esposte. In secondo luogo, chiarisce la corretta interpretazione dei tempi per la convalida del DASPO, confermando che il riferimento è il termine massimo di 96 ore dalla notifica al soggetto. La decisione sottolinea l’importanza di agire con tempestività e precisione nel contesto legale, pena la perdita del diritto di far valere le proprie ragioni.

Qual è il termine per impugnare un’ordinanza come quella di convalida del DASPO?
Secondo l’articolo 585 del codice di procedura penale, il termine per impugnare un’ordinanza emessa in camera di consiglio è di 15 giorni, che decorrono dalla notificazione del provvedimento.

Cosa accade se un ricorso viene depositato oltre il termine stabilito dalla legge?
Se un ricorso viene depositato dopo la scadenza del termine perentorio, viene dichiarato inammissibile. Questo significa che il giudice non può esaminare il merito della questione, e la decisione impugnata diventa definitiva.

Qual è il termine complessivo entro cui il GIP deve convalidare un DASPO con obbligo di firma?
La giurisprudenza consolidata, richiamata dalla Corte, stabilisce che il provvedimento di convalida del GIP deve intervenire entro il termine complessivo di 96 ore dalla notifica del DASPO all’interessato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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