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DASPO nullo: la convalida prima delle 48 ore

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione alla polizia. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine minimo di 48 ore concesso all’interessato per preparare la propria difesa. A causa dell’assenza dell’orario di emissione nel provvedimento del giudice, è risultato impossibile verificare il rispetto di tale termine perentorio, portando a dichiarare il DASPO nullo per violazione del diritto al contraddittorio.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO Nullo: Perché il Rispetto delle 48 Ore è Cruciale per la Difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 12 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la convalida di un DASPO con obbligo di firma può essere dichiarata un DASPO nullo se non viene rispettato il termine minimo di 48 ore per consentire all’interessato di preparare le proprie difese. Questa pronuncia sottolinea come i vizi procedurali non siano mere formalità, ma garanzie essenziali dei diritti individuali.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un cittadino destinatario di un provvedimento del Questore che gli imponeva, per cinque anni, il divieto di accedere a manifestazioni sportive di calcio e pallacanestro, unitamente all’obbligo di presentarsi in Questura prima e dopo ogni incontro della sua squadra del cuore e della Nazionale. Il provvedimento amministrativo gli veniva notificato in data 16/03/2023 alle ore 17:10. La richiesta di convalida del Pubblico Ministero veniva depositata il giorno seguente, mentre il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) emetteva l’ordinanza di convalida in data 18/03/2023. Il problema cruciale, sollevato dalla difesa, era l’assenza dell’orario di emissione su tale ordinanza, che rendeva impossibile verificare se il termine di 48 ore dalla notifica fosse stato effettivamente rispettato.

Il Principio del DASPO Nullo per Violazione del Diritto di Difesa

Il ricorrente ha basato il suo ricorso in Cassazione su un motivo principale, ritenuto assorbente rispetto agli altri: la violazione del diritto al contraddittorio. Secondo la difesa, il Giudice non avrebbe concesso il tempo minimo necessario per formulare argomentazioni difensive. Il termine di 48 ore, che scadeva alle 17:10 del 18/03, rappresenta una finestra temporale incomprimibile, funzionale a permettere all’interessato di esaminare gli atti e depositare memorie. L’incertezza sull’orario di convalida, secondo il ricorrente, generava un’indebita compressione del diritto di difesa, tale da rendere l’atto invalido.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente la tesi difensiva, dichiarando il DASPO nullo. Richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, i giudici hanno ribadito che la convalida dell’obbligo di presentazione all’autorità di polizia non può intervenire prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore. Questo termine è considerato indispensabile per garantire un esercizio effettivo del diritto di difesa. Il mancato rispetto di questo intervallo temporale costituisce una causa di nullità generale, ai sensi dell’art. 178, lett. c) del codice di procedura penale, poiché inibisce la possibilità di approntare difese congrue ed efficaci. La Corte ha inoltre specificato, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, che in tema di libertà personale non è ammesso ricorrere a presunzioni sulla regolarità formale degli atti giudiziari. L’assenza dell’ora nel provvedimento di convalida ha reso impossibile accertare il rispetto del termine dilatorio, imponendo così l’annullamento dell’ordinanza impugnata.

Le Conclusioni

L’epilogo della vicenda è stato l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza di convalida e la conseguente dichiarazione di inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione. Questa sentenza è un importante monito sull’importanza del rigore procedurale, specialmente quando sono in gioco limitazioni della libertà personale. Dimostra che il diritto di difesa non tollera scorciatoie o incertezze: anche un dettaglio apparentemente piccolo come un orario mancante può invalidare un atto restrittivo e portare a considerare un DASPO nullo, ripristinando le garanzie fondamentali del giusto processo.

Quanto tempo deve passare prima che il Giudice possa convalidare un DASPO con obbligo di firma?
La convalida da parte del giudice non può intervenire prima che siano trascorse 48 ore dal momento in cui il provvedimento del Questore è stato notificato all’interessato, per garantirgli un tempo adeguato a preparare la propria difesa.

Cosa succede se l’ordinanza di convalida del DASPO non riporta l’orario di emissione?
Se l’ordinanza non indica l’orario e, di conseguenza, non è possibile verificare con certezza che il termine minimo di 48 ore per la difesa sia stato rispettato, la convalida è viziata da nullità generale e deve essere annullata.

Un vizio di procedura può rendere inefficace un DASPO?
Sì, come dimostra questa sentenza, il mancato rispetto di una norma procedurale posta a garanzia del diritto di difesa, come il termine di 48 ore, è un vizio grave che comporta l’annullamento della convalida e rende inefficace la misura restrittiva dell’obbligo di presentazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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