Danno di Speciale Tenuità nella Rapina: Non Conta Solo il Bottino
Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nel diritto penale: l’applicazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità nel reato di rapina. La decisione sottolinea un principio fondamentale: per valutare la lieve entità del danno, non basta guardare al valore economico del bene sottratto, ma è necessario un esame complessivo che tenga conto anche della violenza e del pregiudizio arrecato alla persona.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato in Corte d’Appello per il reato di rapina aggravata. L’unica doglianza mossa in sede di legittimità riguardava la mancata concessione dell’attenuante prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale, relativa al danno patrimoniale di speciale tenuità. Nel caso di specie, il valore dei beni sottratti ammontava a 1000,00 euro. Tuttavia, l’azione criminosa non si era limitata alla sottrazione del bene, ma era stata caratterizzata da una violenza che aveva causato un “consistente pregiudizio fisico e morale” alla vittima. Inoltre, per garantirsi la fuga e l’impunità, l’imputato aveva colpito a più riprese anche le forze dell’ordine intervenute.
La Decisione della Corte e il Danno di Speciale Tenuità
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo una mera riproposizione di argomenti già correttamente esaminati e respinti dal giudice di merito. La Corte ha colto l’occasione per ribadire l’orientamento consolidato della giurisprudenza in materia di danno di speciale tenuità applicato al delitto di rapina. La questione centrale non è il valore del bottino, ma la natura stessa del reato.
Le Motivazioni
Il cuore della motivazione risiede nel concetto di “natura plurioffensiva” del reato di rapina. Questo delitto, infatti, non lede soltanto il patrimonio della vittima, ma aggredisce contemporaneamente altri beni giuridici di primaria importanza: la libertà e l’integrità fisica e morale della persona. La violenza o la minaccia sono elementi costitutivi della rapina e la distinguono dal semplice furto.
Di conseguenza, la valutazione richiesta al giudice per l’applicazione dell’attenuante non può essere parziale e limitata al solo aspetto economico. Deve, invece, essere una valutazione complessiva dell’intero pregiudizio causato. In altre parole, non è sufficiente che il bene sottratto sia di “modestissimo valore economico”. Occorre che l’intera vicenda, compresi gli effetti dannosi sulla persona, possa essere considerata di speciale tenuità.
Nel caso analizzato, i giudici hanno ritenuto che la violenza usata contro la vittima e, successivamente, contro le forze dell’ordine, costituisse un pregiudizio di tale rilevanza da escludere a priori la possibilità di qualificare il danno complessivo come particolarmente lieve.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame consolida un principio di diritto di grande importanza pratica. Per chi si trova a difendersi dall’accusa di rapina, è chiaro che non si potrà far leva unicamente sul basso valore della refurtiva per sperare in una riduzione di pena. La condotta nel suo complesso, e in particolare il grado di violenza esercitata, sarà l’elemento determinante. Per gli operatori del diritto, questa decisione è un monito a considerare sempre la dimensione umana e personale del reato, specialmente in quelli, come la rapina, che vedono una diretta aggressione alla vittima. La valutazione del danno, quindi, trascende il mero calcolo matematico per abbracciare una visione più ampia della lesione giuridica.
Perché l’attenuante del danno di speciale tenuità non è stata applicata in questo caso di rapina?
Non è stata applicata perché, oltre al danno patrimoniale di 1000 euro, l’imputato ha causato un consistente pregiudizio fisico e morale alla vittima e ha usato violenza contro le forze dell’ordine. La valutazione del danno deve essere complessiva e non limitata al solo valore economico del bene sottratto.
Cosa si intende per natura plurioffensiva del delitto di rapina?
Si intende che il reato di rapina non danneggia solo il patrimonio della vittima (il bene rubato), ma anche altri beni giuridici fondamentali come la sua libertà personale e la sua integrità fisica e morale, a causa della violenza o della minaccia esercitata.
Il basso valore economico di un bene rubato è sufficiente per ottenere l’attenuante del danno di speciale tenuità in una rapina?
No, non è sufficiente. Secondo la sentenza, è necessario valutare anche gli effetti dannosi connessi alla lesione della persona (violenza, minaccia, paura). Solo se il pregiudizio complessivo, sia patrimoniale che personale, risulta di speciale tenuità, si può applicare l’attenuante.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24078 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24078 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 23/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 03/12/2001
avverso la sentenza del 27/09/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
Considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la mancata applicazione, nel giudizio di responsabilità per il reato di rapina aggravata, della circostanza attenuante di cui all’art. 62 n. 4 cod. pen., è privo di specificità perché meramente riproduttivo di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito;
sul punto, la giurisprudenza ha chiarito che «ai fini della configurabilità dell’attenuante del danno di speciale tenuità con riferimento al delitto di rapina, non è sufficiente che il bene mobile sottratto sia di modestissimo valore economico, ma occorre valutare anche gli effetti dannosi connessi alla lesione della persona contro la quale è stata esercitata la violenza o la minaccia, attesa la natura plurioffensiva del delitto “de quo”, il quale lede non solo il patrimonio, ma anche la libertà e l’integrità fisica e morale della persona aggredita per la realizzazione del profitto. Ne consegue che, solo ove la valutazione complessiva del pregiudizio sia di speciale tenuità può farsi luogo all’applicazione dell’attenuante, sulla base di un apprezzamento riservato al giudice di merito e non censurabile in sede di legittimità, se immune da vizi logico-giuridici» (Sez. 2, n. 32100 del 01/06/2021, Profili, non mass.).
nel caso di specie il giudice di appello, facendo riferimento al valore del bene sottratto (1000,00 euro) e alle concrete modalità del fatto – caratterizzato dalla circostanza che l’imputato non solo si è impossessato del bene con violenza, arrecando un consistente pregiudizio fisico e morale alla persona offesa, ma ha anche colpito a più riprese le forze dell’ordine per garantirsi l’impunità – ha dunque adeguatamente motivato in ordine alle ragioni per cui non vi sia spazio per definire il danno arrecato particolarmente lieve (sul punto, si veda pag. 3 della sentenza impugnata);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del
ammende.
Così deciso in Roma, il 23 maggio 2025
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Il Consigliere tensore
Il Prepente