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Custodia cautelare in carcere: annullata per over 70

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza che ripristinava la custodia cautelare in carcere per un uomo di oltre 70 anni, sorpreso nel giardino di casa mentre era agli arresti domiciliari. La Corte ha ritenuto la violazione di lieve entità e la motivazione del provvedimento restrittivo inadeguata, non sussistendo le esigenze cautelari di ‘eccezionale rilevanza’ richieste dalla legge per gli ultrasettantenni. Di conseguenza, ha disposto l’immediata scarcerazione e il ripristino degli arresti domiciliari.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Custodia Cautelare in Carcere per Over 70: Quando una Violazione Lieve non Basta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio di proporzionalità riguardo alla custodia cautelare in carcere per gli ultrasettantenni. Il caso analizzato chiarisce che una violazione di lieve entità degli arresti domiciliari non è sufficiente a giustificare un aggravamento della misura, specialmente quando la legge richiede esigenze cautelari di ‘eccezionale rilevanza’.

I Fatti: Dagli Arresti Domiciliari al Carcere

Il protagonista della vicenda è un uomo di oltre 70 anni, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) aveva aggravato la sua posizione, disponendo il ritorno in prigione, dopo che le forze dell’ordine lo avevano trovato nel giardino della sua abitazione, un’area alla quale non era stato autorizzato ad accedere.

La polizia era intervenuta per un controllo di routine e non a seguito di un allarme del braccialetto elettronico, che infatti non era scattato. L’uomo era intento a raccogliere sfalci e potature, giustificando la sua presenza in giardino con la necessità di sbloccare il motore di una vasca.

Le Ragioni del Ricorso

La difesa ha contestato la decisione di aggravamento, sottolineando diversi punti:
1. La violazione era minima e dettata da una necessità contingente.
2. L’assenza di un allarme del braccialetto elettronico e la porta di casa aperta dimostravano la mancanza di un intento di fuga o di eludere i controlli.
3. Le alte mura perimetrali del giardino impedivano contatti con l’esterno, rendendo infondato il timore di comunicazioni non autorizzate.
4. L’età avanzata del ricorrente (oltre 70 anni) e il risarcimento del danno alla persona offesa per 35.000 euro deponevano a favore di una minore pericolosità sociale.

Secondo la difesa, non sussistevano le esigenze di eccezionale gravità richieste dall’art. 275 del codice di procedura penale per applicare la custodia cautelare in carcere a un soggetto di quell’età.

La Decisione della Cassazione sulla custodia cautelare in carcere

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso. Ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale della Libertà sia quella del G.i.p., disponendo l’immediata scarcerazione del ricorrente e il ripristino della misura degli arresti domiciliari. Questa decisione ha posto fine alla questione in modo definitivo, senza la necessità di un nuovo giudizio.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nella valutazione della gravità della trasgressione. La Corte ha ritenuto che la motivazione dei giudici di merito fosse inadeguata e basata su congetture. Non c’erano prove concrete di contatti con terzi; al contrario, la polizia aveva constatato che l’uomo era solo e impegnato in lavori di giardinaggio.

La Corte ha stabilito che la violazione commessa non superava la soglia della ‘lieve entità’. Di conseguenza, non poteva giustificare l’applicazione della misura più afflittiva per un ultrasettantenne. Per questa categoria di persone, la legge impone un vaglio di particolare rigore: la custodia cautelare in carcere può essere disposta solo in presenza di esigenze cautelari di ‘eccezionale rilevanza’. Tali esigenze, nel caso di specie, erano del tutto assenti.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di civiltà giuridica: le misure cautelari devono essere sempre proporzionate alla gravità del fatto e alla pericolosità del soggetto. Per le persone anziane, il legislatore ha previsto una tutela rafforzata, limitando il ricorso al carcere ai soli casi di eccezionale gravità. Una violazione marginale delle prescrizioni, priva di un reale allarme sociale, non può automaticamente condurre alla misura più drastica. La decisione della Cassazione serve da monito a valutare ogni situazione nel suo contesto specifico, evitando automatismi che possono risultare ingiustamente punitivi.

Può una violazione lieve degli arresti domiciliari giustificare la custodia cautelare in carcere per un ultrasettantenne?
No. Secondo la sentenza, per una persona che ha superato i 70 anni, la legge richiede esigenze cautelari di ‘eccezionale rilevanza’. Una violazione di lieve entità, come trovarsi nel proprio giardino per motivi contingenti e senza contatti con terzi, non è sufficiente a integrare tale requisito.

Quale valore ha la mancanza di un allarme del braccialetto elettronico nel giudizio della Corte?
La Corte ha considerato rilevante il fatto che la polizia sia intervenuta per un controllo di routine e non a seguito di un allarme. Questo, unito alla constatazione che il dispositivo fisso in casa non aveva segnalato anomalie, ha rafforzato la tesi di una violazione non premeditata o grave, contribuendo a qualificarla come di ‘lieve entità’.

Cosa significa ‘annullamento senza rinvio’ in questo specifico caso?
Significa che la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del tribunale precedente in modo definitivo, senza bisogno che un altro giudice riesamini la questione. Ha direttamente ordinato la scarcerazione dell’imputato e il ripristino degli arresti domiciliari, ritenendo i fatti sufficientemente chiari per una decisione finale che non richiedeva ulteriori valutazioni di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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