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Costituzione parte civile: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro l’ordinanza che ne aveva escluso la costituzione di parte civile. Il Tribunale aveva respinto l’istanza perché la procura speciale era stata depositata in formato cartaceo anziché telematico. La Cassazione ha stabilito che, sebbene la decisione del Tribunale potesse essere illegittima, non era ‘abnorme’, requisito indispensabile per poter impugnare un’ordinanza di esclusione della parte civile.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Costituzione Parte Civile: Quando l’Esclusione è Inappellabile?

La costituzione di parte civile rappresenta uno strumento fondamentale per la vittima di un reato, permettendole di chiedere il risarcimento dei danni direttamente all’interno del processo penale. Tuttavia, le formalità procedurali, specialmente nell’era della digitalizzazione, possono creare ostacoli. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico, chiarendo i ristretti limiti entro cui è possibile impugnare un’ordinanza che esclude la parte civile dal processo.

I fatti di causa

Nel corso di un’udienza predibattimentale per un reato di truffa, una società automobilistica tentava di costituirsi parte civile. Il legale della società depositava in udienza la procura speciale in formato cartaceo. Il Tribunale, accogliendo l’eccezione della difesa dell’imputato, non ammetteva la costituzione di parte civile, ritenendo che la procura dovesse essere depositata telematicamente, in copia informatica autenticata con firma digitale, come previsto dall’art. 122, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

La società non si arrendeva e, tramite il suo difensore, presentava ricorso per cassazione, sostenendo che la decisione del Tribunale fosse errata e basata su una scorretta applicazione delle norme sul processo penale telematico.

La questione della costituzione parte civile tra cartaceo e telematico

La difesa della società ricorrente argomentava che l’articolo 78 del codice di procedura penale consente la presentazione dell’atto di costituzione di parte civile direttamente in udienza. Sosteneva, inoltre, che le norme sul deposito telematico (art. 111-bis e 111-ter c.p.p.) prevedono eccezioni per gli atti che, per loro natura, non possono essere acquisiti in formato digitale, e dispongono comunque la successiva conversione in digitale degli atti cartacei, senza invalidare la costituzione avvenuta in udienza.

La questione sottoposta alla Corte era quindi se la costituzione di parte civile, con relativa procura speciale, potesse essere validamente presentata in formato cartaceo durante l’udienza, nonostante la regola generale del deposito telematico.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: la distinzione tra illegittimità e abnormità

La Corte di Cassazione, pur prendendo atto delle argomentazioni della ricorrente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione della Corte non entra nel merito della diatriba tra deposito cartaceo e telematico, ma si concentra su un aspetto processuale preliminare e decisivo.

I giudici hanno richiamato un principio consolidato: l’ordinanza che esclude la parte civile, di regola, non è un provvedimento impugnabile autonomamente. L’unica eccezione si ha quando tale provvedimento è affetto da “abnormità”. Un atto è considerato abnorme non quando è semplicemente illegittimo o errato, ma quando è talmente anomalo e stravagante da porsi al di fuori del sistema processuale.

Nel caso specifico, la decisione del Tribunale di escludere la parte civile per il mancato rispetto delle forme telematiche, pur potendo essere considerata – in astratto – illegittima, non è stata ritenuta abnorme. Si è trattato di un’interpretazione della normativa processuale, seppur contestata, ma non di un atto “extra-vagante” o privo di logica giuridica. Poiché non sussisteva il vizio di abnormità, mancava la condizione stessa per poter sottoporre il caso all’esame della Corte di Cassazione.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale per chi intende agire in sede penale per ottenere un risarcimento: la massima attenzione alle formalità procedurali è essenziale. La decisione del giudice di primo grado di escludere la costituzione di parte civile può essere contestata solo in casi eccezionali di abnormità. Un errore interpretativo sulla normativa, come quello relativo alle modalità di deposito degli atti, non è sufficiente a giustificare un ricorso immediato per cassazione. La pronuncia sottolinea l’importanza di adeguarsi scrupolosamente alle nuove regole del processo telematico per evitare di vedersi preclusa la possibilità di partecipare al processo e far valere le proprie ragioni risarcitorie.

Quando è possibile ricorrere in Cassazione contro un’ordinanza che esclude la parte civile?
È possibile ricorrere solo quando l’ordinanza è affetta da ‘abnormità’, ovvero quando è caratterizzata da una singolarità tale da risultare completamente estranea al sistema processuale. Un provvedimento semplicemente illegittimo o errato non è sufficiente.

Cosa si intende per provvedimento ‘abnorme’?
Un provvedimento è abnorme quando, per il suo contenuto di assoluta singolarità, risulta ‘extra-vagante’ rispetto al sistema processuale, ovvero talmente anomalo da non potersi considerare parte integrante delle logiche e delle dinamiche del processo.

Qual è la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, la parte ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver promosso un ricorso privo dei presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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