Corrispondenza Detenuti: I Limiti al Diritto di Scrivere dal Carcere
Il diritto alla comunicazione è un principio fondamentale, ma come si applica all’interno di un istituto penitenziario? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1602/2024, è tornata a pronunciarsi sui delicati confini della corrispondenza detenuti, stabilendo che il trattenimento di una lettera può essere legittimo se il suo contenuto risulta ambiguo e potenzialmente pericoloso. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso: Una Lettera Bloccata
La vicenda ha origine dalla decisione del Magistrato di Sorveglianza di bloccare una lettera (missiva) che un detenuto intendeva inviare a un altro soggetto, anch’esso recluso. Il mittente ha presentato reclamo al Tribunale di Sorveglianza, il quale ha però confermato il provvedimento di trattenimento. Non ritenendosi soddisfatto, il detenuto ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di norme procedurali e di principi costituzionali che tutelano la libertà di corrispondenza e di manifestazione del pensiero.
Il Ricorso e i Limiti della Corrispondenza Detenuti
Il ricorrente sosteneva che il provvedimento fosse illegittimo e immotivato. Tuttavia, la Suprema Corte ha subito chiarito un punto cruciale: in sede di legittimità, non è possibile riesaminare i fatti o la logicità della motivazione di un provvedimento di questo tipo, ma solo verificare se vi sia stata una violazione di legge.
Il Tribunale di Sorveglianza aveva infatti fornito una motivazione esauriente. La lettera conteneva:
* Riferimenti a soggetti non compiutamente identificabili.
* Consigli su condotte processuali di cui non si comprendevano le finalità.
Questi elementi sono stati interpretati come passaggi che rimandavano a “meta-discorsi”, ovvero a un linguaggio cifrato o a un codice di comunicazione comprensibile solo al mittente e al destinatario, potenzialmente volto a celare contenuti illeciti o pericolosi per la sicurezza.
La Valutazione della Suprema Corte
La Cassazione ha ritenuto che la motivazione del Tribunale di Sorveglianza fosse non solo logica, ma anche sufficiente e conforme alla giurisprudenza consolidata. Per giustificare il trattenimento di una missiva, è infatti necessario che l’autorità indichi specificamente i passaggi ritenuti allarmanti, cosa che nel caso di specie era avvenuta. Il ricorso, pertanto, mirava a una rivalutazione del merito della pericolosità del contenuto, operazione non consentita in sede di legittimità.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione di inammissibilità su due pilastri principali. In primo luogo, il ricorso era basato su una critica di fatto alla valutazione del Tribunale di Sorveglianza, un tipo di censura non ammesso per questa tipologia di provvedimenti, che possono essere impugnati solo per violazione di legge. In secondo luogo, la motivazione dell’ordinanza impugnata è stata giudicata completa e non manifestamente illogica. Il giudice di sorveglianza aveva adeguatamente spiegato perché il contenuto della lettera fosse allarmante, individuando passaggi specifici che, per la loro ambiguità e indeterminatezza, potevano nascondere significati pericolosi, giustificando pienamente la limitazione del diritto alla corrispondenza per esigenze di ordine e sicurezza.
Le Conclusioni
L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di corrispondenza detenuti: il diritto alla comunicazione non è assoluto e può essere compresso per tutelare interessi superiori come la sicurezza pubblica e l’ordine penitenziario. La decisione di trattenere una missiva è legittima quando l’amministrazione fornisce una motivazione concreta, indicando gli elementi specifici della comunicazione che appaiono pericolosi o allarmanti. Il caso dimostra come l’ambiguità e i riferimenti non trasparenti in una lettera possano essere considerati indicatori di rischio sufficienti a giustificare un intervento restrittivo.
Un detenuto ha un diritto illimitato di scrivere e ricevere posta?
No, il diritto alla corrispondenza può essere limitato per ragioni di ordine e sicurezza. Il trattenimento di una lettera è legittimo se motivato dalla presenza di contenuti ritenuti pericolosi o allarmanti.
Per quale motivo è stata trattenuta la lettera nel caso specifico?
La lettera è stata bloccata perché conteneva riferimenti a persone non chiaramente identificabili e consigli su strategie processuali dalle finalità ambigue, elementi che sono stati interpretati come un possibile “meta-discorso” con significati nascosti.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non lo esamina nel merito. Di conseguenza, il provvedimento impugnato diventa definitivo e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1602 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1602 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PALERMO il 30/09/1963
avverso l’ordinanza del 08/06/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di PERUGIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
RITENUTO IN FATTO e IN DIRITTO
Rilevato che, con l’ordinanza impugnata, il Tribunale di sorveglianzo di Perugia ha rigettato il reclamo di NOME COGNOME avverso il provvedimento con il quale il Magistrato di sorveglianza di Spoleto gli aveva trattenuto una missiva in partenza diretta ad altro detenuto.
Ritenuto che il motivo dedotto (inosservanza ed erronea applicazione dell’art. 125, comma 3, cod. proc. pen. e degli artt. 15, 21, 111 Cost.) non è consentito in sede di legittimità perché versato in fatto, nonché attinente a un dedotto vizio di motivazione avverso provvedimento censurabile soltanto per violazione di legge.
Considerato, invero, che il Tribunale di sorveglianza con ragionamento esauriente, non manifestamente illogico, ha evidenziato che la lettera di cui si discute contiene riferimenti a soggetti, indicazioni non compiutamente identificabili e, comunque, consigli di condotte processuali di cui non si comprendono le finalità, dunque passaggi che rinviano a meta-discorsi dei quali sono mittente e destinatario possono considerarsi al corrente.
Reputata detta motivazione, assolutamente sufficiente ed esauriente arca l’adeguata disamina del caso concreto e, dunque, non sindacabile in questa sede anche perché conforme alla giurisprudenza di questa Corte secondo cui necessita, ai fini di giustificare il provvedimento di trattenimento, l’indicazione dei passaggi della missiva che si reputano pericolosi e allarmanti come avvenuto nella specie.
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 7 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Presidente