Correzione Errore Materiale: Quando un’Ordinanza viene Chiamata Sentenza
L’accuratezza formale negli atti giudiziari non è un mero vezzo burocratico, ma un pilastro fondamentale per la certezza del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione illumina l’importanza della procedura di correzione errore materiale, dimostrando come anche un’apparente svista terminologica debba essere formalmente rettificata. Il caso in esame riguarda l’erronea classificazione di un provvedimento come “sentenza” anziché “ordinanza” nel verbale d’udienza, un errore che ha richiesto un intervento ad hoc della Suprema Corte per essere sanato.
I Fatti del Caso: un Errore di Trascrizione
La vicenda trae origine da una richiesta di correzione relativa a un procedimento penale. In un’udienza precedente, era stato emesso un provvedimento per rettificare un errore materiale concernente la data di nascita del ricorrente. Tuttavia, nel dispositivo trascritto sul ruolo d’udienza, tale provvedimento era stato qualificato come “sentenza”.
Il ricorrente ha quindi presentato un’istanza evidenziando la discrepanza, poiché la natura del provvedimento emesso – volto a correggere un dato anagrafico – è tipicamente quella di un’ordinanza. In effetti, l’atto originale depositato dal giudice relatore era correttamente qualificato come “ordinanza”. L’errore era dunque confinato alla sola trascrizione nel ruolo d’udienza.
La Decisione della Cassazione sulla correzione errore materiale
La Corte di Cassazione, dopo aver verificato l’integrità del contraddittorio e ascoltato la relazione del consigliere e le conclusioni conformi del Pubblico Ministero, ha accolto la richiesta. I giudici hanno rilevato che la richiesta di correzione errore materiale era fondata.
Di conseguenza, la Corte ha emesso un’apposita ordinanza (il provvedimento in analisi) per disporre la rettifica del dispositivo del ruolo d’udienza precedente. Ha ordinato che, laddove era stato scritto “sentenza”, si dovesse leggere “ordinanza”. Infine, ha dato mandato alla Cancelleria di procedere con le necessarie annotazioni sugli atti originali per garantire la coerenza formale di tutta la documentazione processuale.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte è lineare e si fonda sulla necessità di ristabilire la corrispondenza tra la natura sostanziale del provvedimento e la sua qualificazione formale. I giudici hanno accertato che:
1. L’oggetto del provvedimento originario era una correzione di dati anagrafici, un’operazione che per sua natura viene disposta con ordinanza.
2. L’atto depositato dal giudice relatore era, infatti, un’ordinanza.
3. L’errore era puramente di trascrizione nel dispositivo del ruolo d’udienza.
La qualificazione di un atto come “sentenza” o “ordinanza” non è indifferente, poiché implica conseguenze diverse in termini di impugnazioni e stabilità della decisione. Pertanto, rettificare l’errore era indispensabile per evitare qualsiasi ambiguità futura e per assicurare la corretta gestione degli atti processuali.
Conclusioni: L’Importanza della Precisione Formale
Questo caso, sebbene semplice nella sua risoluzione, offre una lezione importante: nel diritto, la forma è sostanza. Un errore di trascrizione può generare incertezza e potenziali contenziosi. La procedura di correzione errore materiale è lo strumento che l’ordinamento mette a disposizione per sanare queste imprecisioni senza dover rimettere in discussione il contenuto della decisione. La pronuncia della Cassazione riafferma il principio secondo cui la chiarezza e la precisione degli atti giudiziari sono un presidio irrinunciabile per la tutela dei diritti e la corretta amministrazione della giustizia.
Cos’è una correzione di errore materiale in ambito legale?
È una procedura che permette di rettificare errori di scrittura, di calcolo o imprecisioni evidenti in un provvedimento giudiziario, senza alterare il contenuto della decisione. Nel caso specifico, si è corretto il termine “sentenza” con “ordinanza”.
Perché il provvedimento era stato erroneamente definito ‘sentenza’?
L’errore è avvenuto durante la trascrizione del dispositivo sul ruolo d’udienza. Il provvedimento originale, che correggeva la data di nascita del ricorrente, era correttamente qualificato come ‘ordinanza’ dal giudice relatore, ma è stato riportato in modo errato nel registro dell’udienza.
Qual è stato l’esito finale di questa ordinanza?
La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di correzione e ha ordinato di modificare il ruolo d’udienza, sostituendo la parola “sentenza” con “ordinanza”. Ha inoltre incaricato la cancelleria di annotare la modifica sui documenti originali per garantire la coerenza formale degli atti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 43367 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 3 Num. 43367 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 01/02/2024
ORDINANZA
Oggi,
Verificata l’integrità del contraddittorio,
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udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
vista la richiesta di correzione di errore materiale contenuto nel dispositivo del ruolo di udienza del 20.10.2023 in relazione al procedimento n.r.g. 32780/2023, ricorrente COGNOME RAGIONE_SOCIALENOME, per essere stato ivi scritto che il provvediment emesso è una sentenza;
rilevato che trattandosi di una correzione di errore materiale relativo alla data di nascita del ricorrente, il provvedimento emesso deve essere qualificato come ordinanza, così come del resto risulta dal provvedimento depositato dal relatore in data 3.1.2024;
udito il Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO, AVV_NOTAIO, che ha concluso chiedendo la correzione del dispositivo del ruolo; rilevato che detta richiesta deve trovare accoglimento
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul ruolo di udienza del 20.10.2023 in relazione al procedimento n.r.g. 32780/2023 nel senso che ove è scritto “sentenza” leggasi “ordinanza”. Manda alla Cancelleria per le annotazioni sugli originali
Così deciso in data 1.2.2024
28 NOV, 2624