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Correzione errore materiale: quando non si paga

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha effettuato una correzione di errore materiale su una propria precedente sentenza. Inizialmente, un ricorrente era stato erroneamente condannato al pagamento di spese e di una sanzione di 3000 euro nonostante il suo ricorso fosse stato dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse. La Corte ha rettificato il provvedimento, eliminando la condanna pecuniaria, poiché in tali circostanze specifiche non si applica la sanzione prevista dal codice di procedura penale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Annulla Spese e Multa

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla procedura di correzione errore materiale e sulle sue conseguenze pratiche per il cittadino. Con l’ordinanza in esame, i giudici supremi hanno rettificato una precedente decisione, eliminando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a carico di un ricorrente. Questo caso dimostra come il sistema giudiziario possegga meccanismi interni per rimediare a sviste formali, garantendo l’aderenza tra la volontà del giudice e il testo del provvedimento.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso un’ordinanza del Tribunale del riesame. La Terza Sezione penale della Corte di Cassazione, con una sentenza di novembre 2023, aveva dichiarato tale ricorso inammissibile. Tuttavia, nel dispositivo trascritto nel ruolo d’udienza, il ricorrente era stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Successivamente, il Presidente della stessa sezione ha rilevato la presenza di un palese errore materiale. La decisione del Collegio, infatti, era stata quella di non applicare la sanzione prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale, poiché l’inammissibilità era stata determinata da una “sopravvenuta carenza di interesse”. Vi era quindi una chiara discrepanza tra quanto deliberato e quanto erroneamente trascritto. Di conseguenza, è stata avviata la procedura per la correzione.

La Procedura di Correzione Errore Materiale

L’ordinamento processuale penale prevede uno strumento specifico per porre rimedio a questo tipo di incongruenze: la procedura di correzione errore materiale disciplinata dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questa procedura consente di emendare errori od omissioni che non determinano la nullità dell’atto e che non incidono sulla sostanza della decisione, ma solo sulla sua rappresentazione formale.

Nel caso specifico, la Corte ha agito con modalità “de plano”, ossia attraverso una procedura semplificata e non partecipata, ritenuta adeguata per risolvere la difformità tra il dispositivo immediatamente compilato a margine del ruolo d’udienza (e sottoscritto dal Presidente) e quello poi depositato in cancelleria. La celerità di questo meccanismo è fondamentale per assicurare la coerenza e l’affidabilità degli atti giudiziari.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la necessità di ripristinare la conformità tra la volontà del collegio giudicante e il contenuto del provvedimento scritto. I giudici hanno chiarito che, nel caso di provvedimenti emessi in camera di consiglio dalla Corte di Cassazione, la procedura di correzione è lo strumento idoneo per sanare le difformità. La motivazione di fondo è semplice e diretta: il dispositivo trascritto doveva essere corretto per riflettere la reale decisione del Collegio, che non prevedeva alcuna condanna pecuniaria per il ricorrente, data la specifica natura della causa di inammissibilità.

Conclusioni

La decisione finale ha quindi disposto la correzione del dispositivo della precedente sentenza. La nuova versione deve essere letta e intesa unicamente come “dichiara inammissibile il ricorso”, espungendo completamente la frase relativa alla condanna al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la condanna alle spese in caso di inammissibilità del ricorso non è un automatismo. La sua applicazione dipende dalle ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Inoltre, il provvedimento evidenzia l’efficienza degli strumenti di autocorrezione del sistema giudiziario, capaci di rettificare tempestivamente gli errori per garantire la giustizia sostanziale.

Cosa si intende per correzione di un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Si tratta della procedura con cui un giudice corregge sviste, errori di calcolo o di trascrizione presenti nel testo di un suo provvedimento, senza modificare la sostanza della decisione presa.

Se un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile, il ricorrente deve sempre pagare le spese processuali e una multa?
No. Come chiarito in questa ordinanza, se l’inammissibilità deriva da una rinuncia dovuta a sopravvenuta carenza di interesse, il collegio può decidere di non applicare la condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Come avviene la correzione di un errore materiale in una decisione della Corte di Cassazione?
Può avvenire tramite una procedura semplificata, definita “de plano”, ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale. Questo permette alla Corte di rimediare rapidamente alla difformità tra la decisione effettiva e quanto trascritto nel provvedimento depositato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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