Correzione Errore Materiale: Come la Cassazione Assicura la Coerenza delle Decisioni
Nel percorso della giustizia, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso e le decisioni devono essere chiare e prive di ambiguità. Tuttavia, può accadere che si verifichino delle sviste. In questi casi, la legge prevede uno strumento specifico: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come questo istituto garantisca la coerenza tra quanto deciso e quanto scritto.
I Fatti del Caso: Una Discrepanza tra Dispositivo e Sentenza
Il caso in esame nasce da un ricorso in ambito penale. Al termine dell’udienza in camera di consiglio, era stato letto il dispositivo della decisione. Successivamente, con il deposito della sentenza completa, è emersa una discrepanza: nel dispositivo letto in udienza mancava una parte essenziale che, invece, era presente nella sentenza scritta.
Nello specifico, era stata omessa la condanna della parte ricorrente alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile, un’azienda sanitaria locale. L’istanza di correzione è stata quindi presentata per sanare questa incongruenza, documentando come il dispositivo del ruolo d’udienza non corrispondesse a quello effettivo della sentenza finale.
La Procedura di Correzione Errore Materiale e la Decisione della Corte
L’errore materiale è, per sua natura, un vizio che non intacca la volontà del giudice ma solo la sua manifestazione esteriore. Non si tratta di un errore di giudizio, ma di una semplice svista, come un errore di calcolo, di trascrizione o un’omissione involontaria. La procedura di correzione errore materiale permette di rettificare questi difetti senza dover impugnare l’intera decisione.
La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la requisitoria del Pubblico Ministero, ha accolto l’istanza. Ha riconosciuto che l’errore era palese e adeguatamente documentato, ordinando la correzione del dispositivo originario.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di assicurare la perfetta corrispondenza tra la volontà decisionale del collegio giudicante e la sua verbalizzazione. L’istanza è stata accolta perché era stato provato che il dispositivo del ruolo d’udienza non era completo e differiva da quello della sentenza. L’errore non modificava la sostanza del giudizio ma si limitava a rettificare un’omissione formale, ripristinando la completezza del provvedimento. La Corte ha quindi disposto che, dopo l’indicazione relativa alla Cassa delle Ammende, venisse inserita la condanna della ricorrente al pagamento delle spese legali liquidate in euro 3.686,00, oltre accessori di legge, a favore della parte civile.
Le Conclusioni: L’Importanza della Precisione negli Atti Giudiziari
Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: la certezza del diritto passa anche attraverso la precisione formale degli atti giudiziari. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento agile ed efficace per emendare sviste che potrebbero altrimenti generare incertezza o contenziosi. La decisione della Suprema Corte assicura che il contenuto della sentenza rifletta fedelmente il verdetto, garantendo la piena tutela dei diritti di tutte le parti coinvolte, inclusa la parte civile che vede così riconosciuto il proprio diritto al rimborso delle spese legali.
Cos’è un errore materiale in un atto giudiziario?
È una svista, un errore di calcolo o un’omissione nella stesura di un provvedimento che non altera la sostanza della decisione del giudice, ma solo la sua rappresentazione scritta.
Perché è stata necessaria una correzione in questo caso?
La correzione è stata necessaria perché il dispositivo letto in udienza era incompleto, in quanto ometteva la condanna della ricorrente al pagamento delle spese legali a favore della parte civile, condanna che invece era correttamente riportata nella sentenza depositata.
Qual è stato l’effetto pratico della correzione ordinata dalla Corte?
L’effetto pratico è stato quello di integrare il dispositivo originale con la parte mancante, rendendo formalmente esecutiva la condanna della ricorrente a rimborsare alla parte civile le spese di rappresentanza e difesa per un importo di 3.686,00 euro oltre accessori.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 2800 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 3 Num. 2800 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/09/2024
ORDINANZA
Ritenuto che sussiste l’errore materiale del dispositivo del ruolo della camera di consiglio del 18 gennaio 2024 nell’ambito del procedimento RG 40731/23, ricorrente COGNOME NOMECOGNOME nata a Pinerolo il 18/03/1970, visti gli atti, udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, NOME COGNOME che ha concluso chiedendo disporsi la correzione; rilevato che l’istanza vada accolta perché adeguatamente documentata in merito all’errore materiale del dispositivo del ruolo d’udienza, non corrispondente al
dispositivo della sentenza n. 24050/24
P.Q.M.
Ordina la correzione dell’errore materiale di cui al dispositivo del ruolo di udienza relativo al ricorso NRG 40731/2023 definito con sentenza n. 24050/2024 del 18/01/2024 nel senso che, dopo le parole “della Cassa delle Ammende” devesi leggere “Condanna, inoltre la ricorrente alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio della parte civile ASL T03, che liquida in euro 3.686,00 oltre accessori di legge”. Manda alla Cancelleria per la annotazione della presente ordinanza sull’originale dell’atto.
Così deciso, il 10 settembre 2024.