Correzione Errore Materiale: Come la Cassazione Corregge i Propri Atti
Nel mondo del diritto, la precisione è tutto. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso e un significato specifico. Ma cosa succede quando, per una svista, viene commesso un errore? L’ordinanza in esame ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento agile ed efficace per rimediare: la correzione errore materiale. Questo meccanismo assicura che le decisioni giudiziarie siano non solo giuste nella sostanza, ma anche formalmente perfette, garantendo la certezza del diritto.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un procedimento per la correzione di un errore materiale individuato in una precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione. Nello specifico, la Corte si è resa conto che in diversi punti della sentenza, inclusi il ruolo dell’udienza pubblica, la motivazione e il dispositivo finale, era stata erroneamente indicata la “Corte d’appello” come l’autorità giudiziaria di riferimento.
In realtà, l’indicazione corretta, come risultava dal dispositivo del ruolo d’udienza debitamente corretto, avrebbe dovuto essere il “Gip del Tribunale”. Si trattava di un classico lapsus calami, un errore di scrittura che, se non corretto, avrebbe potuto generare confusione nell’esecuzione del provvedimento.
La Decisione della Corte sulla Correzione Errore Materiale
Di fronte a questa evidenza, la Corte di Cassazione ha emesso una specifica ordinanza per rimediare all’errore. La decisione è stata netta e procedurale: disporre la correzione errore materiale in tutte le parti viziate del precedente provvedimento.
La Corte ha ordinato di sostituire le parole “alla Corte d’appello” con le parole “al Gip del Tribunale” (o “al Gip del Tribunale di Palermo” dove specificato). Questa correzione è stata applicata a tre distinti elementi:
1. Il ruolo della pubblica udienza.
2. La motivazione della sentenza.
3. Il dispositivo reso in calce alla sentenza stessa.
Infine, ha dato mandato alla Cancelleria di procedere con le annotazioni di correzione sugli atti originali, assicurando così la rettifica formale e definitiva del documento.
Le Motivazioni della Decisione
La base giuridica di questa operazione si trova nell’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questa norma consente alla Corte di Cassazione di correggere gli errori materiali contenuti nei suoi provvedimenti in modo rapido e senza la necessità di un nuovo giudizio complesso. La Corte ha rilevato che si trattava, appunto, di un errore puramente materiale, che non incideva sulla sostanza della decisione presa, ma solo sulla sua formulazione.
La procedura è stata svolta de plano, ovvero senza udienza e senza la partecipazione delle parti. Questa modalità è prevista proprio per i casi in cui l’errore è talmente evidente da non richiedere alcuna discussione o approfondimento. L’obiettivo è l’efficienza e l’economia processuale: correggere una svista palese non deve trasformarsi in un nuovo, lungo procedimento. La motivazione della Corte, quindi, è puramente funzionale: ripristinare la coerenza e la correttezza formale della propria pronuncia, allineandola a quanto effettivamente deciso.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, è emblematica dell’importanza della precisione formale negli atti giudiziari e dell’esistenza di strumenti per garantirla. Dimostra che il sistema giudiziario possiede meccanismi di autocontrollo e autocorrezione che funzionano in modo efficiente per rimediare a sviste umane.
Per il cittadino e per gli operatori del diritto, la lezione è duplice. Da un lato, conferma che anche il più alto grado di giudizio non è immune da errori formali. Dall’altro, rassicura sul fatto che l’ordinamento fornisce soluzioni rapide per evitare che tali errori possano compromettere l’esecutività e la chiarezza di una decisione. La procedura di correzione errore materiale è, in definitiva, una garanzia per la certezza del diritto, assicurando che il contenuto di una sentenza rispecchi fedelmente la volontà del giudice.
Cos’è una correzione di errore materiale in ambito penale?
È una procedura semplificata, prevista dall’art. 625-bis c.p.p., che permette di correggere inesattezze evidenti (come l’errata indicazione di un’autorità giudiziaria) in una sentenza, senza cambiarne il contenuto decisionale di merito.
Perché la Corte ha dovuto emettere un’ordinanza separata per correggere l’errore?
Perché un provvedimento giudiziario, una volta emesso, acquisisce una sua stabilità. La modifica, anche se per un semplice errore, richiede un atto formale, in questo caso un’ordinanza, che autorizzi e registri legalmente la correzione sul documento originale.
Cosa significa che la Corte ha agito ‘de plano’?
Significa che la Corte ha preso la decisione di correggere l’errore senza la necessità di una nuova udienza con le parti, poiché l’errore era palese e la sua rettifica non richiedeva alcuna discussione o valutazione nel merito della causa.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 30601 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 3 Num. 30601 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/09/2025
ORDINANZA
Nel procedimento di correzione di errore materiale nei confronti di COGNOME NOMECOGNOME nata a Naso il 13/12/1969
in relazione alla sentenza del 06/05/2025 della Corte di cassazione visti gli atti, il provvedimento oggetto’ della correzione; udita la relazione svolta dal Presidente NOME COGNOME rilevato che si procede de plano ai sensi dell’art. 625-bis cod. proc. pen.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
– che occorre procedere alla correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo
e nella motivazione della sentenza n. 30033/2025 emessa dalla
Corte di cassazione, Terza sezione penale, nonché occorre procedere alla correzione
dell’errore materiale contenuto nel ruolo della pubblica udienza del 06/05/2025, il tutto relativamente al procedimento n. 5280/2025 R.G.;
– che, infatti, nel dispositivo di cui al ruolo di udienza è stata erroneamente indicata, quale autorità giudiziaria cui trasmettere gli atti del procedimento, la
Corte d’appello di Palermo anziché il Gip del Tribunale di Palermo;
– che il dispositivo del ruolo deve, pertanto, essere corretto sostituendo alle parole
“alla Corte d’appello” le parole “al Gip del Tribunale”;
– che nella motivazione della sentenza n. 30033/2025 alla pagina 4, paragrafo 3, le parole “alla Corte di appello”, erroneamente indicate, devono essere sostituite
con le parole “al Gip del Tribunale”, in conformità al dispositivo del ruolo di udienza, così come corretto;
– che analogamente nel dispositivo reso in calce alla motivazione della sentenza n. 30033/2025 le parole “alla Corte d’appello” devono essere sostituite con le parole “al Gip del Tribunale di Palermo”, in conformità al dispositivo del ruolo di udienza, così come corretto;
P.Q.M.
dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel ruolo della pubblica udienza del 06/05/2025 sostituendo alle parole “alla Corte d’appello” le parole “al Gip del Tribunale”;
dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nella motivazione della sentenza n. 30033/2025 alla pagina 4, paragrafo 3, sostituendo alle parole “alla Corte di appello” le parole “al Gip del Tribunale”;
dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo reso in calce alla motivazione della sentenza n. 30033/2025 sostituendo le parole “alla Corte d’appello” con le parole “al Gip del Tribunale di Palermo”.
Manda alla Cancelleria per le annotazioni sugli originali.
Così deciso il 10/09/2025