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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione, su istanza di un Tribunale, ha disposto la correzione di un errore materiale contenuto in una propria precedente ordinanza. L’errore riguardava la data di nascita di un imputato, indicata come 1990 anziché 1970. La Corte ha riconosciuto l’evidente svista e ha ordinato la rettifica, confermando l’importanza della precisione dei dati anagrafici negli atti giudiziari e l’esistenza di una procedura snella per rimediare a tali imprecisioni.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Cosa Succede Quando un Atto Giudiziario Contiene uno Sbaglio?

Nel complesso mondo della giustizia, la precisione è fondamentale. Ogni dettaglio, anche anagrafico, deve essere corretto per garantire la certezza del diritto. Ma cosa accade se un giudice commette una semplice svista, come scrivere una data di nascita sbagliata? Il sistema prevede uno strumento agile ed efficace: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come funziona questa procedura.

I Fatti del Caso: una Data di Nascita Errata

La vicenda ha origine da un’istanza presentata dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I giudici territoriali si erano accorti di un’imprecisione contenuta in una precedente ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione l’11 aprile 2017. Nello specifico, l’atto indicava come anno di nascita di un imputato il “1990”, mentre la data corretta era il “1970”.

Si trattava di un errore palese, una svista di battitura che, sebbene non modificasse la sostanza della decisione, poteva generare confusione e problemi formali. Per questo motivo, il Tribunale ha richiesto formalmente alla stessa Corte di Cassazione di procedere alla rettifica.

L’Intervento della Procura Generale e la Procedura

Il procedimento di correzione è stato attivato seguendo le norme del codice di procedura penale. Il Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, analizzata la richiesta, ha a sua volta concluso per la necessità di correggere l’errore materiale, presentando una requisitoria scritta. La procedura si è svolta con la modalità del contraddittorio scritto, senza la necessità di un’udienza con la presenza fisica delle parti, come previsto per questi casi specifici, garantendo così celerità ed efficienza.

La Decisione della Corte: una Semplice Rettifica

Il Collegio della Corte di Cassazione, esaminata l’istanza e la richiesta del Procuratore, non ha potuto fare altro che constatare l’evidenza dell’errore. La data di nascita dell’imputato era inequivocabilmente il 18 luglio 1970 e non, come erroneamente riportato, il 18 luglio 1990.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione dell’intestazione della propria ordinanza del 2017, ordinando alla cancelleria di effettuare gli adempimenti necessari per formalizzare la rettifica.

Le Motivazioni dietro la Correzione dell’Errore Materiale

Le motivazioni della decisione sono implicite nella natura stessa dell’istituto della correzione dell’errore materiale. Questo strumento serve a emendare quegli sbagli (come errori di calcolo, omissioni di nomi o dati anagrafici, sviste di trascrizione) che non intaccano il contenuto logico-giuridico e la volontà espressa dal giudice nella sua decisione. L’obiettivo è ripristinare la corrispondenza tra il pensiero del giudice e la sua manifestazione esteriore nell’atto scritto, senza dover ricorrere a mezzi di impugnazione più complessi e dispendiosi. In questo caso, l’errore sulla data di nascita era chiaramente un lapsus calami, un errore di penna, che non alterava minimamente il ragionamento giuridico seguito dalla Corte nella sua precedente ordinanza.

Le Conclusioni: l’Importanza della Precisione e dell’Efficienza

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, sottolinea un principio cardine del sistema processuale: la necessità di garantire l’accuratezza e la certezza degli atti giudiziari. La procedura di correzione dell’errore materiale si dimostra uno strumento prezioso per assicurare che i provvedimenti siano privi di imprecisioni formali, senza appesantire la macchina della giustizia. Permette di rimediare a sviste umane in modo rapido ed efficace, salvaguardando la validità dell’atto e la corretta identificazione dei soggetti coinvolti nel processo. Un piccolo intervento per una grande garanzia di ordine e precisione giuridica.

Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista, un errore di calcolo o un’imprecisione (come una data di nascita sbagliata) che non influisce sul contenuto logico-giuridico e sulla decisione del giudice, ma riguarda solo la sua rappresentazione formale nell’atto scritto.

Chi può chiedere la correzione di un errore materiale?
Nel caso specifico, la richiesta è partita da un altro organo giudiziario (il Tribunale), ma in generale può essere richiesta dalle parti del processo o rilevata d’ufficio dallo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.

La correzione di un errore materiale cambia la decisione del giudice?
No, la correzione non modifica in alcun modo la sostanza della decisione. Serve unicamente a rettificare un’imprecisione formale per far sì che il testo del provvedimento corrisponda esattamente a quanto deciso dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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