Correzione Errore Materiale: Come i Giudici Rettificano le Proprie Decisioni
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso e può avere conseguenze significative. Ma cosa succede quando, per una svista, viene commesso un errore? La legge prevede uno strumento specifico per porre rimedio: la correzione errore materiale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come funziona questo meccanismo, essenziale per garantire la giustizia e la certezza del diritto.
I Fatti del Caso: Un’Aggiunta Indesiderata
Il caso in esame trae origine da una decisione emessa in un’udienza del novembre 2024. Nel redigere il dispositivo, ovvero la parte finale e prescrittiva del provvedimento, è stata inserita per errore una frase aggiuntiva dopo la parola “ricorso”.
Nello specifico, era stata aggiunta la dicitura: “e, visto l’art. 624 cod. proc. pen., dichiara irrevocabile l’accertamento della responsabilità”. Questa espressione, inserita per mera svista, alterava in modo sostanziale il significato e gli effetti della decisione originale, introducendo una declaratoria non voluta dal collegio giudicante.
La Decisione della Corte e la Correzione Errore Materiale
Una volta rilevato l’inconveniente, la stessa Corte ha attivato la procedura di correzione errore materiale. Con una nuova ordinanza, i giudici hanno disposto la rettifica del provvedimento precedente. L’intervento è stato chirurgico e preciso: la Corte ha ordinato di eliminare completamente la frase inserita per errore e di aggiungere un punto dopo la parola “ricorso”, per ripristinare la corretta sintassi e il significato originario della frase.
Questo intervento non modifica la sostanza della decisione presa a novembre, ma si limita a emendarne il testo per renderlo conforme alla reale volontà del giudice. L’ordinanza di correzione è stata poi trasmessa alla Cancelleria per le annotazioni di rito, assicurando così che l’errore venisse formalmente rettificato nei registri ufficiali.
Le Motivazioni
La motivazione alla base dell’ordinanza è insita nella natura stessa dell’errore. La Corte ha agito riconoscendo che l’inserimento della frase aggiuntiva non era frutto di una valutazione giuridica, ma di un “mero errore materiale”. La procedura di correzione serve proprio a salvaguardare l’integrità della decisione giudiziaria, epurandola da sviste che potrebbero comprometterne la chiarezza e la corretta esecuzione. L’obiettivo primario è assicurare che il testo del provvedimento rispecchi fedelmente ciò che il giudice ha effettivamente deliberato, evitando che un semplice refuso possa generare conseguenze giuridiche anomale o non desiderate.
Le Conclusioni
Questo caso illustra l’importanza e l’utilità del procedimento di correzione degli errori materiali. Esso rappresenta un presidio di garanzia per il corretto funzionamento della giustizia, permettendo di rimediare a imperfezioni formali senza la necessità di impugnare il provvedimento. La possibilità per il giudice di auto-correggersi per sviste evidenti contribuisce a una maggiore efficienza del sistema giudiziario e rafforza la fiducia dei cittadini nella certezza e affidabilità delle decisioni giurisdizionali.
Che cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, un errore materiale è un’involontaria svista nel testo di un provvedimento giudiziario, come l’inserimento di una frase non pertinente, che non riflette la volontà del giudice ma altera il contenuto del dispositivo.
Come interviene la Corte per correggere un errore materiale?
La Corte interviene emettendo una specifica ordinanza di correzione nella quale viene descritto l’errore e vengono disposte le modifiche necessarie, come l’eliminazione del testo errato e l’aggiunta della punteggiatura corretta, per ripristinare il significato originale.
Qual era l’errore specifico oggetto della correzione in questo caso?
L’errore consisteva nell’aver aggiunto, dopo la parola “ricorso”, la frase “e, visto l’art. 624 cod. proc. pen., dichiara irrevocabile l’accertamento della responsabilità”. La correzione ha comportato la rimozione di questa frase e l’inserimento di un punto fermo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 23790 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 6 Num. 23790 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/03/2025
ORDINANZA
Rilevato che per mero errore materiale nel dispositivo della decisione pronunciata il 6 novembre 2024 con riguardo al proc. n. 21777/2024, è stata inserita, dopo la parola “ricorso”, la seguente espressione “e, visto l’art. 624 cod. proc. pen., dichiara irrevocabile l’accertamento della responsabilità”;
ritenuto, quindi, di dover procedere alla correzione del suddetto dispositivo, eliminando l’espressione in questione e aggiungendo un punto dopo le parole “il ricorso”;
P.Q.M.
Dispone la correzione del dispositivo pronunciato nell’udienza del 6 novembre 2024 relativamente al procedimento n. 21777/2024, eliminando, nel ruolo di udienza, dopo le parole “il ricorso”, la successiva espressione “e, visto l’art. 624 cod. proc. pen., dichiara irrevocabile l’accertamento della responsabilità”, nonché aggiungendo un punto dopo le parole n il ricorso’:
Manda alla Cancelleria per le relative annotazioni.
Così deciso in Roma il 13 marzo 2025
Il ConJ4ire estensore