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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza di correzione errore materiale per rettificare un refuso in una precedente sentenza. Nel dispositivo era stato indicato un capo d’imputazione errato (5B.13) nel dichiarare l’inammissibilità di un ricorso. L’ordinanza, basata sull’art. 625-bis c.p.p., ha sostituito il numero del capo con quello corretto (6), garantendo la precisione formale dell’atto giudiziario senza alterarne la sostanza decisionale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: L’Ordinanza della Cassazione che Rettifica un Capo d’Imputazione

Nel complesso iter della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche ai massimi livelli, può verificarsi un semplice refuso, un errore di battitura che, se non corretto, potrebbe generare incertezza. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento agile per rimediare a queste sviste: la correzione errore materiale. L’ordinanza in esame mostra l’applicazione di questo istituto per rettificare l’indicazione di un capo d’imputazione in una precedente sentenza.

I Fatti del Caso: L’Errore nel Dispositivo

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione. Nel redigere il dispositivo, ovvero la parte decisionale del provvedimento, la Corte aveva dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato dal Procuratore Generale. Tuttavia, nel specificare i reati a cui si riferiva tale declaratoria, per un mero errore di trascrizione è stato indicato il capo d’imputazione ‘5B.13)’ anziché quello corretto, ovvero il capo ‘6)’.

Questo tipo di svista, pur non alterando la volontà del collegio giudicante, rappresentava un’imprecisione formale che necessitava di essere sanata per garantire la piena coerenza e chiarezza dell’atto giudiziario.

La Decisione della Corte e la Procedura di Correzione Errore Materiale

Di fronte a questo palese refuso, la stessa Sezione della Corte è intervenuta con una successiva ordinanza. L’organo giudicante, avvalendosi del potere conferitogli dall’articolo 625-bis, comma 3, del codice di procedura penale, ha disposto la correzione del precedente dispositivo.

La decisione è stata netta: ha ordinato che, ovunque fosse scritto ‘5B.13)’, si dovesse intendere e leggere ‘6)’. La Corte ha quindi mandato alla Cancelleria di procedere con le annotazioni necessarie sugli atti originali, assicurando così che la rettifica avesse efficacia formale e sanasse l’errore ab origine.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base dell’ordinanza è concisa ma inequivocabile. La Corte ha semplicemente ‘ritenuto’ e ‘visto’ che nel dispositivo della precedente sentenza era presente un ‘mero errore materiale’. La volontà del giudice era quella di riferire la declaratoria di inammissibilità al reato di cui al capo 6) e non ad un altro. La procedura di correzione dell’errore materiale è stata attivata proprio perché l’errore non inficiava il processo logico-giuridico che aveva portato alla decisione, ma riguardava esclusivamente la sua estrinsecazione materiale nel documento. L’intervento si è reso necessario per ripristinare la corrispondenza tra il voluto e il trascritto, un principio fondamentale per la certezza del diritto.

Conclusioni: L’Importanza della Precisione negli Atti Giudiziari

Questo caso, nella sua semplicità, sottolinea l’importanza dello strumento della correzione errore materiale nel sistema processuale. Esso consente di emendare rapidamente sviste e refusi senza dover ricorrere a complessi e lunghi mezzi di impugnazione, che sarebbero sproporzionati rispetto alla natura dell’errore. L’efficienza e la rapidità di questo istituto garantiscono che la giustizia non sia ostacolata da imperfezioni formali, salvaguardando al contempo la precisione e l’affidabilità degli atti giudiziari. La decisione riafferma che la sostanza della giustizia prevale sulla forma, ma la forma deve essere impeccabile per riflettere fedelmente tale sostanza.

Che cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È un errore di tipo puramente formale, come un refuso, un errore di calcolo o una svista nella trascrizione, che non altera la sostanza logica e giuridica della decisione del giudice.

Come interviene la Corte di Cassazione per correggere un errore materiale?
La Corte interviene con un’apposita ordinanza, come previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, disponendo la rettifica dell’errore e ordinando alla cancelleria di annotare la correzione sugli atti originali.

Quale errore specifico è stato corretto in questo caso?
Nel dispositivo di una sentenza, era stato erroneamente indicato il capo d’imputazione ‘5B.13)’ invece del corretto capo ‘6)’ in riferimento a una declaratoria di inammissibilità. L’ordinanza ha sostituito il numero errato con quello giusto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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