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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha disposto la correzione di un errore materiale contenuto nel dispositivo di una sua precedente decisione. L’errore consisteva nell’aver indicato l’annullamento di una ‘sentenza impugnata’ anziché della corretta ‘ordinanza impugnata’. La Corte ha agito d’ufficio, ai sensi della procedura di correzione errore materiale, per ristabilire la corrispondenza tra la volontà del giudice e il testo scritto, assicurando così la certezza del diritto.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: L’Importanza della Precisione nei Provvedimenti Giudiziari

Nel complesso ingranaggio della giustizia, anche un singolo termine errato può generare incertezza. Il principio della correzione errore materiale serve proprio a sanare queste imperfezioni, garantendo che il testo di un provvedimento rifletta fedelmente la volontà del giudice. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questo strumento procedurale in azione.

Il Contesto del Caso: Un Errore di Trascrizione

La vicenda nasce da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza della Corte di Appello di Bologna. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile l’appello di un imputato. La Corte di Cassazione, nel decidere il ricorso, intendeva annullare l’atto oggetto dell’impugnazione, ovvero l’ordinanza della Corte di Appello.

Tuttavia, per una svista, nel dispositivo trascritto sul ruolo d’udienza è stato indicato l’annullamento della “sentenza impugnata” invece che della corretta “ordinanza impugnata”. Si è trattato di un classico lapsus calami, un errore di scrittura che, se non corretto, avrebbe potuto creare confusione sull’effettivo oggetto della decisione.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Pratica

L’articolo 130 del codice di procedura penale disciplina il meccanismo di correzione degli errori materiali. Questa procedura consente di rettificare, anche d’ufficio (cioè su iniziativa dello stesso giudice), gli errori o le omissioni che non determinano la nullità dell’atto e la cui correzione non comporta una modifica sostanziale del provvedimento.

Nel caso in esame, è stato lo stesso giudice relatore a segnalare l’incongruenza, attivando la procedura camerale per la rettifica. La Corte ha quindi constatato che si trattava palesemente di un mero errore materiale e ha disposto la correzione formale dell’atto.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base dell’ordinanza di correzione è lineare e ineccepibile. La Corte ha evidenziato che l’oggetto del ricorso era inequivocabilmente un’ordinanza. Di conseguenza, la decisione di annullamento non poteva che riferirsi a tale provvedimento. L’uso del termine “sentenza” era, quindi, un evidente errore di trascrizione che non alterava la sostanza del giudizio ma che necessitava di essere emendato per garantire la coerenza e la chiarezza dell’atto giudiziario. Il giudice ha quindi ordinato che, dove era scritto “annulla senza rinvio la sentenza impugnata”, si dovesse leggere “annulla senza rinvio l’ordinanza impugnata”, disponendo l’annotazione sull’originale del provvedimento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, ribadisce un principio fondamentale dello stato di diritto: la certezza e l’accuratezza degli atti giudiziari. La possibilità di correggere un errore materiale è uno strumento essenziale che permette al sistema giudiziario di auto-emendarsi, assicurando che le decisioni siano non solo giuste nella sostanza, ma anche formalmente corrette. Per le parti processuali, ciò significa poter contare su provvedimenti chiari e inequivocabili, evitando dubbi interpretativi che potrebbero dare adito a ulteriori contenziosi. La trasparenza del procedimento di correzione, attivato d’ufficio, dimostra inoltre la diligenza dell’organo giudicante nel garantire l’integrità dei propri atti.

Cos’è un ‘errore materiale’ in un atto giudiziario?
È un errore involontario di trascrizione o di calcolo che non altera la volontà del giudice. Nel caso specifico, si è trattato di scrivere ‘sentenza’ al posto di ‘ordinanza’, senza modificare la sostanza della decisione di annullamento.

Come può essere corretto un errore materiale?
Può essere corretto attraverso un’apposita procedura, disciplinata dall’art. 130 del codice di procedura penale, che può essere avviata su istanza di parte o, come in questo caso, d’ufficio dallo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.

Qual è stata la conseguenza pratica della correzione in questo caso?
La correzione ha assicurato che il testo scritto del dispositivo corrispondesse esattamente alla decisione presa dalla Corte, cioè l’annullamento dell’ordinanza della Corte di Appello e non di una inesistente sentenza. Questo ristabilisce la certezza giuridica e la corretta esecuzione del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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