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Correzione errore materiale: quando è nulla la decisione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza con cui un Tribunale aveva effettuato la correzione di un errore materiale in una sentenza penale, eliminando la menzione della “pena sospesa”. La decisione è stata annullata perché il giudice ha proceduto senza convocare le parti in udienza, violando il principio del contraddittorio. La Suprema Corte ha ribadito che la procedura di correzione errore materiale deve inderogabilmente seguire le forme previste dall’art. 127 cod. proc. pen., che impone la fissazione di un’udienza per garantire il diritto di difesa delle parti.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Niente Decisioni senza Udienza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21162 del 2024, ha riaffermato un principio cardine del diritto processuale penale: la correzione errore materiale di una sentenza non può avvenire senza la celebrazione di un’udienza in contraddittorio tra le parti. Una decisione presa “de plano”, ovvero senza convocare le parti, è da considerarsi nulla. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: L’Ordinanza del Tribunale

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Fermo, in qualità di giudice dell’esecuzione. Il Procuratore della Repubblica aveva chiesto la correzione di un errore materiale contenuto in una sentenza di condanna divenuta irrevocabile. La sentenza infliggeva una pena di quattro anni e sei mesi di reclusione, ma nel dispositivo riportava erroneamente la dicitura “pena sospesa”, un beneficio incompatibile con una condanna di tale entità.

Il Tribunale, accogliendo la richiesta, aveva disposto l’eliminazione di tale statuizione. Tuttavia, lo aveva fatto emettendo un provvedimento “de plano”, senza fissare un’udienza e, di conseguenza, senza garantire la partecipazione e il diritto di difesa dell’interessato e del suo difensore.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi della Difesa

L’imputato, attraverso il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione contro l’ordinanza, lamentando due principali violazioni di legge.

La violazione del contraddittorio

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla palese violazione procedurale. La difesa ha sostenuto che l’articolo 130 del codice di procedura penale prevede espressamente che la correzione degli errori materiali debba avvenire secondo le forme stabilite dall’articolo 127 c.p.p., il quale impone la celebrazione di un’udienza in camera di consiglio. L’aver omesso questo passaggio fondamentale rendeva, secondo la difesa, il provvedimento nullo.

Errore materiale o errore di giudizio?

Nel secondo motivo, la difesa ha argomentato che l’eliminazione della “pena sospesa” non costituisse una mera correzione errore materiale, bensì una modifica sostanziale della decisione. Si sarebbe trattato, piuttosto, di un errore di giudizio, che avrebbe potuto essere corretto solo attraverso i mezzi di impugnazione ordinari (come l’appello) e non con la procedura semplificata della correzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso, concentrandosi sul primo motivo e considerandolo assorbente rispetto al secondo. I giudici di legittimità hanno riaffermato con chiarezza che la procedura per la correzione errore materiale non è lasciata alla discrezionalità del giudice, ma è rigidamente disciplinata dalla legge.

Il terzo comma dell’art. 130 cod. proc. pen. è inequivocabile nel rinviare alle forme dell’art. 127 cod. proc. pen. Questo significa che il giudice competente deve obbligatoriamente fissare un’udienza, notificarla ritualmente alle parti (imputato, difensore, pubblico ministero) e dare loro la possibilità di partecipare e interloquire. Il principio del contraddittorio è un pilastro del giusto processo e non può essere aggirato neanche in procedure apparentemente semplici come quella in esame.

La Corte ha specificato che la mancata celebrazione dell’udienza e la pronuncia del provvedimento in assenza di contraddittorio determinano la nullità dell’atto. Tale nullità può essere eccepita dalla parte interessata tramite ricorso per cassazione, dimostrando di avere un interesse concreto alla sua declaratoria.

Conclusioni: L’Annullamento con Rinvio

Sulla base di queste argomentazioni, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata. Il caso è stato rinviato al Tribunale di Fermo per un nuovo giudizio. Il Tribunale dovrà ora procedere alla valutazione della richiesta di correzione, ma questa volta dovrà farlo nel pieno rispetto delle garanzie procedurali, fissando un’udienza e assicurando che tutte le parti possano esercitare il proprio diritto di difesa. Questa sentenza ribadisce l’importanza del rispetto delle forme processuali come garanzia fondamentale per i cittadini.

È possibile correggere un errore materiale in una sentenza senza convocare le parti in udienza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la procedura di correzione di errore materiale deve sempre avvenire nel rispetto del contraddittorio, quindi con un’udienza alla quale le parti siano state ritualmente avvisate e abbiano diritto di partecipare, come previsto dall’art. 130 in combinato disposto con l’art. 127 del codice di procedura penale.

Cosa succede se un giudice emette un’ordinanza di correzione di errore materiale “de plano”, cioè senza udienza?
L’ordinanza è affetta da nullità. La parte che vi ha interesse può impugnarla con ricorso per cassazione per far valere la violazione delle norme procedurali che impongono la celebrazione di un’udienza in contraddittorio.

Perché la Corte non ha deciso se la rimozione della “pena sospesa” fosse un errore materiale o di giudizio?
La Corte ha ritenuto che la violazione procedurale (la mancata celebrazione dell’udienza) fosse così grave da determinare di per sé la nullità del provvedimento. Pertanto, ha considerato questo motivo “assorbente”, cioè sufficiente ad annullare la decisione, senza necessità di esaminare le altre questioni sollevate dalla difesa, come la distinzione tra errore materiale ed errore di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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