Correzione errore materiale: cosa succede quando una sentenza contiene un’imprecisione?
Nel complesso mondo della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche un organo di vertice come la Corte di Cassazione può incorrere in sviste puramente formali. Una recente ordinanza ci offre un esempio perfetto di come l’ordinamento preveda uno strumento snello ed efficace per rimediare a queste imperfezioni: la correzione errore materiale. Questo meccanismo consente di rettificare un provvedimento senza intaccarne il contenuto decisionale, garantendo la coerenza e la corretta applicazione delle norme.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un gruppo di undici persone contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. La Suprema Corte, esaminati gli atti, aveva dichiarato i ricorsi inammissibili o li aveva rigettati, confermando in sostanza la decisione di secondo grado.
Tuttavia, nella parte della sentenza relativa alla condanna alle spese, era stato commesso un errore. Era stato disposto il pagamento di una somma fissa, quantificata in 2.800 euro, oltre accessori. Questa statuizione, però, non era corretta alla luce delle specifiche norme applicabili al caso di specie.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con un successivo provvedimento, una specifica Ordinanza, la stessa Sezione della Corte di Cassazione è intervenuta per correggere la propria precedente sentenza. È importante sottolineare che questa nuova decisione non ha riaperto il caso né ha modificato l’esito dei ricorsi, che sono rimasti rigettati. L’intervento si è limitato esclusivamente a emendare la parte dispositiva relativa alla liquidazione delle spese.
La Corte ha sostituito la frase che prevedeva il pagamento di un importo fisso con una nuova dicitura. Questa stabilisce che la misura delle spese sarà liquidata dalla Corte d’Appello di Palermo con un separato decreto di pagamento e che tale somma dovrà essere versata direttamente in favore dello Stato.
Le Motivazioni: La Corretta Applicazione delle Norme sulle Spese di Giustizia
La motivazione alla base della correzione errore materiale risiede nella necessità di applicare correttamente la normativa in materia di spese di giustizia, contenuta nel Testo Unico D.P.R. 115/2002. In particolare, gli articoli 82, 83 e 110 di tale decreto disciplinano le modalità di liquidazione dei compensi quando una parte è ammessa al patrocinio a spese dello Stato o in altre circostanze analoghe.
L’errore della prima sentenza consisteva nell’aver liquidato un importo forfettario, mentre la legge prevede una procedura differente. La norma impone che sia l’organo giudiziario che ha emesso la sentenza impugnata (in questo caso, la Corte d’Appello) a determinare l’esatto ammontare delle spese con un apposito “decreto di pagamento”. Inoltre, il beneficiario di tale pagamento non è una controparte privata, ma lo Stato stesso. La correzione, quindi, non è stata una scelta discrezionale, ma un atto dovuto per allineare la sentenza alla previsione di legge.
Le Conclusioni: L’Importanza della Precisione Procedurale
Questo caso dimostra l’esistenza di meccanismi di autotutela all’interno del sistema giudiziario, volti a garantire la massima correttezza formale dei provvedimenti. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento essenziale che permette di sanare sviste, omissioni o imprecisioni che non incidono sulla volontà decisoria del giudice.
Le implicazioni pratiche sono significative: da un lato, si assicura che le parti non siano gravate da obblighi economici errati; dall’altro, si conferma il principio secondo cui le spese processuali devono essere liquidate e riscosse secondo le procedure rigorosamente stabilite dalla legge. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò rappresenta una garanzia di certezza e di aderenza alla legalità anche negli aspetti più tecnici del processo.
Una sentenza della Corte di Cassazione può essere modificata?
Sì, ma solo per correggere errori materiali o di calcolo che non incidono sul contenuto della decisione. Questo avviene attraverso un’apposita procedura di correzione, come nel caso di specie, che si conclude con un’ordinanza.
Cosa significa che un ricorso è trattato ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione prende la sua decisione basandosi esclusivamente sugli atti e i documenti scritti presentati dalle parti, senza che si tenga un’udienza con discussione orale.
Perché le spese sono state liquidate a favore dello Stato e non di un’altra parte?
Perché la legge (in particolare l’art. 110 del d.p.r. 115/2002) prevede che, in determinate circostanze legate alla gestione delle spese di giustizia, il pagamento dovuto dalla parte soccombente sia disposto in favore dello Stato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 20155 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 2 Num. 20155 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 07/05/2025
ORDINANZA
Nel procedimento a carico di:
NOME nato a PALERMO il 26/06/1976 NOME nato a PALERMO il 22/05/1992 NOME COGNOME nato a PALERMO il 23/06/1995 NOME nato a PALERMO il 21/11/1999 NOME nato a PALERMO il 30/10/1996 COGNOME NOME nato a PALERMO il 13/08/2001 LO NOME nato a PALERMO il 19/01/1996 COGNOME NOME nato a PALERMO il 25/08/1989 LO NOME nato a PALERMO il 22/08/1997 NOME nato a PALERMO il 25/10/2000 NOME nato a PALERMO il 12/06/1985
Concluso con la sentenza del 09/04/2025 della CORTE DI CASSAZIONE udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME ricorso trattato de plano.
PREMESSO CHE
– con sentenza emessa il 9 aprile 2025 nel procedimento iscritto al n. 343/2025 nei confronti di NOME Versa + 10, questa Sezione della Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibili o rigettare i ricorsi avverso la sentenza della Corte d’appello di Palermo del 1 febbraio 2024 ha condannato i ricorrenti oltre che al
pagamento delle spese processuali e (in caso di inammissibilità) della somma euro tremila in favore della Cassa delle ammende, anche alla rifusione delle sp
del grado in favore della costituita parte civile, NOME COGNOME amme al patrocinio a spese dello Stato;
– rilevato che, nel dispositivo del ruolo di pubblica udienza, non è stata inse statuizione prevista dall’art. 110, comma 3, d.p.r. 30 maggio 2002, n. 115, rel
alla condanna dei ricorrenti alla rifusione delle spese sostenute dalla cos parte civile, con pagamento a favore dello Stato;
– ritenuto che a tale errore materiale, che non è causa di nullità e non deter una modifica essenziale, può porsi rimedio con il procedimento di correzion
previsto dall’art. 625 bis, comma 3, cod. proc. pen.;
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo riportato ruolo di udienza pubblica del 9 aprile 2025 al numero 2 nel procedimento a cari
di La Versa + 10, R.G. n. 343/2025, nel senso che dopo le parole “NOME“, alle parole “che liquida in complessivi euro 2.800 oltre accessor legge” devono sostituirsi le seguenti: “nella misura che sarà liquidata dalla di appello di Palermo, con separato decreto di pagamento ai sensi degli artt. 83 d.p.r. 115/2002, disponendone il pagamento in favore dello Stato ex art. 1 comma 3, d.p.r. cit.”.
Manda alla Cancelleria per le annotazioni di competenza.
Così deÙso il 7 maggio 2025