Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce i limiti
La precisione formale negli atti giudiziari è un pilastro fondamentale per la certezza del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre uno spunto interessante sulla procedura di correzione errore materiale, un istituto pensato per emendare sviste e imprecisioni senza alterare la sostanza della decisione. Vediamo nel dettaglio come la Corte ha gestito un’istanza di questo tipo.
Il caso in esame: l’errata indicazione della Sezione Giudicante
Il caso nasce dall’istanza di un difensore che, esaminando una sentenza emessa dalla Suprema Corte, si accorgeva di un’imprecisione nell’intestazione del provvedimento. In particolare, la sentenza riportava come organo decidente la “Seconda Sezione penale” anziché la “Sesta Sezione penale”, che aveva effettivamente trattato e deciso il caso.
Il legale presentava quindi un’istanza formale per ottenere la rettifica di quello che, a tutti gli effetti, appariva come un classico errore materiale. Nella stessa istanza, il difensore sollevava dubbi anche su un altro numero riportato in sentenza, ritenendolo anch’esso errato.
La procedura di correzione errore materiale applicata dalla Corte
La Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto parzialmente l’istanza. I giudici hanno riconosciuto che l’indicazione della Sezione nell’intestazione della sentenza era effettivamente frutto di una “mera svista”. Di conseguenza, hanno attivato la procedura di correzione errore materiale.
L’ordinanza ha stabilito che, ovunque nel testo della sentenza fosse menzionata la “Seconda Sezione penale”, si dovesse intendere la “Sesta Sezione penale”. La Corte ha quindi incaricato la propria Cancelleria di effettuare tutte le annotazioni e gli adempimenti di rito per formalizzare la correzione.
Tuttavia, la Corte ha respinto l’altra doglianza del difensore, relativa a un numero di registro. I giudici hanno chiarito che il numero indicato in sentenza era il “numero sezionale”, un identificativo diverso da quello del registro generale, e che la sua indicazione era perfettamente corretta.
Le motivazioni della decisione
La decisione della Corte si fonda sulla natura stessa dell’errore materiale. Si tratta di un vizio puramente formale, un lapsus calami che non intacca in alcun modo il percorso logico-giuridico che ha portato alla decisione finale. La volontà del collegio giudicante non è stata viziata, ma solo trascritta in modo impreciso. La procedura di correzione serve proprio a sanare queste imperfezioni, garantendo che l’atto giudiziario sia formalmente corretto e rispecchi fedelmente la realtà processuale. La distinzione operata dalla Corte tra l’errore palese (la Sezione) e la corretta indicazione di un dato tecnico (il numero sezionale) dimostra il rigore con cui viene valutata ogni istanza, accogliendo solo le rettifiche effettivamente necessarie.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce l’importanza dello strumento della correzione degli errori materiali come meccanismo di salvaguardia della correttezza formale degli atti giudiziari. Permette di rimediare a sviste umane in modo agile ed efficiente, senza la necessità di ricorrere a mezzi di impugnazione più complessi. Al contempo, sottolinea come tale procedura sia circoscritta a errori evidenti e non possa essere utilizzata per rimettere in discussione aspetti sostanziali o dati correttamente riportati, sebbene possano generare dubbi in una lettura non approfondita. La chiarezza e la precisione, anche nei dettagli apparentemente minori, sono essenziali per la credibilità e l’efficacia del sistema giudiziario.
Qual era l’errore materiale identificato nella sentenza?
L’errore consisteva nell’errata indicazione della Sezione giudicante nell’intestazione del provvedimento: era stata indicata la “Seconda Sezione penale” anziché la corretta “Sesta Sezione penale”.
È possibile correggere un errore materiale in una sentenza della Corte di Cassazione?
Sì, la Corte può disporre, tramite un’apposita ordinanza, la correzione di errori materiali, come una svista nell’intestazione, per assicurare la corrispondenza tra l’atto scritto e la realtà processuale.
La Corte ha accolto tutte le richieste di correzione avanzate dal difensore?
No. La Corte ha corretto l’indicazione della Sezione penale, ma ha respinto la doglianza relativa a un numero riportato in sentenza, chiarendo che si trattava del numero sezionale e che era stato indicato correttamente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 43198 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 6 Num. 43198 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 10/10/2024
ORDINANZA
Sull’istanza di correzione di errore materiale, presentata dall’AVV_NOTAIO nell’interesse di NOME, nato in Romania il DATA_NASCITA, relativa alla sentenza n. 19579 emessa da questa Sezione all’udienza del 5 aprile 2024;
visti gli atti, la sentenza n. 19579 del 2024 e l’istanza di correzione;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
considerato che, per mera svista, nell’intestazione della sentenza n. 19579, emessa da questa Sezione il 5 aprile 2024, è stato scritto Seconda Sezione penale anziché Sesta Sezione penale, così che deve procedersi alla correzione di tale errore e alle relative annotazioni di rito;
rilevato, invece, che il numero NUMERO_DOCUMENTO, riportato in sentenza, indica il numero sezionale, diverso da quello del registro generale e, contrariamente a quanto dedotto nell’istanza del difensore, è stato correttamente indicato;
dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nell’intestazione della sentenza n. 19579 emessa da questa Corte il 5 aprile 2024 e depositata il 16 maggio 2024, nel senso che là dove è scritto Seconda Sezione penale si intenda Sesta Sezione penale. Manda alla Cancelleria per le relative annotazioni e gli adempimenti di rito.
Così deciso il 10 ottobre 2024
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Il Consigliere estensore
Il Presidente