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Correzione errore materiale: quando è ammessa?

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha disposto la correzione di un errore materiale relativo al nome di un ricorrente, indicato in modo errato nel ruolo d’udienza. La Corte ha chiarito che, essendo il nome corretto presente in altri atti del processo (la sentenza-documento), l’errore era palesemente emendabile tramite la procedura semplificata prevista dall’art. 625-bis, comma 3, del codice di procedura penale, senza necessità di una formale udienza.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Procedura Semplificata

La precisione formale negli atti giudiziari è un pilastro fondamentale per la certezza del diritto. Tuttavia, può accadere che sviste o imprecisioni si insinuino nei documenti processuali. In questi casi, interviene l’istituto della correzione errore materiale, uno strumento agile pensato per sanare difformità senza alterare la sostanza della decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come e quando questa procedura possa essere applicata.

Il Caso: Un Errore nel Nominativo del Ricorrente

La vicenda trae origine da un’imprecisione contenuta nel ruolo di un’udienza penale. Il nome di battesimo del ricorrente era stato trascritto in modo errato. Nello specifico, il dispositivo relativo al ricorso menzionava un nome, mentre la sentenza-documento, ovvero l’atto principale che definiva il giudizio, riportava correttamente il nominativo esatto della parte.

Questa discrepanza, seppur apparentemente di lieve entità, avrebbe potuto generare incertezze. La difesa ha quindi sollevato la questione, portando il caso all’attenzione della Suprema Corte per ottenere un intervento correttivo.

La Procedura di Correzione Errore Materiale ex Art. 625-bis c.p.p.

Il Codice di Procedura Penale, all’articolo 625-bis, disciplina proprio la procedura per la correzione errore materiale. Il comma 3, in particolare, prevede che la Corte di Cassazione possa disporre la correzione con una procedura ‘de plano’, ovvero senza udienza pubblica e in camera di consiglio.

Questo meccanismo accelerato è riservato agli errori che non incidono sulla sostanza del provvedimento e la cui rettifica è immediatamente desumibile dal contesto degli atti processuali. L’obiettivo è quello di garantire l’efficienza e la celerità della giustizia, evitando di appesantire il sistema con formalità superflue per questioni meramente formali.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, riconoscendo la sussistenza di un palese errore materiale. I giudici hanno motivato la loro decisione evidenziando che il nominativo corretto del ricorrente era già presente e chiaramente indicato nella ‘sentenza-documento’. Questa circostanza ha reso l’errore nel ruolo d’udienza una semplice svista di trascrizione, facilmente emendabile. Trattandosi di un errore che non alterava il contenuto volitivo della decisione, era applicabile la procedura semplificata ‘de plano’, come previsto dalla norma. La Corte ha quindi ordinato alla Cancelleria di procedere con le annotazioni necessarie sugli atti originali, ripristinando la corretta identità del ricorrente.

Conclusioni: L’Importanza della Precisione e dell’Efficienza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’ordinamento fornisce strumenti efficaci per sanare le imprecisioni formali senza compromettere la validità degli atti. La correzione errore materiale si conferma un istituto prezioso per bilanciare il rigore formale richiesto dalla legge con le esigenze di economia processuale. La decisione dimostra come, in presenza di un errore la cui soluzione è già contenuta ‘per tabulas’ (cioè negli atti stessi), la giustizia possa e debba operare in modo rapido e snello, garantendo la coerenza e l’esattezza dei provvedimenti emessi.

Quando si può procedere alla correzione di un errore materiale in un atto giudiziario penale?
Si può procedere quando si tratta di un errore o un’omissione che non determina la nullità dell’atto e la sua correzione non comporta una modifica essenziale del provvedimento, come nel caso di un’errata indicazione di un nome, se quello corretto è desumibile da altri atti del processo.

Che cos’è la procedura ‘de plano’ menzionata nell’ordinanza?
È una procedura semplificata che consente al giudice di decidere senza la necessità di una formale udienza e senza sentire le parti. Viene utilizzata per decisioni che, come la correzione di un errore materiale, non incidono sul merito della causa ma solo sulla sua forma.

Qual è stato l’errore specifico corretto in questo caso?
L’errore consisteva nell’aver indicato un nome di battesimo errato per il ricorrente nel ruolo d’udienza. Il nome corretto era, tuttavia, già presente e correttamente indicato nella sentenza-documento, rendendo l’errore palese e facilmente emendabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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