Correzione Errore Materiale: Quando un Nome Sbagliato Mette a Rischio la Giustizia
Nel complesso ingranaggio della giustizia, ogni dettaglio conta. La precisione formale degli atti giudiziari non è un mero vezzo burocratico, ma una garanzia fondamentale per la certezza del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre uno spunto di riflessione sull’importanza della correzione dell’errore materiale, dimostrando come anche un’apparente svista, come un nome trascritto male, richieda un intervento formale per essere sanata.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una segnalazione del Presidente della Terza Sezione penale della Corte di Cassazione. Durante la revisione degli atti, era emersa un’anomalia nel dispositivo trascritto sul Ruolo di udienza relativo a un procedimento con due ricorrenti. Il nome di uno dei due era stato riportato in modo inesatto. Invece del nome corretto, che risultava da tutti gli altri documenti processuali, era stata trascritta una versione leggermente diversa.
Questo tipo di svista, sebbene non alteri la sostanza della decisione, può generare confusione e potenziali problemi nella fase esecutiva del provvedimento. Pertanto, si è resa necessaria un’azione formale per ristabilire la corretta identità del soggetto coinvolto.
La Procedura di Correzione dell’Errore Materiale
Di fronte a questa discrepanza, la Corte ha avviato la procedura per la correzione dell’errore materiale. L’ordinanza emessa ha avuto il preciso scopo di rettificare formalmente l’atto viziato. I giudici hanno esaminato il ricorso originale e gli altri atti del procedimento, constatando che l’errore era evidente e confinato esclusivamente alla trascrizione sul ruolo d’udienza.
La stessa sentenza depositata, ovvero l’atto che contiene la decisione finale sul merito della causa, riportava correttamente il nome del ricorrente. Questa coerenza documentale ha reso palese la natura di mero errore di trascrizione, escludendo qualsiasi incertezza sulla volontà dei giudici o sull’identità delle parti.
Le Motivazioni
La motivazione alla base dell’ordinanza è chiara e diretta: l’errore era “evidente”. La Corte ha rilevato che dal ricorso e dagli atti processuali emergeva in modo inequivocabile il nome corretto del ricorrente. L’inesattezza nella trascrizione era, quindi, una semplice svista che doveva essere corretta per assicurare l’allineamento formale tra tutti i documenti del fascicolo processuale. La decisione di procedere alla correzione è stata presa per garantire l’esattezza e la chiarezza degli atti giudiziari, un principio cardine dello stato di diritto.
Conclusioni
Questo caso, pur nella sua semplicità, insegna una lezione fondamentale: nel diritto, la forma è anche sostanza. Un errore materiale, per quanto piccolo, può minare la certezza e l’efficacia di un provvedimento. La procedura di correzione non è un mero adempimento burocratico, ma uno strumento essenziale per tutelare i diritti delle parti e assicurare che la macchina della giustizia funzioni senza intoppi. L’ordinanza della Cassazione ribadisce che la vigilanza sulla correttezza formale degli atti è un dovere imprescindibile per ogni operatore del diritto, a garanzia di un processo giusto ed equo.
Cos’è un errore materiale secondo la giurisprudenza?
È un errore involontario nella redazione di un atto giudiziario, come un errore di battitura, di trascrizione o di calcolo, che non influisce sul contenuto logico e giuridico della decisione ma solo sulla sua rappresentazione esteriore.
Come viene corretto un errore materiale in un atto giudiziario?
La correzione avviene attraverso un’apposita procedura, che si conclude con un’ordinanza del giudice. Il giudice, una volta rilevato l’errore (su segnalazione o d’ufficio), verifica la sua natura meramente formale confrontando l’atto errato con gli altri documenti del processo e dispone la sua rettifica.
Perché è importante correggere un errore materiale?
È fondamentale per garantire la certezza del diritto e la corretta esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Anche un errore apparentemente banale, come un nome scritto male, può generare incertezze sull’identità delle parti e creare ostacoli nell’applicazione della decisione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 36670 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 3 Num. 36670 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 30/09/2025
ORDINANZA
Letta la nota in data 27 agosto 2025 del Presidente della Terza Sezione penale, che ha segnalato la necessità di procedere alla correzione dell’errore materiale relativo al dispositivo trascritto sul Ruolo di udienza del 4 giugno 2025, con riguardo al procedimento di Pubblica Udienza n. 10130/2025, ricorrenti COGNOME NOME e COGNOME NOME, nel senso che, laddove è scritto «COGNOME NOME», deve leggersi «COGNOME NOME»;
rilevato che, nella specie, risulta evidente l’errore segnalato, in quanto dal ricorso e dagli atti del procedimento, emerge come, relativamente al procedimento n. 10130/2025, oltre a COGNOME NOME, ricorrente è «COGNOME NOME», per cui è inesatta la dicitura «COGNOME NOME», e che, infatti, nella sentenza depositata, il dispositivo reca il nome «COGNOME NOME»;
ritenuto, quindi, che deve procedersi alla correzione dell’errore materiale precedentemente specificato, e, perciò, a sostituirsi nel dispositivo trascritto sul Ruolo di udienza del 4 giugno 2025, relativamente al procedimento di Pubblica Udienza n. 10130/2025, ricorrenti COGNOME NOME e COGNOME NOME, al nome «COGNOME NOME» il nome «COGNOME NOME»;
P.Q.M.
Dispone la correzione del l’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul Ruolo di udienza del 04/06/2025, sul ricorso n. 10130/2025, nel
senso che, ove è scritto ‘ COGNOME NOME ‘ , deve leggersi ‘ COGNOME NOME ‘ . Manda alla cancelleria per le annotazioni su ll’ original e dell’atto . Così deciso il 30/09/2025.
Il Consigliere estensore Il Presidente NOME COGNOME NOME COGNOME