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Correzione errore materiale: l’ordinanza della Corte

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto nel dispositivo di una sua precedente sentenza. L’errore riguardava l’errata indicazione dei numeri identificativi di alcune sentenze per le quali era stata riconosciuta la continuazione tra reati. L’ordinanza, richiamando l’articolo 130 del codice di procedura penale, ha disposto la sostituzione dei numeri errati con quelli corretti, garantendo così la corretta esecuzione della decisione. Questo caso evidenzia l’importanza del procedimento di correzione errore materiale per la certezza del diritto.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione si Autocorrige

Nel complesso mondo della giustizia, la precisione è fondamentale. Ogni parola, numero o riferimento in un atto giudiziario ha un peso specifico. Ma cosa succede quando, per una svista, viene commesso un errore? L’ordinamento prevede uno strumento apposito: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo meccanismo, essenziale per garantire la certezza e la corretta applicazione del diritto.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da un ricorso presentato da un imputato avverso un’ordinanza del Tribunale di Cagliari. Il ricorrente chiedeva l’applicazione della ‘continuazione’ tra diversi reati per i quali era stato condannato con più sentenze. La Corte di Cassazione, con una sentenza dell’aprile 2024, aveva parzialmente accolto il ricorso, annullando la decisione del Tribunale limitatamente al diniego della continuazione per i reati giudicati con specifiche sentenze.

Tuttavia, nel trascrivere la decisione sul ‘ruolo di udienza’, è stato commesso un errore: sono stati indicati i numeri di due sentenze (la 9 e la 11) diverse da quelle per cui era stato effettivamente disposto l’annullamento (la 16, 17 e 18). Si trattava, appunto, di un classico errore materiale, una svista di trascrizione che non intaccava la volontà dei giudici ma che, se non corretta, avrebbe potuto generare confusione e problemi nell’esecuzione della sentenza.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione

Di fronte a questa discrepanza, la stessa Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione è intervenuta con una successiva ordinanza. La Corte ha rilevato l’errore e ha stabilito la necessità di porvi rimedio attraverso la procedura prevista dall’articolo 130 del codice di procedura penale. Questo articolo consente al giudice che ha emesso il provvedimento di correggerlo in caso di errori od omissioni che non determinano nullità e la cui eliminazione non comporta una modifica essenziale dell’atto.

La decisione evidenzia come questo potere di ‘autocorrezione’ sia uno strumento agile e necessario per assicurare la coerenza e l’esattezza degli atti giudiziari, senza dover ricorrere a complessi mezzi di impugnazione.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono lineari e si fondano sulla palese evidenza dell’errore. La Corte ha semplicemente constatato la discrepanza tra la decisione effettivamente assunta in camera di consiglio e quanto riportato nel dispositivo trascritto. La finalità dell’intervento è quella di ristabilire la corrispondenza tra la volontà del collegio giudicante e il testo scritto del provvedimento. Non si tratta di una nuova valutazione nel merito, ma di un’operazione di mera rettifica formale, indispensabile per garantire che la decisione produca i suoi effetti in modo corretto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, seppur breve, è di grande importanza pratica. Dimostra come l’ordinamento sia dotato di meccanismi interni per sanare le imperfezioni formali, tutelando la certezza del diritto e l’affidabilità delle decisioni giurisdizionali. La correzione errore materiale non è un dettaglio secondario, ma una garanzia fondamentale per le parti del processo e per l’intero sistema giudiziario, assicurando che la giustizia, oltre che essere amministrata, sia anche documentata in modo impeccabile.

Cos’è un errore materiale in un atto giudiziario?
È un’inesattezza puramente formale o di trascrizione, come un numero o un nome errato, che non incide sulla sostanza della decisione ma che necessita di essere corretta per garantire la precisione dell’atto.

Come può la Corte di Cassazione correggere un proprio errore materiale?
La Corte può intervenire d’ufficio con un’apposita ordinanza, basata sull’articolo 130 del codice di procedura penale, per disporre la rettifica dell’errore senza modificare il contenuto sostanziale della decisione originaria.

Qual era l’errore specifico corretto in questo caso?
L’errore consisteva nell’aver indicato nel dispositivo trascritto dei numeri di sentenze (9 e 11) diversi da quelli (16, 17 e 18) per i quali la Corte aveva effettivamente riconosciuto l’istituto della continuazione tra reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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