LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Correzione errore materiale: l’ordinanza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ordinato la correzione errore materiale in una sua precedente ordinanza. L’errore riguardava l’errata indicazione del luogo di nascita di un imputato. Su istanza della Procura della Repubblica, la Corte ha rettificato il dato anagrafico, ripristinando la correttezza formale del provvedimento e sottolineando l’importanza della precisione negli atti giudiziari.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Correzione dell’Errore Materiale nei Provvedimenti Giudiziari

L’ordinamento giuridico prevede strumenti specifici per garantire non solo la giustizia sostanziale delle decisioni, ma anche la loro precisione formale. La procedura di correzione errore materiale è uno di questi, fondamentale per rettificare sviste che, seppur non impattando il merito della decisione, minano la certezza e l’accuratezza degli atti giudiziari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come e perché questo istituto venga applicato.

Il Caso: Un Errore Anagrafico in un’Ordinanza

La vicenda trae origine da un’ordinanza emessa dalla stessa Corte di Cassazione in data 11 dicembre 2020. Nell’intestazione di tale provvedimento, il luogo di nascita del ricorrente era stato erroneamente indicato come “Carinaro”.

Successivamente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale competente, a seguito di accertamenti anagrafici, ha rilevato la discrepanza e ha presentato un’istanza formale alla Corte di Cassazione l’8 gennaio 2024. La richiesta mirava a ottenere la rettifica dell’atto, indicando come corretto luogo di nascita “Aversa”.

La Procedura di Correzione Errore Materiale Applicata

La Corte Suprema, ricevuta l’istanza e visionati gli atti, ha attivato la procedura prevista dall’articolo 625-bis, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma consente di correggere, anche d’ufficio, gli errori materiali contenuti nei provvedimenti della Corte stessa.

Si tratta di una procedura snella, che non richiede un nuovo giudizio sul merito della questione, ma si limita a sanare un vizio formale. La Corte, udita la relazione del Consigliere e lette le conclusioni conformi del Pubblico Ministero, ha riconosciuto la sussistenza di un “mero errore materiale”, disponendone la correzione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono concise e dirette, poiché la questione non presentava elementi di complessità giuridica. La Corte ha semplicemente constatato l’esistenza di un’inesattezza oggettiva, provata dagli accertamenti anagrafici eseguiti dalla Procura. L’errore non riguardava la volontà del giudice o il contenuto logico-giuridico della precedente decisione, ma unicamente un dato fattuale riportato in modo errato.

La decisione di correggere l’atto risponde quindi all’esigenza primaria di assicurare la piena corrispondenza tra il contenuto del provvedimento giudiziario e la realtà fattuale, un principio cardine per la certezza del diritto e per la corretta identificazione dei soggetti coinvolti nel procedimento.

Le Conclusioni: L’Importanza della Precisione Formale

Il provvedimento in esame, pur risolvendo una questione apparentemente minore, ribadisce un principio fondamentale: l’accuratezza formale degli atti giudiziari è essenziale. Un dato anagrafico errato potrebbe, in altre circostanze, generare confusioni, problemi di omonimia o difficoltà nell’esecuzione del provvedimento. Lo strumento della correzione errore materiale permette di rimediare a tali sviste in modo rapido ed efficace, senza intaccare l’autorità della decisione già presa. La Corte ha quindi disposto la correzione dell’intestazione dell’ordinanza originale e ha dato mandato alla cancelleria di annotare la modifica sull’atto, garantendo così la definitiva rettifica del documento ufficiale.

Cosa si intende per ‘errore materiale’ in un provvedimento giudiziario?
Secondo l’ordinanza, un errore materiale è una svista di natura formale, come l’errata trascrizione di un dato anagrafico, che non altera la sostanza o il contenuto logico della decisione del giudice e può essere rettificato con una procedura semplificata.

Chi può avviare la procedura per la correzione di un errore materiale?
Dal caso in esame emerge che l’istanza è stata presentata dalla Procura della Repubblica. La legge prevede che la procedura possa essere attivata su richiesta di parte o anche ‘d’ufficio’, cioè su iniziativa dello stesso giudice che rileva l’errore.

Quali sono gli effetti pratici della correzione di un errore materiale?
La Corte emette una nuova ordinanza che dispone formalmente la correzione, indicando la parte da emendare. Inoltre, dà mandato alla cancelleria di eseguire le annotazioni necessarie sull’atto originale, assicurando che il documento ufficiale rifletta in modo permanente e corretto il dato rettificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati