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Correzione errore materiale: l’ordinanza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha disposto la correzione di un errore materiale riguardante il nome di un ricorrente, erroneamente trascritto in un ruolo di camera di consiglio. La decisione si basa sulla necessità di rettificare un palese refuso, da “Salatore” a “Salvatore”, per garantire l’esattezza degli atti processuali, in applicazione della procedura di correzione errore materiale prevista dal codice.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando il Nome Sbagliato non Ferma la Giustizia

Nel mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola, ogni data e ogni nome all’interno di un atto giudiziario ha un peso specifico. Tuttavia, l’errore umano è sempre possibile. Cosa succede quando un semplice refuso si insinua in un documento ufficiale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento gestisca queste situazioni attraverso la correzione errore materiale, assicurando che la forma non prevalga mai sulla sostanza della giustizia.

I Fatti del Caso: Un Refuso nel Ruolo d’Udienza

Il caso in esame riguarda un procedimento penale in cui il nome del ricorrente è stato trascritto in modo errato nel ruolo di camera di consiglio. Nello specifico, il nome corretto “Salvatore” era stato riportato come “Salatore”. Si tratta di un classico esempio di errore materiale, ovvero una svista puramente formale che non altera in alcun modo il contenuto logico-giuridico della decisione o l’identificazione del soggetto coinvolto, ma che necessita comunque di una rettifica per garantire la coerenza e l’esattezza degli atti.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione

Rilevato il refuso, la Corte ha attivato la procedura prevista dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questa norma consente di correggere, anche d’ufficio, gli errori materiali contenuti nei provvedimenti della Corte di Cassazione. L’iter è snello e finalizzato a ripristinare rapidamente la correttezza formale del documento, senza dover riaprire il dibattito sul merito della questione. La Corte, con una specifica ordinanza, ha semplicemente disposto che il nome del ricorrente dovesse essere inteso nella sua forma corretta.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono lineari e si fondano sulla palese natura dell’errore. La Corte ha osservato che si trattava di un “mero errore materiale” e che era necessario procedere alla correzione “nel senso di cui sopra”. La decisione non implica alcuna riconsiderazione del caso, ma si limita a un intervento di ‘pulizia’ formale. Il provvedimento ordina alla Cancelleria di annotare la correzione sull’atto originale, garantendo così che la documentazione processuale sia perfettamente allineata alla realtà dei fatti. Questo meccanismo dimostra l’efficienza del sistema nel gestire le imperfezioni formali senza appesantire l’iter giudiziario.

Conclusioni: L’Importanza della Precisione Formale

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, evidenzia un principio cardine della procedura penale: la necessità di garantire la certezza e l’accuratezza degli atti giudiziari. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento essenziale che permette di sanare le sviste senza incidere sulla sostanza delle decisioni. Il caso dimostra come l’ordinamento sia dotato di meccanismi di autocorrezione efficienti, volti a preservare l’integrità formale del processo e a tutelare i diritti delle parti, assicurando che un semplice refuso non possa mai compromettere il corso della giustizia.

Cos’è un errore materiale in un atto giudiziario?
È un refuso, una svista o un’inesattezza che non riguarda la volontà del giudice o il contenuto della decisione, ma solo la sua rappresentazione materiale, come un nome scritto male o un errore di calcolo.

Come si corregge un errore materiale secondo il provvedimento analizzato?
Si corregge attraverso una specifica procedura, in questo caso prevista dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, con un’ordinanza che rileva l’errore, dispone la rettifica e ordina alla cancelleria di annotarla sull’atto originale.

La correzione di un errore materiale cambia la decisione del giudice?
No, la correzione di un errore materiale non modifica in alcun modo il contenuto e la sostanza della decisione presa dal giudice, ma si limita a emendare un’imperfezione formale dell’atto per garantirne l’accuratezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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