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Correzione errore materiale: la sentenza letta prevale

La Corte di Cassazione affronta un caso di discordanza tra il dispositivo letto in udienza, che assolveva un’imputata, e quello depositato per iscritto, che invece la condannava parzialmente. La Corte ha stabilito che si tratta di una mera correzione errore materiale, affermando la prevalenza del dispositivo letto in aula e procedendo direttamente alla sua rettifica ai sensi dell’art. 619 c.p.p., pur dichiarando il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Dispositivo letto in aula e dispositivo scritto: quale prevale?

Cosa accade se la decisione letta dal giudice in aula è diversa da quella poi depositata per iscritto? Questa è la domanda al centro di una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha chiarito un principio fondamentale della procedura penale. Il caso offre uno spunto prezioso per comprendere l’istituto della correzione errore materiale e la sua importanza per garantire la certezza del diritto e l’economia processuale.

I Fatti del Caso

Una donna veniva giudicata dalla Corte di Appello di Milano. Al termine dell’udienza, il giudice leggeva il dispositivo, assolvendo l’imputata da tutti i reati a lei contestati perché il fatto non sussiste. Tuttavia, circa due mesi dopo, al momento del deposito delle motivazioni, la sentenza riportava in calce un dispositivo diverso: l’assoluzione riguardava solo uno dei due capi d’imputazione, mentre per l’altro veniva confermata la condanna, seppur con una pena rideterminata.

Di fronte a questa palese e insanabile contraddizione, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e chiedendo che venisse riconosciuta la validità del primo dispositivo, quello letto pubblicamente in udienza.

La Decisione della Cassazione e la correzione errore materiale

La Suprema Corte, pur dichiarando il ricorso inammissibile, ha accolto la sostanza della doglianza. I giudici hanno stabilito che la discordanza tra i due dispositivi non costituisce un motivo di nullità della sentenza, ma un semplice errore materiale. La regola generale, infatti, prevede la prevalenza del dispositivo letto in udienza, in quanto esso rappresenta la decisione effettiva e immediata del collegio giudicante.

Invece di annullare la sentenza o rinviare gli atti al giudice di merito, la Cassazione ha applicato l’articolo 619 del codice di procedura penale. Questa norma le conferisce il potere di procedere direttamente alla correzione errore materiale quando questo sia evidente e non richieda ulteriori accertamenti di fatto. Di conseguenza, ha corretto il dispositivo scritto, uniformandolo a quello letto in aula e sancendo così l’assoluzione completa dell’imputata.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione si fonda su principi consolidati. La Corte ha ribadito che il dispositivo letto in udienza cristallizza la volontà del giudice nel momento deliberativo. Il testo scritto successivamente è solo una sua trasposizione documentale. Qualsiasi difformità, se non incide sulla sostanza della decisione, è un mero refuso.

Nel caso specifico, la stessa motivazione della sentenza d’appello era perfettamente coerente con l’assoluzione totale letta in udienza, e non con la condanna parziale trascritta per errore nel documento depositato. Questo ha reso ancora più evidente la natura materiale della svista.

La Corte ha inoltre sottolineato che consentire la correzione diretta in sede di legittimità, anche a fronte di un ricorso inammissibile, risponde a un’esigenza di massima semplificazione e di economia processuale. Evitare di rimandare il caso al giudice di merito per una semplice rettifica previene un inutile spreco di tempo e risorse, in linea con i principi della legge delega per il codice di procedura penale.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio cruciale: la decisione del giudice è quella pronunciata in udienza. La sua successiva documentazione deve essere fedele a quel momento. La correzione errore materiale si conferma uno strumento flessibile ed efficace per sanare le sviste formali senza compromettere la validità degli atti, garantendo che la giustizia sia non solo equa, ma anche efficiente. Per i cittadini, ciò significa maggiore certezza che la parola del giudice pronunciata in aula sia quella definitiva e vincolante.

Cosa succede se il verdetto letto in aula è diverso da quello scritto e depositato successivamente?
In caso di discordanza, prevale sempre il dispositivo letto pubblicamente in udienza. Esso costituisce l’atto con cui il giudice manifesta la sua decisione, mentre il testo scritto è una mera riproduzione che, se difforme, contiene un errore materiale.

La Corte di Cassazione può correggere un errore in una sentenza di un’altra Corte?
Sì, l’articolo 619 del codice di procedura penale permette alla Corte di Cassazione di procedere direttamente alla correzione di errori materiali contenuti in una sentenza impugnata, qualora l’errore sia palese e non richieda nuove valutazioni di merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile se la Corte ha poi dato ragione alla ricorrente?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché lo strumento giuridico corretto per risolvere la questione non era un’impugnazione per contraddittorietà, ma la più semplice procedura di correzione dell’errore materiale. Ciononostante, la Corte ha utilizzato i propri poteri per rettificare l’errore, evitando ulteriori passaggi processuali in un’ottica di economia e celerità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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