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Correzione errore materiale: la Cassazione ordina

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per la correzione di un errore materiale. Un provvedimento precedente conteneva una data errata (02/02/2024 anziché 02/01/2024). L’ordinanza dispone che tale correzione, già effettuata sulla sentenza, venga riportata anche nel ruolo d’udienza per garantire la coerenza formale degli atti giudiziari, evidenziando l’importanza della precisione nei documenti legali.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Precisione Formale Diventa Sostanza

Nel complesso ingranaggio della giustizia, anche il più piccolo dettaglio ha la sua importanza. Un semplice errore di battitura, una data sbagliata o un refuso possono generare incertezze e complicazioni. Fortunatamente, l’ordinamento prevede uno strumento agile ed efficace per sanare queste imprecisioni: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come funziona questo meccanismo, sottolineando l’importanza della coerenza e della precisione in ogni atto del processo.

Il Caso in Esame: Un Errore di Datazione

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Cassazione che, nel suo dispositivo, riportava una data palesemente errata. Nello specifico, si faceva riferimento a un atto del ‘Questore di Macerata del 02/02/2024′, mentre la data corretta era ’02/01/2024’. Si trattava di un classico errore materiale, ovvero una svista che non alterava la sostanza della decisione ma che, se non corretta, avrebbe potuto creare confusione.

La Corte, accortasi dell’imprecisione, aveva già provveduto a rettificare la sentenza stessa con un apposito provvedimento del Presidente, emesso pochi giorni dopo la pubblicazione della decisione originaria.

La Procedura di Correzione Errore Materiale secondo l’Art. 625-bis

La base giuridica per questo tipo di intervento si trova nell’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questa norma consente al giudice di correggere, anche d’ufficio, gli errori materiali contenuti nei suoi provvedimenti. La procedura è snella e mira a ripristinare la corrispondenza tra il pensiero del giudice (la sua volontà decisionale) e la sua manifestazione esteriore (il testo scritto del provvedimento).

È fondamentale sottolineare che la correzione non può mai modificare il contenuto sostanziale della decisione, ma solo rettificare quegli aspetti formali che sono frutto di una svista evidente.

L’Ordinanza della Corte: Estendere la Correzione

Sebbene la sentenza fosse già stata corretta, la Corte si è resa conto che lo stesso errore era presente anche in un altro documento ufficiale: il ruolo di udienza. Il ruolo è l’elenco delle cause trattate in una specifica giornata e anch’esso, trascrivendo il dispositivo, riportava la data errata.

Con l’ordinanza in commento, la Terza Sezione Penale della Cassazione ha quindi disposto che la medesima correzione venisse apportata anche al ruolo d’udienza, incaricando la Cancelleria di eseguire le necessarie annotazioni sugli originali.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base di questa ulteriore ordinanza è la necessità di garantire l’assoluta coerenza e uniformità di tutti gli atti processuali. Lasciare una discordanza tra il testo della sentenza (corretto) e quello del ruolo di udienza (non corretto) avrebbe potuto generare ambiguità o contestazioni future. La decisione, quindi, non si limita a sanare un singolo refuso, ma riafferma un principio cardine del sistema giudiziario: la certezza del diritto passa anche attraverso la precisione formale dei documenti che lo attestano. Il provvedimento assicura che l’intero fascicolo processuale rifletta in modo univoco e corretto la statuizione del giudice.

Conclusioni

Questo caso, pur nella sua apparente semplicità, è emblematico. Ci insegna che nel diritto, la forma è anche sostanza. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento essenziale che permette al sistema giudiziario di ‘autocorreggersi’, garantendo l’affidabilità e la chiarezza degli atti. La meticolosità dimostrata dalla Corte di Cassazione nell’estendere la rettifica a tutti i documenti pertinenti dimostra un’attenzione fondamentale per la qualità e la trasparenza dell’amministrazione della giustizia, a tutela di tutte le parti coinvolte.

Cos’è un ‘errore materiale’ in un atto giudiziario?
È una svista puramente formale, come un errore di battitura o una data sbagliata, che non modifica il contenuto sostanziale della decisione del giudice e può essere rettificato con una procedura semplificata.

Come viene corretto un errore materiale secondo la legge?
La correzione avviene tramite un apposito provvedimento del giudice che ha emesso l’atto, anche d’ufficio, ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale. Questo provvedimento ordina la rettifica dell’errore sull’originale del documento.

Perché è stato necessario un nuovo provvedimento per correggere anche il ruolo d’udienza?
Perché l’errore materiale, presente nella sentenza originale, era stato trascritto anche nel ruolo d’udienza. Sebbene la sentenza fosse già stata corretta, era necessario un ulteriore ordine per garantire che anche il ruolo d’udienza venisse allineato, assicurando così la completa coerenza formale di tutti gli atti del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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