LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Correzione errore materiale: la Cassazione interviene

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1445/2024, ha disposto la correzione di un errore materiale in una precedente sentenza. L’errore riguardava l’errata indicazione sia dell’ufficio del Procuratore Generale impugnante sia della Corte d’appello designata come giudice del rinvio. La Corte ha applicato la procedura ex art. 130 c.p.p. per rettificare le sviste, sostituendo i riferimenti errati con quelli corretti, ripristinando così la coerenza formale dell’atto giudiziario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Precisione Giuridica Chiama

Nel complesso universo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in una sentenza ha un peso e un significato specifico. Tuttavia, anche nel sistema giudiziario possono verificarsi delle sviste. In questi casi, interviene la procedura di correzione errore materiale, uno strumento essenziale per garantire la coerenza e la correttezza formale degli atti giudiziari senza dover rimettere in discussione il merito della decisione. L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 1445 del 2024, offre un chiaro esempio di come funziona questo meccanismo.

I Fatti del Caso: Una Sentenza con Due Sviste

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione. Dopo la pubblicazione della decisione, è emerso che il testo conteneva due errori di natura puramente materiale, facilmente riscontrabili dagli atti processuali.

Il primo errore si trovava nell’intestazione della sentenza: come parte impugnante era stato indicato il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona, mentre l’impugnazione era stata in realtà proposta dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova.

Il secondo errore era presente nel dispositivo, ovvero nella parte decisionale della sentenza. La Corte, nell’annullare la precedente pronuncia, aveva rinviato il caso alla Corte di Appello di Firenze, invece che alla Corte di Appello di Genova, territorialmente competente.

L’Applicazione della Procedura di Correzione Errore Materiale

Di fronte a questi evidenti lapsus, la Corte di Cassazione ha attivato d’ufficio il procedimento previsto dall’articolo 130 del Codice di Procedura Penale. Questa norma consente di emendare gli errori materiali contenuti nei provvedimenti del giudice. Si tratta di errori che non incidono sulla volontà decisionale del collegio giudicante, ma che riguardano aspetti formali come nomi, date o, come in questo caso, la corretta indicazione di un ufficio giudiziario.

La procedura è snella e mira a ripristinare la corretta corrispondenza tra quanto deciso e quanto scritto, evitando i tempi e i costi di un nuovo grado di giudizio per semplici refusi. La Corte ha infatti ascoltato la relazione del consigliere e le richieste del Pubblico Ministero, che ha concordato sulla necessità della correzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con la presente ordinanza, la Corte di Cassazione ha disposto la rettifica dei due errori. Specificamente, ha ordinato:

1. La sostituzione, nel dispositivo della sentenza, dell’indicazione errata “Firenze” con quella corretta, “Genova”, come Corte d’appello competente per il giudizio di rinvio.
2. La correzione, nell’intestazione della sentenza, dell’inciso “PG presso la Corte d’appello di Ancona” con quello corretto, “PG presso la Corte d’appello di Genova”.

Infine, la Corte ha incaricato la Cancelleria di eseguire le annotazioni necessarie direttamente sull’originale della sentenza, per garantire che il documento rettificato sia l’unica versione ufficiale.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base di questa ordinanza è radicata nel principio di economia processuale e di certezza del diritto. La Corte ha riconosciuto che gli errori individuati erano “senz’altro emendabili” con la procedura di correzione, in quanto non intaccavano il ragionamento logico-giuridico che aveva portato alla decisione di merito. Citando un precedente giurisprudenziale (Sez. 3, n. 8354 del 2014), la Corte ha ribadito che questo strumento è il rimedio adeguato per sanare sviste che, se non corrette, potrebbero generare confusione o incertezze nell’esecuzione del provvedimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questo caso dimostra l’importanza della procedura di correzione dell’errore materiale come meccanismo di “manutenzione” della correttezza formale degli atti giudiziari. Per avvocati, parti processuali e cittadini, ciò significa che il sistema possiede gli anticorpi per auto-correggersi in modo rapido ed efficiente, senza compromettere la sostanza della giustizia. L’ordinanza assicura che il giudizio di rinvio si svolga dinanzi al giudice competente e che gli atti riflettano correttamente le parti coinvolte nel processo, garantendo così il pieno rispetto delle regole procedurali e la chiarezza del percorso giudiziario.

Cosa si intende per errore materiale in una sentenza?
Un errore materiale è una svista puramente formale, come un errore di battitura o l’errata indicazione di un nome o di un luogo, che non influisce sulla sostanza della decisione e può essere corretto con una procedura semplificata.

Quali erano gli errori specifici corretti in questo caso?
La Corte ha corretto due errori: la sbagliata indicazione dell’ufficio del Procuratore Generale come impugnante (Ancona anziché Genova) e l’errata designazione della Corte d’appello per il rinvio (Firenze anziché Genova).

Quale procedura viene utilizzata per correggere un errore materiale?
Si utilizza la procedura prevista dall’articolo 130 del Codice di Procedura Penale, che permette al giudice che ha emesso il provvedimento di correggerlo d’ufficio o su richiesta di parte, senza la necessità di un nuovo giudizio di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati