Correzione Errore Materiale: Quando la Precisione è Giustizia
Nel percorso della giustizia, la precisione formale di un atto è tanto importante quanto la sua sostanza. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il sistema giudiziario intervenga per sanare quelle imperfezioni che, seppur apparentemente minori, possono inficiare la corretta applicazione di una decisione. Il tema centrale è la correzione errore materiale, un istituto procedurale fondamentale per garantire la coerenza e l’esattezza dei provvedimenti giudiziari.
I Fatti del Caso: Un Errore di Trascrizione
La vicenda trae origine da un errore di trascrizione contenuto nel dispositivo di una precedente decisione. In tale atto, il nome di un imputato era stato erroneamente indicato al posto di un altro. La Corte aveva già provveduto a una prima correzione, sostituendo il nominativo sbagliato con quello corretto nella parte del dispositivo che riconosceva un’attenuante.
Tuttavia, questa prima rettifica era stata incompleta. Lo stesso errore di persona persisteva in un altro punto del dispositivo, specificamente dove veniva disposta la “Revoca le pene accessorie”. Questa revoca era una diretta conseguenza del riconoscimento dell’attenuante all’imputato corretto, ma l’errore materiale faceva sì che il beneficio venisse ancora formalmente attribuito alla persona sbagliata.
La Decisione della Corte e la Correzione Errore Materiale
Accortasi d’ufficio dell’omissione, la Suprema Corte ha avviato una procedura camerale ai sensi dell’art. 130 del codice di procedura penale. L’obiettivo era semplice e diretto: completare la correzione errore materiale già parzialmente effettuata.
La Corte ha disposto che il dispositivo venisse ulteriormente corretto. Ha ordinato di inserire una specifica dicitura per emendare la parte relativa alle pene accessorie, stabilendo che la frase “Revoca le pene accessorie applicate a [Nome Errato]” dovesse leggersi come “Revoca le pene accessorie applicate a [Nome Corretto]”. Infine, ha demandato alla Cancelleria di annotare la correzione sugli atti originali.
Le Motivazioni: La Necessità di Coerenza nel Provvedimento
La motivazione alla base dell’ordinanza è lineare e si fonda sulla logica giuridica. La Corte ha riconosciuto che la mancata correzione della seconda parte del dispositivo era frutto di una “mera svista”. La revoca delle pene accessorie, infatti, era “strettamente connessa” e “strettamente conseguenziale” al riconoscimento dell’attenuante (ex art. 114 c.p.) in favore dell’imputato il cui nome era stato inizialmente omesso.
L’errore, quindi, non alterava la volontà del giudice, ma creava una palese contraddizione formale all’interno del dispositivo. Lasciare l’atto in quello stato avrebbe significato mantenere un’incongruenza che poteva generare incertezza in fase esecutiva. L’intervento d’ufficio si è reso necessario per ripristinare la piena coerenza tra la motivazione della sentenza e il suo dispositivo, assicurando che gli effetti giuridici della decisione fossero attribuiti correttamente.
Conclusioni: L’Importanza della Procedura di Correzione
Questo caso sottolinea l’importanza dello strumento della correzione errore materiale nel sistema processuale penale. Esso permette di emendare gli atti giudiziari da sviste, refusi o omissioni senza dover ricorrere a complessi mezzi di impugnazione, quando l’errore non incide sulla sostanza della decisione ma solo sulla sua formulazione.
La pronuncia dimostra il rigore con cui gli organi giurisdizionali, fino al più alto grado di giudizio, vigilano sulla precisione formale dei propri atti. Garantire che ogni parte di una sentenza sia coerente e priva di ambiguità è essenziale non solo per la certezza del diritto, ma anche per assicurare che la giustizia, una volta decisa, venga applicata in modo corretto ed efficace.
Cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
È un’omissione o un errore di trascrizione che non modifica la volontà del giudice ma riguarda la formulazione del provvedimento, come l’errata indicazione di un nome.
Perché la Corte è intervenuta d’ufficio?
La Corte è intervenuta perché ha rilevato autonomamente che una precedente correzione era incompleta, lasciando una parte del dispositivo incoerente con la motivazione e con la parte già corretta, e tale omissione era una mera svista.
Qual era la conseguenza dell’errore non corretto?
L’errore non corretto attribuiva la revoca delle pene accessorie a un soggetto diverso da quello a cui era stata riconosciuta l’attenuante che giustificava tale revoca, creando un’incongruenza formale nell’atto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 47535 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 47535 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/11/2024
ORDINANZA
per la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul ruolo dell’udienza del 23/10/2024 relativo al ricorso R.G.N. 26529/2024 proposto da COGNOME NOME COGNOME ed altro.
visti gli atti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
L’odierna procedura camerale, ai sensi dell’art. 130 cod. proc. pen., è stata disposta d’ufficio perché, premesso che, nel dispositivo trascritto sul ruolo dell’udienza del 23/10/2024 relativo al ricorso R.G.N. 26529/2024 proposto da COGNOME NOME COGNOME ed altro, è stata disposta la correzione dell’errore materiale del «dispositivo della sentenza impugnata, escludendo dopo le parole “riconosce a” il nominativo “COGNOME NOME” errato, e sostituendolo con il nominativo “COGNOME NOME“», si è rilevato che tale dispositivo contiene un analogo errore anche là dove è scritto (nel suo penultimo periodo): «Revoca le pene accessorie applicate a COGNOME NOME».
Nella motivazione, infatti, tale previsione era strettamente connessa al riconoscimento dell’attenuante di cui all’art. 114 cod. pen. in favore del COGNOME. Ciò nonostante, su tale previsione non si è intervenuti con la correzione, ancorché essa fosse strettamente conseguenziale.
Considerato che tale omissione appare frutto di un mero errore materiale, e che, pertanto, occorre procedere alla correzione dello stesso errore, contenuto nel ruolo di udienza relativo al procedimento, nel senso indicato.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul ruolo dell’udienza 23/10/2024, in relazione al ricorso n. 26529/2024 R.G. proposto da COGNOME NOME Junior ed altro, nel senso che, dopo le parole «sostituendolo con il nominativo “COGNOME NOME“», siano inserite le parole «Corregge, altresì, il dispositivo della sentenza impugnata nel senso che, ove è scritto: “Revoca le pene accessorie applicate a COGNOME NOME” deve leggersi: “Revoca le pene accessorie applicate a COGNOME NOME“». Manda alla Cancelleria per le annotazioni sugli originali.
Così deciso il 05/11/2024.