Correzione Errore Materiale: la Precisione Giuridica secondo la Cassazione
L’ordinamento giuridico prevede strumenti per garantire non solo la giustizia sostanziale, ma anche la precisione formale degli atti giudiziari. Uno di questi strumenti è la correzione errore materiale, un istituto che permette di emendare sviste che non intaccano il cuore della decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come e perché questo procedimento sia fondamentale per la coerenza e l’esecutività delle sentenze.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una decisione della stessa Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale. La Corte, nel riesaminare un ricorso, aveva annullato con rinvio un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Il punto centrale riguardava un periodo di detenzione sofferto da un soggetto in condizioni non conformi ai parametri legali (spazio individuale inferiore a 3 mq).
Nel dispositivo della sentenza, ovvero nella parte finale che contiene la decisione vincolante, la Corte aveva indicato il periodo rilevante come ‘dal 27 febbraio 2017 al 9 ottobre 2017’. Tuttavia, sia dagli atti processuali sia dalla motivazione della stessa sentenza, emergeva in modo inequivocabile che il periodo corretto era un altro: ‘dal 27 febbraio 2017 all’8 giugno 2017’, per un totale di 101 giorni. Si trattava, dunque, di un palese errore di trascrizione.
La Procedura di Correzione Errore Materiale
Di fronte a questa discrepanza tra la motivazione (la spiegazione della decisione) e il dispositivo (il comando), la Corte è intervenuta d’ufficio per sanare l’errore. La procedura di correzione errore materiale è pensata proprio per queste situazioni: quando l’errore è evidente e la sua correzione non comporta una modifica del giudizio di merito, ma si limita a ripristinare la corretta espressione della volontà del giudice, già chiaramente espressa nella motivazione.
L’ordinanza in commento, quindi, non riapre il caso, ma si limita a rettificare la statuizione finale, garantendo che essa sia perfettamente allineata con quanto accertato e motivato nella sentenza originaria.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha evidenziato che la discrepanza tra il periodo indicato nel dispositivo e quello risultante dagli atti e dalla motivazione costituiva un ‘mero errore materiale’. La motivazione della sentenza originaria aveva chiaramente identificato il periodo di 101 giorni, dal 27 febbraio all’8 giugno 2017, come quello in cui il detenuto era stato ristretto in condizioni non conformi. L’indicazione della data del 9 ottobre 2017 nel dispositivo era, quindi, un refuso che doveva essere emendato.
La decisione di procedere con la correzione è fondata sulla necessità di assicurare la coerenza interna del provvedimento giudiziario e di evitare incertezze nella sua esecuzione. Un dispositivo non allineato alla motivazione potrebbe generare problemi interpretativi e applicativi, vanificando in parte la tutela riconosciuta al ricorrente.
Conclusioni
L’ordinanza analizzata ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’importanza della precisione formale negli atti giudiziari. La correzione errore materiale non è un tecnicismo fine a se stesso, ma uno strumento essenziale per garantire la certezza del diritto e l’effettiva esecuzione delle decisioni. Questo caso dimostra come anche il massimo organo della giurisdizione, la Corte di Cassazione, utilizzi questo istituto per assicurare che le proprie sentenze siano prive di ambiguità e perfettamente coerenti in ogni loro parte, dal ragionamento logico-giuridico al comando finale.
Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista puramente formale, come un errore di battitura, di calcolo o l’indicazione di una data errata, che non altera la sostanza della decisione del giudice e può essere rettificato con una procedura semplificata.
Perché la Corte di Cassazione ha dovuto correggere una sua stessa sentenza?
La Corte ha dovuto intervenire perché nel dispositivo della sentenza era stata indicata una data finale errata per un periodo di detenzione. La data corretta era chiaramente desumibile sia dagli atti processuali sia dalla motivazione della stessa sentenza, rendendo evidente la natura di mero errore materiale.
Qual è stato l’effetto pratico della correzione?
L’effetto è stato quello di allineare il dispositivo (la parte che contiene la decisione finale) alla motivazione della sentenza, sostituendo la data errata del ‘9 ottobre 2017′ con quella corretta dell”8 giugno 2017’. Ciò garantisce la certezza e la corretta esecuzione della decisione, specificando con precisione il periodo di detenzione in condizioni non conformi.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 30289 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 1 Num. 30289 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 11/06/2024
ORDINANZA
nel procedimento inteso alla correzione dell’errore materiale nel dispositivo della sentenza-decisione della Corte di cassazione, Sezione Prima penale, del 20/12/2023, sul ricorso n. 30248/2023 Reg. Gen., proposto nel procedimento a carico di:
NOME, nato a Roma il DATA_NASCITA;
visti gli atti;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza-decisione n. 13026 del 2024, pronunciata il 20 dicembre 2023, all’esito della udienza svoltasi in camera di consiglio in pari data, e pubblicata il 28 marzo 2024, la Corte di cassazione, Sezione Prima penale, ha definito il ricorso proposto da NOME COGNOME ed iscritto al n. 30248/2023 Reg. gen. Ricorsi, disponendo, tra l’altro, l’annullamento con rinvio del provvedimento impugnato – l’ordinanza emessa dal Tribunale di sorveglianza di Roma il 16 marzo 2023 – con riferimento alla detenzione patita da NOME presso la Casa
circondariale Regina Coeli di Roma, «limitatamente al periodo che va dal 27 febbraio 2017 al 9 ottobre 2017».
La predetta statuizione è, nella parte relativa all’indicazione del termine finale, frutto di un mero errore materiale, risultando univocamente dagli atti sottoposti al vaglio del Collegio e dalla motivazione della sentenza n. 13026/2024 che COGNOME fu ristretto in condizioni non conformi ai parametri nel solo periodo, pari a 101 giorni – decorrente dal 27 febbraio 2017 e protrattosi sino all’8 giugno 2017 – in cui occupò una cella nella quale gli fu garantito uno spazio individuale inferiore a 3 mq..
Deve, pertanto, procedersi alla correzione del segnalato errore materiale, finalizzata ad emendare il dispositivo della sentenza n. 13027/2024 nel senso che alle parole «limitatamente al periodo che va dal 27 febbraio 2017 al 9 ottobre 2017» siano sostituite quelle «limitatamente al periodo che va dal 27 febbraio 2017 all’8 giugno 2017».
P.Q.M.
Corregge il dispositivo della sentenza n. 13026 del 2024 nel senso che le parole «limitatamente al periodo che va dal 27/2/2017 al 9/10/2017» siano sostituite con le seguenti «limitatamente al periodo che va dal 27/2/2017 all’8/6/2017».
Corregge, altresì, il dispositivo trascritto sul ruolo dell’udienza del 20/12/2023 nel senso sopra indicato.
Manda la Cancelleria per le annotazioni di rito. Così deciso il 11/06/2024.