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Correzione errore materiale: la Cassazione interviene

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. L’errore riguardava l’errata indicazione del luogo di nascita di uno dei ricorrenti. La Corte ha disposto la rettifica dell’atto, stabilendo che dove è indicato un comune errato, deve intendersi il comune corretto di Palermo, garantendo così l’esattezza dei dati anagrafici e la conformità degli atti giudiziari.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Precisione Giudiziaria si Auto-Corregge

L’ordinanza n. 28135 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come l’ordinamento giuridico preveda meccanismi per garantire l’accuratezza e la precisione dei propri atti. Il caso in esame riguarda la correzione errore materiale, un istituto fondamentale per rimediare a sviste che, seppur non influendo sulla sostanza della decisione, possono creare incertezze o problemi formali. Analizziamo come la Suprema Corte è intervenuta per rettificare un’imprecisione in un suo precedente provvedimento.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da due ricorsi presentati avverso un’ordinanza della Corte di Cassazione emessa nel gennaio 2020. Durante l’esame degli atti, la Quinta Sezione Penale ha rilevato la presenza di un errore puramente materiale nella precedente ordinanza.

Nello specifico, l’errore consisteva nell’errata indicazione del luogo di nascita di uno dei ricorrenti. Nell’intestazione del provvedimento era stato scritto che il soggetto era nato a “Campi Bisenzio”, mentre il dato anagrafico corretto era “Palermo”. Si trattava di una classica svista di trascrizione, un errore che non alterava la volontà del giudice né il contenuto decisorio della pronuncia, ma che necessitava di essere sanato per assicurare la perfetta corrispondenza tra l’atto e la realtà anagrafica.

La decisione della Corte sulla correzione errore materiale

Di fronte a questa evidenza, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha disposto la correzione errore materiale del precedente provvedimento. I giudici hanno agito d’ufficio, ovvero di propria iniziativa, per emendare l’atto viziato dalla svista.

La decisione è stata netta e concisa: il Collegio ha ordinato che, nel testo dell’ordinanza del 2020, ogni riferimento al luogo di nascita “Campi Bisenzio” per il ricorrente in questione dovesse essere letto e inteso come “Palermo”. Infine, ha demandato alla cancelleria il compito di eseguire le annotazioni necessarie sugli originali dei documenti, al fine di rendere la correzione ufficiale e permanente.

Le motivazioni

La motivazione alla base della decisione risiede nella necessità di preservare l’integrità e l’accuratezza formale degli atti giudiziari. Un errore materiale, seppur non influente sul dispositivo (la decisione finale), rappresenta una difformità che l’ordinamento ha interesse a eliminare. La procedura di correzione è uno strumento agile che consente al giudice di intervenire sullo stesso atto da lui emesso per emendarlo da questo tipo di imperfezioni, quali errori di calcolo, omissioni o, come in questo caso, errori anagrafici.

La Corte ha agito in base al principio secondo cui la giustizia deve essere non solo sostanzialmente corretta, ma anche formalmente ineccepibile. Rettificare un dato anagrafico significa garantire la certezza del diritto e l’esatta identificazione dei soggetti coinvolti nel procedimento, evitando qualsiasi possibile futura contestazione o ambiguità legata a un’evidente svista.

Le conclusioni

Questo caso, sebbene semplice nella sua risoluzione, mette in luce un aspetto importante della procedura penale e, più in generale, del funzionamento della macchina giudiziaria. Dimostra che il sistema è dotato di meccanismi di autocontrollo e autocorrezione. La correzione errore materiale è un istituto che rafforza la fiducia dei cittadini nel sistema, assicurando che ogni atto sia il più possibile preciso e veritiero.

L’implicazione pratica è che le parti di un processo possono sempre contare su atti corretti e, qualora riscontrino un errore di questo tipo, sanno che esiste una via specifica per chiederne la rettifica. Per gli operatori del diritto, è un monito a prestare la massima attenzione nella redazione degli atti, pur nella consapevolezza che l’errore umano può accadere e che l’ordinamento fornisce gli strumenti per porvi rimedio.

Cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
Un errore materiale è una svista o un’imprecisione involontaria contenuta in un atto giudiziario, come l’errata trascrizione di un dato anagrafico (in questo caso, il luogo di nascita), che non incide sul contenuto della decisione del giudice.

Come può essere corretto un errore materiale?
L’errore materiale può essere corretto dallo stesso giudice che ha emesso il provvedimento. Nel caso analizzato, la Corte di Cassazione ha emesso una nuova ordinanza disponendo specificamente la correzione del dato errato nel precedente atto.

Qual è la finalità della correzione di un errore materiale?
La finalità è quella di garantire l’accuratezza e la precisione formale degli atti giudiziari, assicurando la certezza del diritto e la corretta identificazione dei soggetti coinvolti, eliminando qualsiasi potenziale ambiguità derivante dalla svista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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