Correzione Errore Materiale: Quando la Forma Conta
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso specifico. Ma cosa succede quando si verifica una svista? Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento gestisca queste situazioni attraverso la correzione errore materiale, un istituto che permette di rimediare a imprecisioni formali senza alterare la sostanza di una decisione.
I Fatti del Caso
La vicenda nasce da un ricorso in Cassazione. All’esito dell’udienza pubblica, nel redigere il dispositivo (la parte decisionale dell’atto), la Corte si era limitata a menzionare le “ammende”. Tuttavia, era stata omessa una parte cruciale relativa agli aspetti civili del processo: la condanna degli imputati a rimborsare le spese legali sostenute dalla parte civile, quantificate in 3.950,00 euro oltre agli accessori di legge.
Questa omissione, sebbene apparentemente piccola, avrebbe potuto creare problemi nell’esecuzione della sentenza per quanto riguarda il risarcimento dovuto alla vittima del reato. Di conseguenza, si è reso necessario un intervento per sanare l’atto.
La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione
Di fronte a questa palese omissione, la stessa Corte di Cassazione ha attivato la procedura di correzione errore materiale. Con una nuova ordinanza, ha stabilito che il dispositivo originale doveva essere integrato. La Corte ha specificato che dopo la parola “ammende” dovevano essere aggiunte le seguenti parole: “Condanna, inoltre, gli imputati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla parte civile che liquida in complessivi euro 3.950,00, oltre accessori di legge”.
Questo intervento non riapre il caso né modifica il giudizio di colpevolezza, ma si limita a perfezionare il testo della decisione, assicurando che tutte le statuizioni, comprese quelle economiche a favore della parte civile, siano correttamente riportate.
Le Motivazioni
La Corte ha motivato il suo intervento sottolineando che si trattava di un “errore materiale, che non ne inficia il contenuto”. In altre parole, la volontà dei giudici era chiara sin dall’inizio e l’omissione è stata una mera svista di trascrizione. La decisione di condannare gli imputati anche alle spese civili era già stata presa in camera di consiglio; semplicemente, non era stata trascritta correttamente nel dispositivo. La procedura di correzione serve proprio a far coincidere il documento scritto con la reale volontà del collegio giudicante, garantendo la completezza e l’effettività della tutela per tutte le parti coinvolte, inclusa la parte civile che ha diritto al rimborso delle spese sostenute.
Le Conclusioni
Questo caso evidenzia l’importanza del meccanismo della correzione dell’errore materiale. Esso rappresenta uno strumento di efficienza e giustizia procedurale, che permette di rimediare a imprecisioni formali senza la necessità di impugnazioni o complessi iter processuali. Dimostra come il sistema legale sia dotato di anticorpi per auto-correggersi, garantendo che la sostanza delle decisioni prevalga su eventuali sviste formali e che i diritti di tutte le parti, compresi quelli economici, siano pienamente tutelati e riportati correttamente negli atti ufficiali.
Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista o un errore di trascrizione di natura puramente formale, come un’omissione o un errore di calcolo, che non incide sulla sostanza della decisione presa dal giudice.
Cosa mancava nel dispositivo originale oggetto della correzione?
Mancava la parte che condannava gli imputati a rimborsare le spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile, quantificate in 3.950,00 euro oltre agli accessori di legge.
La correzione dell’errore materiale ha cambiato la decisione originale della Corte?
No, la Corte ha specificato che l’errore non inficiava il contenuto della decisione. La correzione ha semplicemente integrato il testo per renderlo completo e conforme alla volontà già espressa dal collegio giudicante, senza alterare la sostanza del giudizio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 10701 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 3 Num. 10701 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/12/2023
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a TRENTOLA DUCENTA il DATA_NASCITA COGNOME NOME nato a ROMA il DATA_NASCITA NOME NOME.U.NOME nato il DATA_NASCITA COGNOME NOME C.U.CODICE_FISCALE nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/03/2023 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette le conclusioni del PG ETTORE COGNOME: procedere alla correzione
e
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il dispositivo risultante dal ruolo di udienza del 30 marzo 2023, ricorso n. 39810/2020 contiene un errore materiale, che non ne inficia il contenuto, nel senso che dopo le parole “ammende” devono aggiungersi le parole “Condanna, inoltre, gli imputati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla parte civile che liquida in complessivi euro 3.950,00, oltre accessori di legge”.
Deve procedersi quindi alla correzione dell’errore materiale.
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale del ruolo della pubblica udienza del 30.3.2023 relativamente al procedimento numero 39810/2023 nel senso che dopo le parole “ammende” si aggiungano le parole “Condanna, inoltre, gli imputati alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla parte civile che liquida in complessivi euro 3.950,00, oltre accessori di legge”.
Manda alla cancelleria per le annotazioni.
Così deciso, 21/12/2023