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Correzione errore materiale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione interviene con un’ordinanza per la correzione di un errore materiale presente in una precedente sentenza. L’errore consisteva nella trascrizione errata del cognome di un imputato nel ruolo d’udienza, con conseguenze sulla condanna alla rifusione delle spese civili. La Corte ha disposto la rettifica del nominativo per assicurare la corretta esecuzione del provvedimento, evidenziando l’importanza della precisione formale negli atti giudiziari.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: L’Importanza della Precisione nei Documenti Giudiziari

Nel complesso universo del diritto, anche un singolo refuso può avere conseguenze significative. La procedura di correzione errore materiale è lo strumento che l’ordinamento mette a disposizione per sanare queste imprecisioni senza alterare la sostanza di una decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come e perché questo istituto sia fondamentale per garantire la giustizia e la certezza del diritto. Il caso in esame riguarda la rettifica di un cognome, un dettaglio apparentemente minore ma cruciale per la corretta imputazione delle responsabilità economiche derivanti dal processo.

Il Caso: Un Cognome Errato nel Ruolo d’Udienza

I fatti traggono origine da una sentenza della Corte di Cassazione che decideva sui ricorsi presentati da numerosi imputati. Nel dispositivo della sentenza, diversi ricorrenti venivano condannati, tra le altre cose, alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile, un ente comunale. Tuttavia, nel trascrivere il dispositivo sul ruolo d’udienza, il cognome di uno degli imputati veniva storpiato: da ‘Andrisano’ a ‘Andrisani’. Questo errore, puramente formale, rischiava di creare incertezza sull’identità del soggetto tenuto al pagamento, potendo compromettere la fase esecutiva della condanna.

La Decisione della Corte: La Correzione Errore Materiale

Resasi conto della discrepanza, la stessa Corte di Cassazione ha proceduto d’ufficio, ovvero di propria iniziativa, alla correzione dell’errore materiale. Ai sensi dell’articolo 625 bis del codice di procedura penale, ha fissato un’udienza per deliberare sulla rettifica. L’ordinanza finale ha disposto che, nel dispositivo della precedente sentenza, ovunque comparisse il nominativo ‘Andrisani’, si dovesse leggere il corretto ‘Andrisano’. La Corte ha quindi incaricato la cancelleria di apportare le necessarie annotazioni sugli atti originali, sanando così l’inesattezza.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base della natura palese dell’errore. Non si trattava di una riconsiderazione del merito della causa, ma di una semplice svista nella trascrizione del nome dell’imputato. L’istituto della correzione errore materiale serve proprio a questo: emendare sviste, errori di calcolo o di battitura che non intaccano il contenuto logico e giuridico della decisione. La finalità è quella di assicurare la piena conformità tra la volontà del giudice e la sua rappresentazione formale nell’atto scritto, garantendo così la certezza giuridica e la corretta eseguibilità del provvedimento.

Le Conclusioni

Questa vicenda, sebbene incentrata su un dettaglio minimo, sottolinea un principio cardine del sistema giudiziario: la precisione formale non è un mero vezzo, ma una garanzia fondamentale per le parti. Un errore nel nome di una persona può generare contenziosi, ritardi nell’esecuzione delle sentenze e ingiustizie. L’intervento d’ufficio della Cassazione dimostra la sensibilità dell’organo di vertice verso questi aspetti e l’efficacia degli strumenti procedurali, come la correzione errore materiale, posti a presidio della coerenza e dell’affidabilità degli atti giudiziari.

Cosa si intende per correzione di un errore materiale?
È la procedura con cui un giudice corregge inesattezze, come errori di battitura o di calcolo, in un proprio provvedimento, senza modificare la sostanza della decisione presa.

Perché la Corte è intervenuta per correggere un solo cognome?
La Corte è intervenuta perché il cognome errato era indicato nella parte del dispositivo che condannava specifici imputati alla rifusione delle spese legali. La correzione era necessaria per garantire che l’obbligo di pagamento fosse attribuito correttamente alla persona giusta.

Chi può avviare la procedura di correzione dell’errore?
In questo specifico caso, la Corte ha agito d’ufficio, cioè di propria iniziativa. Generalmente, la procedura può essere avviata anche su istanza di una delle parti del processo che rileva l’errore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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