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Correzione errore materiale: la Cassazione corregge sé

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha disposto la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. Inizialmente, nel convertire un ricorso in appello, la Corte aveva erroneamente indicato la Corte di Appello di Genova come competente, anziché quella di Torino. La presente decisione rettifica tale svista, ordinando che gli atti siano trasmessi al corretto giudice territoriale, evidenziando l’importanza della precisione procedurale e dei meccanismi di auto-correzione dell’organo giudiziario.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Quando la Corte di Cassazione Interviene per Sistemare i Propri Atti

Nel sistema giudiziario, la precisione è fondamentale. Ogni atto, ogni parola, ha un peso specifico che può determinare le sorti di un procedimento. Tuttavia, anche ai massimi livelli della giurisdizione può capitare una svista. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio lampante di come l’ordinamento preveda strumenti per rimediare a tali imprecisioni, attraverso il meccanismo della correzione errore materiale. Questo caso ci mostra come la Corte di Cassazione sia intervenuta per correggere un proprio precedente provvedimento, garantendo il corretto corso della giustizia.

I Fatti del Caso: Un Errore di Destinazione

Una società a responsabilità limitata aveva proposto un ricorso per saltum, ossia un ricorso diretto in Cassazione saltando il grado d’appello, contro una sentenza del Tribunale. La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, aveva deciso di convertirlo in un appello ordinario, riconoscendo la necessità di una valutazione di secondo grado. Nel disporre la trasmissione degli atti, tuttavia, è stato commesso un errore.

Il provvedimento indicava la Corte di Appello di Genova come l’organo competente a giudicare, mentre la competenza territoriale corretta era della Corte di Appello di Torino. Si è trattato di un classico errore materiale, una svista che non incideva sulla volontà della Corte di convertire il ricorso, ma che, se non corretta, avrebbe inviato il fascicolo al giudice sbagliato, con evidenti conseguenze procedurali.

La Decisione della Cassazione e la correzione errore materiale

Di fronte a questa palese imprecisione, la stessa Corte di Cassazione è intervenuta con una nuova ordinanza, il cui unico scopo era la correzione errore materiale contenuto nel provvedimento precedente. La Corte ha semplicemente disposto la rettifica del ruolo d’udienza informatico e del dispositivo dell’ordinanza originaria.

In pratica, ha ordinato che ovunque fosse menzionata la “Corte di Appello di Genova”, si dovesse leggere “Corte di Appello di Torino”. Un intervento chirurgico, rapido e mirato, che ha rimesso il procedimento sui giusti binari, senza necessità di riaprire alcuna discussione sul merito della questione.

Le Motivazioni

La motivazione alla base di questa decisione è insita nella natura stessa dell’errore. Non si trattava di un ripensamento sulla decisione di convertire il ricorso o sulla valutazione delle censure mosse dalla società ricorrente. L’errore era puramente formale, una svista nella designazione dell’ufficio giudiziario competente. L’articolo del codice di procedura penale menzionato nel provvedimento originario (art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p.), relativo alla mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione, aveva giustificato la conversione del ricorso in appello. La correzione, invece, si fonda sul principio generale che consente al giudice di emendare i propri provvedimenti da errori che non ne alterano la sostanza decisionale. La Corte ha agito per garantire l’effettività della propria precedente statuizione, assicurando che la causa venisse trattata dall’organo giurisdizionale che la legge individua come competente.

Conclusioni

Questo caso, pur nella sua semplicità, offre una lezione importante sull’efficienza e sulla capacità di autocorrezione del sistema giudiziario. Dimostra che il formalismo procedurale non è fine a se stesso, ma serve a garantire diritti e il corretto esercizio della giurisdizione. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento essenziale per rimediare a sviste umane che, se non risolte, potrebbero causare ritardi e complicazioni. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò rappresenta una garanzia di affidabilità: anche quando si verifica un errore, esistono meccanismi rapidi per porvi rimedio, assicurando che la giustizia prosegua il suo corso senza intoppi.

Cosa succede se un giudice commette un errore materiale in un’ordinanza?
L’ordinanza può essere corretta attraverso un’apposita procedura, come avvenuto in questo caso, in cui la stessa Corte di Cassazione ha emesso un nuovo provvedimento per rettificare la svista e sanare l’atto precedente.

Qual era l’errore specifico commesso dalla Corte di Cassazione?
Nel disporre la trasmissione degli atti per il giudizio di appello, la Corte aveva erroneamente indicato la Corte di Appello di Genova come ufficio competente, anziché la Corte di Appello di Torino, che era quella corretta per territorio.

Qual è stato l’effetto pratico di questa ordinanza di correzione?
L’ordinanza ha rettificato formalmente il dispositivo del provvedimento precedente, sostituendo la dicitura errata con quella corretta. Di conseguenza, ha assicurato che il fascicolo del procedimento fosse trasmesso al giudice territorialmente competente, garantendo il regolare svolgimento del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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