Correzione errore materiale: quando e come la Cassazione può modificare una sentenza
Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire un istituto fondamentale della procedura penale: la correzione errore materiale. Questo strumento, disciplinato dall’articolo 130 del codice di procedura penale, permette di emendare sviste e imprecisioni che possono insinuarsi negli atti giudiziari, senza però intaccare la sostanza della decisione. Vediamo come funziona attraverso l’analisi di un caso pratico.
I fatti del caso
La vicenda ha origine da un’istanza presentata dal Pubblico Ministero presso un Tribunale. Il PM ha richiesto alla Corte di Cassazione di correggere un dato anagrafico contenuto in una sentenza definitiva. Nello specifico, la data di nascita di un imputato era stata erroneamente indicata come ’24/06/1963′, mentre quella corretta era ’24/05/1963′. Si trattava, a tutti gli effetti, di un’imprecisione non legata alla valutazione dei fatti o del diritto, ma a una semplice svista nella trascrizione dei dati personali.
La procedura di correzione errore materiale
Il PM ha attivato la procedura prevista dall’art. 130 c.p.p., che consente al giudice che ha emesso il provvedimento di correggerne, anche d’ufficio, gli errori materiali o le omissioni. È un meccanismo che garantisce la coerenza e l’esattezza formale degli atti giudiziari, essenziale per la certezza del diritto e per evitare complicazioni esecutive. La richiesta di correzione, in questo caso, è stata valutata dalla stessa Sezione della Corte di Cassazione che aveva pronunciato la sentenza ‘incriminata’.
Le motivazioni
La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero, riconoscendo la presenza di un palese errore materiale. La decisione si fonda su una verifica oggettiva e inconfutabile. I giudici hanno infatti consultato la banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), la fonte ufficiale per i dati anagrafici dei cittadini. Da tale consultazione è emerso in modo inequivocabile che la data di nascita corretta dell’interessato era il 24 maggio 1963, e non il 24 giugno dello stesso anno, come erroneamente riportato sia nell’iscrizione a ruolo del procedimento sia, di conseguenza, nell’intestazione della sentenza. La Corte ha quindi ritenuto che si trattasse di un ‘mero errore materiale’, risolvibile attraverso la procedura semplificata, senza necessità di riaprire il processo o di mettere in discussione il giudizio di merito.
Le conclusioni
Con la sua ordinanza, la Corte ha disposto la rettifica del ruolo generale del procedimento e dell’intestazione della sentenza, ordinando alla cancelleria di apportare la modifica e di eseguire gli adempimenti necessari. Questo caso evidenzia l’importanza dello strumento della correzione errore materiale come presidio di accuratezza e affidabilità del sistema giudiziario. Anche una sentenza passata in giudicato può essere ‘pulita’ da imprecisioni formali che, sebbene non ne alterino il contenuto decisionale, potrebbero generare incertezze o problemi pratici. La decisione ribadisce che la giustizia non è solo sostanza, ma anche forma, e che la precisione dei dati è un elemento imprescindibile per la sua corretta amministrazione.
Cos’è un errore materiale secondo la legge?
È una svista, un’omissione o un errore di calcolo che non incide sul contenuto logico e decisionale di un provvedimento giudiziario. Nel caso specifico, si trattava di un’errata trascrizione di una data di nascita.
Come si può correggere un errore materiale in una sentenza?
Si può correggere attraverso una specifica procedura, regolata dall’articolo 130 del codice di procedura penale, che può essere avviata su richiesta di una delle parti (come il PM in questo caso) o anche d’ufficio dallo stesso giudice che ha emesso il provvedimento.
Quale prova è stata decisiva per ordinare la correzione?
La prova decisiva è stata la verifica effettuata sulla banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), che ha confermato senza alcun dubbio la data di nascita corretta dell’imputato, dimostrando l’errore presente in sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 20221 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 4 Num. 20221 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 13/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: PM presso Tribunale di Santa Maria Capua Vetere avverso la sentenza del 14/11/2018 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVAZIONE
Con istanza del 29.1.2024 il PM presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere chiede ai sensi dell’art. 130 cod. proc. pen. di provvedere alla correzione della data di nascita di NOME nella sentenza R.G. n. 16928/2018 emessa in data 14.11.2018 dalla Corte di cassazione e nel relativo dispositivo, nel senso che laddove è scritto “nato…il DATA_NASCITA” debba leggersi e intendersi “nato…il DATA_NASCITA“.
1.1. Osservato che il PM fa riferimento alla comunicazione del dispositivo della sentenza emessa da questa Corte in data 14.11.2018 nei confronti di NOME, in relazione al procedimento iscritto al Registro Generale n. 16928/2018, che riporta la data di nascita del DATA_NASCITA con riferimento al predetto imputato.
1.2. Ritenuto che trattasi effettivamente di mero errore materiale sulla iscrizione del detto ricorrente al ruolo generale, in relazione alla data di nascita, da correggersi con la procedura di cui agli artt. 127 e 130 cod. proc. pen., posto che il suddetto COGNOME, come si evince dalla banca dati RAGIONE_SOCIALE (RAGIONE_SOCIALE), risulta essere nato in Svizzera il DATA_NASCITA (e non il DATA_NASCITA, come erroneamente iscritto al ruolo generale).
P.Q.M.
Dispone correggersi il ruolo generale relativamente al procedimento RG n. 16928/2018 e la relativa sentenza di questa sezione n. 58252 del 2018 emessa nei confronti di COGNOME NOME in data 14 novembre 2018, nella intestazione della medesima sentenza la data di nascita del predetto ricorrente ne( senso che là ove è scritto “DATA_NASCITA” debba invece intendersi “DATA_NASCITA“. Manda la cancelleria per i seguenti adempimenti.
Così deciso il 13 marzo 2024
Il Consigliere estensore
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