Correzione Errore Materiale: La Cassazione Ordina la Cancellazione di una Frase
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di applicazione della procedura di correzione errore materiale, un istituto fondamentale per garantire la precisione e la coerenza formale degli atti giudiziari. Anche ai massimi livelli della giurisdizione, può accadere che un semplice refuso si insinui nel testo di una sentenza. Vediamo come la Suprema Corte di Cassazione ha risolto una situazione di questo tipo, ripristinando la corretta formulazione del provvedimento originario.
I Fatti del Caso: Una Frase di Troppo nel Testo della Sentenza
La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. Successivamente alla sua pubblicazione, è stata rilevata la presenza di un’anomalia testuale. In particolare, all’interno della motivazione del provvedimento, era stata inserita una frase che risultava palesemente incongrua e non pertinente al contesto logico-giuridico della decisione. Questa frase era stata trascritta per un mero errore di battitura, un cosiddetto ‘refuso’. L’imputata, attraverso il suo difensore, ha quindi sollevato la questione, chiedendo che l’errore venisse emendato.
La Decisione della Corte sulla correzione errore materiale
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio, ha accolto la richiesta. Con l’ordinanza in commento, i Giudici hanno formalmente riconosciuto la presenza dell’errore e ne hanno disposto la correzione. La Corte ha stabilito che la frase “In particolare, si contesta alla Fois di avere”, presente al quinto rigo della seconda pagina della sentenza, dovesse essere eliminata. Il metodo individuato per questa operazione è quello della ‘interlineatura’, ovvero la cancellazione del testo mediante l’apposizione di una linea, un metodo che garantisce la tracciabilità e la trasparenza della modifica apportata.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base del provvedimento è lineare e si fonda sulla natura stessa dell’errore. La Corte ha qualificato la presenza della frase come un ‘mero refuso’. Questo termine tecnico indica un errore puramente materiale, che non ha in alcun modo influenzato il processo decisionale dei giudici né la sostanza della pronuncia. Si tratta di un errore di copiatura o di battitura che non altera il contenuto volitivo della sentenza. La procedura di correzione errore materiale è prevista proprio per sanare queste sviste, evitando di dover ricorrere a mezzi di impugnazione più complessi, che sono invece destinati a contestare errori di giudizio o di procedura. L’intervento correttivo, pertanto, non modifica la decisione nel merito ma si limita a ripristinare la fedeltà del testo scritto all’effettivo pensiero del collegio giudicante.
Le Conclusioni: L’Importanza della Precisione Formale
Questa ordinanza, seppur concisa, ribadisce un principio cruciale dello stato di diritto: la chiarezza e l’accuratezza degli atti giudiziari. La possibilità di correggere sviste materiali garantisce la certezza del diritto e l’affidabilità dei provvedimenti emessi. Dimostra che il sistema giudiziario possiede gli strumenti per auto-emendarsi, assicurando che le decisioni siano non solo giuste nella sostanza, ma anche ineccepibili nella forma. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò rappresenta una garanzia fondamentale che il contenuto di una sentenza rispecchi fedelmente la volontà del giudice, senza essere viziato da involontari errori di redazione.
Qual era l’errore contenuto nella sentenza originale?
Nella sentenza era presente, per un mero refuso, la frase “In particolare, si contesta alla Fois di avere”, che non era pertinente al contesto della decisione.
Come ha deciso la Corte di Cassazione di correggere l’errore?
La Corte ha disposto che la frase erronea venisse eliminata dal testo della sentenza mediante “interlineatura”, ovvero tracciandovi sopra una linea per cancellarla formalmente.
La correzione ha modificato il significato o la decisione della sentenza originale?
No, la correzione non ha modificato la sostanza della decisione. L’ordinanza chiarisce che si è trattato di un “mero refuso”, un errore puramente materiale, e la sua eliminazione ha solo ripristinato la corretta forma del testo senza incidere sul contenuto giuridico della pronuncia.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 8371 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 5 Num. 8371 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a SIENA il 12/10/1998
avverso la sentenza del 09/10/2024 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette/sentite le conclusioni del PG CINZIA PARASPORO
udito il difensore
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1.II quinto rigo della seconda pagina della sentenza emessa all’udienza del 9.10.2024, nel procedimento n. 25060/2024 R.G., instaurato a seguito della impugnazione dell’imputata NOME NOMECOGNOME contiene la frase “In particolare, si contesta alla COGNOME di avere”, che per mero refuso è presente. Essa deve pertanto essere eliminata mediante interlineatura.
P.Q.M.
Dispone la correzione della sentenza emessa all’udienza del 9.10.2024, nel procedimento n. 25060/2024 R.G., instaurato a seguito della impugnazione dell’imputata NOME NOMECOGNOME nella parte in cui, al quinto rigo della seconda pagina contiene la frase “In particolare, si contesta alla NOME di avere”, che deve essere eliminata mediante interlineatura.
Così deciso il 10/1/2025.